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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
D. Min. LL.PP. 20/11/1987
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Art. 1.Sono approvate le integrazioni e le rettifiche apportate alle norme tecniche per la p |
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Art. 2.Le presenti norme sostituiscono quelle di cui al decreto 9.1.1987 ed entrano in vigore il 19 dicembre 1987, data già fissata con il decreto anzidetto. |
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Titolo I - Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muraturaCapitolo 1 - Generalità 1.1. Oggetto ed ambito di applicazione Le presenti norme hanno lo scopo di fissare i criteri generali tecnico-costruttivi per la progettazione, l'esecuzione ed il collaudo degli edifici a uno o più piani, in tutto o in parte a muratura portante, costituiti da un insieme di sistemi resistenti collegati tra di loro e le fondazioni e disposti in modo da resistere ad azioni verticali ed orizzontali. Per altre tipologie edilizie, le presenti norme potranno assumersi quale utile riferimento metodologico. Le murature considerate sono quelle costituite da elementi resistenti collegati fra di loro tramite malta. Le presenti norme non sono applicabili agli edifici realizzati in muratura armata, ai quali si applica la procedura indicata nell'ultimo comma dell'art. 1 della legge n. 64 del 2.2.1974 e successive modificazioni. Per gli edifici realizzati in zona sismica si applicheranno inoltre le prescrizioni di cui alla legge 2.2.1974, n. 64 e decreto ministeriale 24.1.1986 e successive modificazioni ed integrazioni. Per quanto concerne le opere di fondazione vale quanto stabilito dal decreto ministeriale 21.1.1981 e successivi aggiornamenti. 1.2. Caratteristiche tipologiche e materiali 1.2.1. Malte L'acqua per gli impasti deve essere limpida, priva di sostanze organiche o grassi, non deve essere aggressiva né contenere solfati o cloruri in percentuale dannosa. La sabbia da impiegare per il confezionamento delle malte deve essere priva di sostanze organiche, terrose o argillose. Le calci aeree, le pozzolane ed i leganti idraulici devono possedere le caratteristiche tecniche ed i requisiti previsti dalle vigenti norme (regii decreti 16.11.1939, n. 2231 e n. 2230; legge 26.5.1965, n. 595, decreto ministeriale 14.1.1966, decreto ministeriale 3.6.1968, decreto ministeriale 31.8.1972 e successive integrazioni o modificazioni). L'impiego di malte premiscelate e premiscelate pronte per l'uso è consentito purché ogni fornitura sia accompagnata da una dichiarazione del fornitore attestante il gruppo della malta, il tipo e la quantità dei leganti e degli eventuali additivi. Ove il tipo di malta non rientri tra quelli appresso indicati il fornitore dovrà certificare con prove ufficiali anche le caratteristiche di resistenza della malta stessa. Le modalità per la determinazione della resistenza a compressione delle malte sono riportate nel decreto ministeriale 3-6-1968 . I tipi di malta e le loro classi sono definite in rapporto alla composizione in volume secondo la tabella seguente:
Alla malta cementizia si può aggiungere una piccola quantità di calce aerea con funzione plastificante. Malte di diverse proporzioni nella composizione confezionate anche con additivi, preventivamente sperimentate, possono essere ritenute equivalenti a quelle indicate qualora la loro resistenza media a compressione risulti non inferiore ai valori seguenti: 12 N/mm² [120 Kgf/cm²] per l'equivalenza alla malta M1 8 N/mm² [ 80 Kgf/cm²] per l'equivalenza alla malta M2 5 N/mm² [ 50 Kgf/cm²] per l'equivalenza alla malta M3 2,5 N/mm² [ 25 Kgf/cm²] per l'equivalenza alla malta M4 1.2.2. Muratura costituita da elementi resistenti artificiali La muratura è costituita da elementi resistenti aventi generalmente forma parallelepipeda, posti in opera in strati regolari di spessore costante e legati tra di loro tramite malta. Gli elementi resistenti possono essere in: laterizio normale; laterizio alleggerito in pasta; calcestruzzo normale; calcestruzzo alleggerito. Gli elementi resistenti artificiali possono essere dotati di fori in direzione normale al piano di posa (elementi a foratura verticale) oppure in direzione parallela (elementi a foratura orizzontale). Elementi resistenti in laterizio Si distinguono le seguenti categorie in base alla percentuale di foratura ~D ed all'area media della sezione normale di un foro f: Elementi pieni ϕ ≤ 15% f ≤ 9 cm² Elementi semipieni 15% ≤ ϕ ≤ 45% f ≤ 12 cm² Elementi forati 45% ≤ ϕ ≤ 55% f ≤ 15 cm² La percentuale di foratura è espressa dalla formula seguente: ϕ = 100 F/A in cui: F = area complessiva dei fori passanti e profondi non passanti A = area lorda della faccia delimitata dal suo perimetro La distanza minima tra un foro ed il perimetro esterno non potrà essere inferiore a cm 1,0 al netto dell'eventuale rigatura, mentre la distanza fra due fori non potrà essere inferiore a cm 0,8 con una tolleranza del 10%. Per elementi da paramento la distanza fra un foro ed il perimetro esterno deve essere di almeno cm 1,5, per elementi lisci, e di cm 1,3 per elementi rigati, al netto della rigatura. I fori dovranno essere distribuiti pressoché uniformemente sulla faccia dell'elemento. Quando A sia maggiore di 300 cm², l'elemento può essere dotato di un foro di presa di maggiori dimensioni fino ad un massimo di 35 cm², da computare nella percentuale complessiva