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05/06/2023

Annullamento della sanatoria dopo tanti anni e legittimo affidamento

Secondo il Consiglio di Stato, è illegittimo l'annullamento in autotutela di un permesso in sanatoria, laddove esso sia privo di una espressa motivazione dalla quale risultino le ragioni di interesse pubblico concreto e attuale alla rimozione e la posizione di affidamento dei destinatari dell'atto stesso.

Nel caso di specie i ricorrenti contestavano l’atto del Comune con il quale erano stati annullati diversi permessi di costruire in sanatoria per un edificio con destinazione scolastica. In particolare i proprietari eccepivano il difetto di motivazione degli atti del Comune, in considerazione del lungo lasso di tempo trascorso dal rilascio dei titoli annullati.

In proposito C. Stato 02/05/2023, n. 4353 ha ricordato che i provvedimenti di annullamento in autotutela sono attratti all'alveo normativo dell'art. 21-nonies L. 241/1990 secondo il quale, in sostanza, il provvedimento amministrativo illegittimo può essere annullato d'ufficio, sussistendone le ragioni di interesse pubblico, entro un termine ragionevole, comunque non superiore a dodici mesi dal momento dell'adozione dei provvedimenti di autorizzazione o di attribuzione di vantaggi economici e tenendo conto degli interessi dei destinatari e dei controinteressati. I provvedimenti amministrativi conseguiti sulla base di false rappresentazioni dei fatti o di dichiarazioni false o mendaci possono essere annullati dall'amministrazione anche dopo la scadenza del termine di dodici mesi.

Secondo la giurisprudenza tale norma ha attribuito all'Amministrazione un coefficiente di discrezionalità che si esprime attraverso la valutazione dell'interesse pubblico in comparazione con l'affidamento del destinatario dell'atto. I presupposti dell'esercizio del potere di annullamento d'ufficio dei titoli edilizi sono dunque costituiti dall'originaria illegittimità del provvedimento e dall'interesse pubblico concreto ed attuale alla sua rimozione (diverso dal mero ripristino della legalità violata), tenendo anche conto delle posizioni giuridiche soggettive consolidate in capo ai destinatari.
Anche in materia di governo del territorio, l'esercizio del potere di autotutela è, pertanto, espressione di una rilevante discrezionalità che non esime l'Amministrazione dal dare conto della sussistenza dei menzionati presupposti. In particolare, il potere di autotutela deve essere esercitato dalla P.A. entro un termine ragionevole, tanto più quando il privato, in ragione del tempo trascorso, ha riposto, con la realizzazione del progetto, un ragionevole affidamento sulla regolarità dell'autorizzazione edilizia (v. C. Stato 18/11/2022, n. 10186).

In applicazione di tali principi, il Consiglio di Stato ha ritenuto illegittimo l’atto del Comune in quanto:
- l’annullamento era intervenuto dopo 15 anni: quindi ben oltre un termine considerabile ragionevole e comunque non superiore a dodici mesi;
- non esisteva alcuna prova (ai fini di una eventuale applicabilità del comma 2-bis dell'art. 21-nonies, L. 241/1990) dell’esistenza di false rappresentazioni perché, per stessa ammissione dell’Amministrazione, il Comune non conservava più le carte dei condoni;
- il lungo lasso di tempo trascorso aveva creato un legittimo affidamento negli attuali proprietari dell’immobile, affidamento ingenerato anche da comportamenti positivi reiterati dell’Amministrazione, come, ad esempio, il rilascio del certificato di abitabilità.

Sul tema si veda anche Termine ragionevole per l'annullamento in autotutela del permesso di costruire.

Dalla redazione