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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
Deliberaz. G.R. Puglia 16/02/2015, n. 176
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Testo del documentoLa Convenzione Europea del Paesaggio sottoscritta a Firenze in data 20 ottobre 2000 dagli Stati Membri del Consiglio d'Europa e ratificata dallo Stato italiano con legge 9 gennaio 2006, n. 14, impegna ad integrare il paesaggio nelle politiche di pianificazione territoriale e urbanistica e in quelle a carattere culturale, ambientale, agricolo, sociale ed economico, nonché nelle altre politiche che possono avere un'incidenza diretta o indiretta sul paesaggio nel rispetto del principio di sussidiarietà e tenendo conto della Carta Europea dell'autonomia locale; - Il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m.i. "Codice dei beni culturali e del paesaggio" - di seguito Codice - in attuazione dell'art. 9 della Costituzione, all'art. 1 stabilisce che la Repubblica tutela e valorizza il patrimonio culturale, costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici, in coerenza con le attribuzioni di cui all'art. 117 della Costituzione, e che lo Stato, le Regioni, le Città metropolitane, le Province e i Comuni assicurano e sostengono la conservazione del patrimonio culturale e ne favoriscono la pubblica fruizione e la valorizzazione; - Con Delib.G.R. n. 357 del 27 marzo 2007 la Regione ha approvato il Programma per la Elaborazione del nuovo Piano Paesaggistico adeguato al Codice, affidandone la realizzazione al Servizio Assetto del Territorio. Con Deliberazione n. 1842 del 13 novembre 2007, la Giunta regionale ha approvato il Documento programmatico del Piano paesaggistico territoriale della Regione Puglia (PPTR), finalizzato a precisare dal punto di vista metodologico e operativo il programma indicato nella citata Delib.G.R. n. 357 del 27 marzo 2007 e costituente base di lavoro per l'organizzazione del processo di costruzione del piano. Il PPTR è finalizzato ad assicurare la tutela e la conservazione dei valori ambientali e dell'identità sociale e culturale, nonché alla promozione e realizzazione di forme di sviluppo sostenibile del territorio regionale, in attuazione del Codice e conformemente ai principi espressi nell'articolo 9 della Costituzione, nella Convenzione europea relativa al paesaggio, firmata a Firenze il 20 ottobre 2000, ratificata ai sensi della legge 9 gennaio 2006, n. 14, e nell'articolo 2 dello Statuto regionale. L'elaborazione del PPTR è stata accompagnata dal processo di Valutazione Ambientale Strategica per garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente, coerentemente con la direttiva 2001/42/CE, il decreto legislativo n. 4/2008 e la Circolare n. 1/2008 dell'Assessorato all'ecologia della Regione Puglia (Delib.G.R. 13 giugno 2008, n. 981). Il processo di VAS ha compreso il Processo di "scoping", ovvero di riconoscimento dell'ambito di influenza ambientale del Piano, condotto con la partecipazione dei Soggetti aventi competenze ambientali per il territorio interessato (art. 13 D.Lgs. n. 4/2008) e avviato con la Conferenza preliminare, tenutasi il 20 febbraio 2009 presso la sede del Consiglio Regionale della Puglia. Con Deliberazione 474 del 13 aprile 2007, secondo quanto previsto dagli artt. 143 e 156 del "Codice dei beni culturali e del paesaggio", la Giunta regionale ha approvato lo Schema di Intesa Interistituzionale tra il Ministero per i Beni e le Attività culturali, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e la Regione Puglia per l'elaborazione congiunta del nuovo Piano paesaggistico regionale. Intesa Interistituzionale sottoscritta dalle parti in data 15 novembre 2007. La redazione congiunta del Piano Paesaggistico Regionale è finalizzata a dare attuazione alle disposizioni degli articoli 135, comma 2 e comma 3; 143; 144 e 145 del Codice, nonché dell'articolo 146, comma 5, come modificato dall'art. 4, comma 16, legge n. 106 del 2011, poi modificato dall'art. 39, comma 1, lettera b), decreto-legge n. 69 del 2013, ove è previsto che l'approvazione delle prescrizioni d'uso dei beni paesaggistici tutelati, predisposte ai sensi degli articoli 140, comma 2, 141, comma 1, 141-bis e 143, comma 1, lettere b), c) e d), del Codice, rende il parere del Soprintendente di natura obbligatoria e non vincolante, da rilasciarsi nel rispetto delle previsioni e delle prescrizioni del piano paesaggistico, entro il termine di quarantacinque giorni dalla ricezione degli atti, decorsi i quali l'amministrazione competente provvede sulla domanda di autorizzazione. Il Piano paesaggistico territoriale