Le strutture a servizio di attività commerciale (c.d. dehors), non sono qualificabili come nuove costruzioni, e pertanto non sono soggette ai limiti di distanza legale previsti dal D.M. 1444/1968. (Nel caso di specie è stato respinto il ricorso per l'annullamento del permesso di costruire per la realizzazione di una struttura ombreggiante al servizio di un bar posto a distanza inferiore al limite previsto dal D.M. 144/1968, ma nel rispetto delle distanze previste dal Piano di arredo urbano del Comune).

Il sub-procedimento di anomalia è di competenza del RUP e non della commissione di gara, le cui incombenze si esauriscono con la valutazione delle offerte dal punto di vista tecnico ed economico ex art. 77, D. Leg.vo 50/2016, di talché è del tutto fisiologico che tale attività possa svolgersi anche una volta conclusa quella di competenza della commissione, ossia una volta che quest'ultima abbia presentato la proposta di aggiudicazione (che dà in effetti avvio alle verifiche propedeutiche all'adozione del provvedimento di aggiudicazione). 

Le norme sulle distanze tra le costruzioni contenute nel codice civile nonché quelle, più restrittive, che integrano le prime devono essere applicate indipendentemente dalla destinazione dello spazio intermedio esistente tra edifici e non trovano deroga con riguardo alle prescrizioni sulle dimensioni dei cortili, le quali, siccome rivolte alla disciplina dei rapporti planovolumetrici tra le costruzioni e gli spazi liberi adiacenti, prescindendo dall'appartenenza di essi ad un unico o a più proprietari, non costituiscono norme integrative di quelle codicistiche in materia di distanze tra costruzioni e non possono escludere l'applicazione delle norme specificatamente dirette alla disciplina di tali distanze.

La perdita del requisito dell'attestazione SOA non comporta alcuna eccezione al principio della immodificabilità soggettiva dei raggruppamenti temporanei di imprese. Ammettendo in tali casi la sostituzione (anche soltanto “in riduzione”) si violerebbe l'art. 48, D. Leg.vo 50/2016 che non consente al raggruppamento di modificare la propria organizzazione, se non nelle limitate e tassative ipotesi previste dai commi 17, 18 e 19-ter, ossia fallimento, liquidazione coatta, morte o interdizione della mandataria/mandante ovvero esigenze riorganizzative del raggruppamento.