regionale è da interpretare innanzitutto, però, come evidenzia l'incipit della Relazione generale, quale evento culturale che ha coinvolto non solo un ampio gruppo di lavoro interdisciplinare coordinato da Alberto Magnaghi e dai dirigenti che si sono avvicendati alla guida del Servizio Assetto del Territorio, Piero Cavalcoli e Francesca Pace, ma anche tanti altri attori. Il percorso è stato certo scandito dagli atti amministrativi riepilogati in questa delibera, ma si è soprattutto sviluppato come un processo di apprendimento che ha coinvolto per alcuni anni non solo le amministrazioni e i tecnici responsabili della elaborazione del Piano ma anche una molteplicità di soggetti istituzionali, sociali, economici e culturali, pubblici e privati, individuali e collettivi, che hanno sostenuto, alimentato e discusso conoscenze, obiettivi, visioni, strategie, progetti finalizzati ad elevare la qualità e fruibilità dei paesaggi di Puglia. La definizione di Piano Paesaggistico Territoriale scelta per il piano pugliese, non è casuale. Anteponendo il paesaggio al territorio essa sottende l'interpretazione del paesaggio quale bene patrimoniale sul quale fondare le prospettive di un diverso sviluppo del territorio regionale. Questo, in coerenza con le "Dichiarazioni programmatiche per il governo della Regione Puglia", presentate da Nichi Vendola al Consiglio regionale nel giugno 2005, che impegnavano all'avvio di "un nuovo ciclo di sviluppo attraverso la valorizzazione delle risorse materiali e immateriali, costituite da donne, uomini, giovani, e dai beni ambientali e culturali del territorio (...)". Il nuovo ciclo deve investire tutti i settori produttivi: dal settore agricolo, per il quale il programma prevede un nuovo modello di sviluppo basato non solo su una maggiore e migliore produzione, ma soprattutto sulla capacità di cogliere le opportunità offerte dalle politiche di tutela e salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio, al turismo, per il quale prefigura un rilancio incentrato sulla tutela dell'ambiente, la valorizzazione del patrimonio culturale e l'integrazione nell'area del Mediterraneo. In questa prospettiva programmatica, il territorio, nel suo intreccio di risorse materiali e immateriali, che comprende anche la sfera sociale e culturale e le capacità dei soggetti di attivarsi e autorganizzarsi, si colloca al centro delle politiche di sviluppo. L'elaborazione del nuovo piano paesaggistico, anche per queste ragioni, è stata intesa dalla Regione come grande opportunità culturale, densa di valenza politica, finalizzata a elevare la consapevolezza dei grandi valori dei paesaggi di Puglia quale indispensabile condizione per la loro tutela e valorizzazione e quale presupposto per uno sviluppo del territorio regionale profondamente diverso dai processi di crescita del dopoguerra, segnati dall'industrializzazione per poli e dall'urbanizzazione anomica. La valenza culturale e politica del piano paesaggistico sta appunto nella capacità di far penetrare nella comunità regionale l'idea che il territorio non è soltanto il suolo o la società ivi insediata, ma il patrimonio (fisico, sociale e culturale) costruito nel lungo periodo, un valore aggiunto collettivo che troppo spesso è stato distrutto in nome di un indefinito e troppo spesso illusorio sviluppo economico di breve periodo. Nel corso dell'elaborazione del Piano, è stata dedicata particolare attenzione al coinvolgimento e all'attivazione delle comunità locali per la "costruzione sociale del piano", propedeutica ad una "costruzione sociale del paesaggio" più consapevole, attenta, rispettosa dei valori della storia e dell'ambiente. A tal fine si è utilizzata un'ampia gamma di strumenti, ciascuno dei quali cerca di intercettare popolazioni diverse, sensibilità diverse, generazioni diverse: l'Osservatorio del paesaggio "Il paesaggio visto dagli abitanti", accessibile in internet, per consentire a chiunque di segnalare i valori del paesaggio ma anche le offese al paesaggio, le buone e le cattive pratiche; le Conferenze d'area, ben 13 organizzate in giro per la Puglia, le prime nel 2008 e 2009 per condividere con i territori i quadri conoscitivi e gli scenari strategici che si stavano elaborando, l'ultima nel 2013 per rendere conto dell'intensa attività di pianificazione congiunta sviluppatasi fra Regione e Ministero - Direzione paesaggio e Direzione regionale, dopo l'approvazione della proposta di Piano da parte della Giunta regionale; un "Manifesto" per formulare un "patto" con i principali "produttori di paesaggio, " per la definizione condivisa di azioni finalizzate alla valorizzazione del paesaggio; il Premio per la valorizzazione di buone pratiche di tutela e valorizzazione del paesaggio; e, non ultimi per importanza, i progetti pilota per la sperimentazione di interventi di tutela e riqualificazione paesaggistica volti a "far capire dal vivo" agli attori locali la progettualità integrata, multisettoriale e multiattoriale, promossa dal Piano. Tutte queste iniziative sono state avviate in concomitanza con la redazione del PPTR, così superando la tradizionale sequenza "elaborazione - adozione - approvazione - e successiva attuazione". Sequenza che, in ragione dei tempi lunghi della pianificazione, incide negativamente sulla concreta possibilità di indirizzare i processi di trasformazione in corso. In questo quadro, assume ancora maggiore importanza la redazione, contemporanea all'elaborazione del piano paesaggistico pugliese, di progetti pilota sperimentali che hanno attivato oltre 50 enti locali e una serie di associazioni nella progettazione di un parco agricolo multifunzionale e di un tratto della rete ecologica, nella riqualificazione di periferie urbane e aree degradate, nella definizione di percorsi di mobilità lenta, nella istituzione di eco-musei e mappe di comunità. L'elaborazione del Piano è stata accompagnata dalle attività del sistema degli ecomusei del Salento, oltre che dalla promozione degli ecomusei della Valle d'Itria e della Valle del Carapelle in Capitanata, quali luoghi attivi di promozione dell'identità collettiva e del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico, luoghi nei quali la partecipazione degli abitanti concorre alla conservazione, interpretazione e valorizzazione della memoria storica, degli ambienti di vita quotidiana e delle relazioni con la natura e l'ambiente, specie mediante rappresentazioni "dense" dei valori patrimoniali, territoriali e paesaggistici, nelle mappe di comunità. Le funzioni e attività di questi strumenti della costruzione sociale del paesaggio si stanno sviluppando e consolidando grazie all'approvazione nel luglio 2011 della legge regionale n. 15 "Istituzione degli ecomusei della Puglia" e nel luglio 2012 del Regolamento per la definizione dei criteri e requisiti per il riconoscimento degli ecomusei di interesse regionale. Il Piano coniuga misure di conservazione e misure di valorizzazione e riqualificazione. Le norme di tutela si fondano su un sistema di conoscenze che restituisce certezza i vincoli ope legis o decretati, tutti riportati su cartografia tecnica regionale georeferenziata, e trasparenza ai procedimenti. Il sistema delle tutele, articolato nei beni paesaggistici e ulteriori contesti paesaggistici, fa riferimento a tre sistemi che non differiscono in misura significativa da quelli previsti dal PUTT/P. Essi sono costituiti da: 1. Struttura idrogeomorfologica a. componenti geomorfologiche b. componenti idrologiche 2. Struttura ecosistemica e ambientale a. componenti botanico vegetazionali b. componenti delle aree protette e dei siti naturalistici 3. Struttura antropica e storico culturale a. componenti culturali e insediative b. componenti dei valori percettivi Merita, però, evidenziare che il PPTR non prevede gli ambiti territoriali estesi (ATE) del PUTT/P, i quali, quindi, dalla data di approvazione del PPTR cessano di avere efficacia, restando valida la loro delimitazione esclusivamente al fine di conservare efficacia agli atti normativi, regolamentari e amministrativi generali vigenti nelle parti in cui ad essi specificamente si riferiscono. La parte progettuale del Piano è imperniata sullo Scenario strategico. Questo assume i valori patrimoniali del paesaggio pugliese, come definiti e interpretati nel quadro conoscitivo e nell'Atlante del Patrimonio, e li traduce in obiettivi di trasformazione per contrastare le tendenze di degrado paesaggistico in atto e costruire le precondizioni di un diverso sviluppo socioeconomico fondato sulla produzione di valore aggiunto territoriale e paesaggistico. Lo scenario costituisce l'insieme delle strategie che il PPTR attiva per elevare la qualità paesaggistica e ambientale del territorio regionale, contrastare gli elementi di degrado, favorire la fruizione socioeconomica degli elementi patrimoniali identitari. Lo Scenario strategico si compone di obiettivi generali riguardanti: la realizzazione dell'equilibrio idrogeomorfologico dei bacini idrografici, lo sviluppo della qualità ambientale del territorio, la valorizzazione dei paesaggi e delle figure territoriali di lunga durata, dei paesaggi rurali storici, del patrimonio identitario culturale-insediativo e della struttura estetico-percettiva dei paesaggi, la riqualificazione dei paesaggi degradati delle urbanizzazioni contemporanee, la progettazione della fruizione lenta dei paesaggi, la riqualificazione, valorizzazione e riprogettazione dei paesaggi costieri, la definizione di standard di qualità territoriale e paesaggistica nello sviluppo delle energie rinnovabili e nell'insediamento, la riqualificazione e il riuso delle attività produttive, delle infrastrutture e degli insediamenti residenziali urbani e rurali. Lo Scenario strategico comprende inoltre cinque progetti territoriali per il paesaggio della regione discendenti dagli obiettivi generali, la cui finalità essenziale è elevare la qualità paesaggistica dell'intero territorio attraverso politiche attive di tutela e riqualificazione in cinque campi che rivestono primaria importanza anche per le interconnessioni che li legano ad altre politiche regionali. Essi sono: 1. la Rete Ecologica Regionale (coordinato con l'Ufficio Parchi regionale), per rafforzare le relazioni di sinergia/complementarità con le politiche di conservazione della natura e della biodiversità; 2. il Sistema infrastrutturale per la mobilità dolce (coordinato con il Piano regionale dei trasporti), per rendere fruibili, sia per gli abitanti che per il turismo escursionistico, enogastronomico, culturale ed ambientale, i paesaggi regionali, attraverso una rete integrata di mobilità ciclopedonale, ferroviaria e marittima che recupera strade panoramiche, sentieri, ferrovie minori, stazioni, attracchi portuali, creando punti di raccordo con le grandi infrastrutture di viabilità e trasporto: 3. il Patto città-campagna (coordinato con le misure di politica agro-forestale e di riqualificazione urbana), per rafforzare le funzioni pregiate delle aree rurali e riqualificare i margini urbani, e così arrestare il lungo ciclo dell'espansione urbana e i relativi inaccettabili livelli di consumo di suolo, mediante il recupero dei paesaggi degradati delle periferie, la ricostruzione dei margini urbani, la realizzazione di cinture verdi perturbane, di parchi agricoli multifunzionali e di interventi di forestazione urbana intorno alle piattaforme produttive delle città costiere ad alto rischio ambientale (Taranto, Brindisi, Manfredonia) come azione di compensazione ambientale (Parchi CO2). 4. la Valorizzazione e riqualificazione integrata dei paesaggi costieri specie nei waterfront urbani, i sistemi dunali, le zone umide, le urbanizzazioni periferiche, i collegamenti infrastrutturali con gli entroterra costieri, la navigabilità dolce; 5. i Sistemi territoriali per la fruizione dei beni culturali e paesaggistici censiti dalla Carta dei beni culturali per integrare questi ultimi nelle invarianti strutturali delle figure territoriali e paesistiche e negli altri progetti territoriali per il paesaggio regionale. Infine, fanno parte dello Scenario strategico i Progetti integrati di paesaggio sperimentali dei quali si è già detto e, in coerenza con l'art. 143 comma 8 del Codice, una serie di Linee guida, ossia raccomandazioni sviluppate in modo sistematico per orientare la redazione di strumenti di pianificazione e programmazione e di interventi in settori che richiedono un quadro di riferimento unitario di indirizzi e criteri metodologici: dalla qualificazione paesaggistica e ambientale delle infrastrutture viarie alla progettazione e localizzazione di impianti di energie rinnovabili, alla progettazione e gestione di aree produttive paesisticamente e ecologicamente attrezzate (APPEA), alla riqualificazione delle periferie e delle aree agricole perturbane, al recupero e riuso dei manufatti in pietra a secco, dell'edilizia e dei beni rurali, dei manufatti pubblici nelle aree naturali protette. Lo scenario strategico è approfondito per ciascuno degli undici ambiti paesaggistici nei quali è articolato il territorio regionale mediante la definizione delle invarianti strutturali, degli obiettivi di qualità, di progetti e azioni che il PPTR propone di attivare, su iniziativa di soggetti pubblici o privati, riconducibili alle seguenti categorie progettuali: a) prevalente indirizzo di conservazione (salvaguardia); b) prevalente indirizzo di valorizzazione (del potenziale inespresso); c) prevalente indirizzo di riqualificazione (delle aree compromesse e degradate); d) prevalente indirizzo di trasformazione (nuovi paesaggi e interventi ricostruttivi). |
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Piano paesaggistico territoriale Regione PugliaRelazione Generale Parte di provvedimento in formato grafico
Norme Tecniche di Attuazione Parte di provvedimento in formato grafico |
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