della foratura, avente lo scopo di agevolare la presa manuale; per A maggiore di 580 cm², i fori di presa possono essere due con area di ogni foro non maggiore di 35 cm² e da computare nella percentuale complessiva della foratura. Gli elementi possono avere incavi di limitata profondità destinati ad essere riempiti dal letto di malta. Elementi resistenti in calcestruzzo Si distinguono le seguenti categorie in base alla percentuale di foratura come sopra definite: Elementi pieni ϕ ≤ 15% Elementi semipieni 15% < ϕ ≤ 45% Elementi forati 45% < ϕ ≤ 55% La distanza minima tra un foro ed il perimetro esterno (al netto della eventuale rigatura) e tra due fori non potrà essere inferiore a 1,8 cm. I fori dovranno essere distribuiti pressoché uniformemente sulla faccia del pezzo e l'area media della loro sezione normale non deve essere superiore a 0,10A. Quando A sia maggiore di 900 cm² l'elemento può essere dotato di fori di maggiori dimensioni fino ad un massimo di 0,15A. Gli elementi possono avere incavi di limitata profondità destinati ad essere riempiti dal letto di malta. Le caratteristiche di resistenza degli elementi resistenti artificiali in laterizio o calcestruzzo devono essere valutate secondo le indicazioni in allegato 1. 1.2.3. Muratura costituita da elementi resistenti naturali La muratura è costituita da elementi in pietra legati tra di loro tramite malta. Le pietre, da ricavarsi in genere per abbattimento di rocce, devono essere non friabili o sfaldabili, e resistenti al gelo, nel caso di murature esposte direttamente agli agenti atmosferici. Non devono contenere in misura sensibile sostanze solubili o residui organici. Le pietre devono presentarsi monde di cappellaccio e di parti alterate o facilmente removibili; devono possedere sufficiente resistenza sia allo stato asciutto che bagnato, e buona adesività alle malte. In particolare gli elementi devono possedere i requisiti minimi di resistenza determinabili secondo le modalità descritte nell'allegato 1. L'impiego di elementi provenienti da murature esistenti è subordinato al soddisfacimento dei requisiti sopra elencati ed al ripristino della freschezza delle superfici a mezzo di pulitura e lavaggio delle superfici stesse. Le murature formate da elementi resistenti naturali si distinguono nei seguenti tipi: 1) muratura di pietra non squadrata: composta con pietrame di cava grossolanamente lavorato, posto in opera in strati pressoché regolari; 2) muratura listata: costituita come le muratura in pietra non squadrata, ma intercalata da fasce di conglomerato semplice o armato oppure da ricorsi orizzontali costituiti da almeno due filari in laterizio pieno, posti ad interasse non superiori a m 1,6 ed estesi a tutta la lunghezza ed a tutto lo spessore del muro; 3) muratura di pietra squadrata: composta con pietre di geometria pressoché parallelepipeda poste in opera in strati regolari. 1.3. Concezione strutturale dell'edificio L'edificio a uno o più piani a muratura portante deve essere concepito come una struttura tridimensionale costituita da singoli sistemi resistenti collegati tra di loro e le fondazioni e disposti in modo da resistere alle azioni verticali ed orizzontali. Detti sistemi sono: a) muri sollecitati prevalentemente da azioni verticali; b) muri sollecitati prevalentemente da azioni orizzontali; c) solai piani. Ai fini di un adeguato comportamento statico dell'edificio, tutti i muri devono avere, per quanto possibile sia la funzione portante che di controventamento. Occorre inoltre assicurare che i solai possano per resistenza e rigidezza assolvere il compito di ripartire le azioni orizzontali fra i muri di controventamento. Le presenti norme forniscono i criteri per la verifica di sicurezza dei muri; per la verifica di sicurezza dei solai si rimanda alle vigenti norme tecniche emanate in base alla legge 5-11-1971, n. 1086 . Possono essere ammessi negli orizzontamenti elementi a volta a semplice o doppia curvatura, alle seguenti condizioni: -gli elementi siano contenuti all'interno dei riquadri della scatola muraria; - sia assicurato in tale ambito l'assorbimento delle corrispondenti spinte orizzontali; - sia comunque garantita la capacità globale dell'impalcato a ripartire le azioni orizzontali tra i muri di controventamento. 1.3.1. Collegamenti I tre sistemi di elementi piani sopraddetti devono essere opportunamente collegati fra loro. Tutti i muri saranno collegati al livello dei solai mediante cordoli e, tra di loro, mediante ammorsamenti lungo le intersezioni verticali. Inoltre essi saranno collegati da opportuni incatenamenti al livello dei solai. Nella direzione di tessitura dei solai la funzione di collegamento potrà essere espletata dai solai stessi purché adeguatamente ancorati alla muratura. Il collegamento tra la fondazione e la struttura in elevazione sarà di norma realizzato mediante cordolo in c.a. disposto alla base di tutte le murature verticali resistenti, di spessore pari a quello della muratura di fondazione e di altezza non inferiore alla metà di detto spessore. 1.3.1.1. Cordoli In corrispondenza dei solai di piano e di copertura i cordoli si realizzeranno generalmente in cemento armato, di larghezza pari ad almeno 2/3 della muratura sottostante, e comunque non inferiore a 12 cm e di altezza almeno pari a quella del solaio e comunque non inferiore alla metà dello spessore del muro. Per i primi tre orizzontamenti, a partire dall'alto, l'armatura minima dei cordoli sarà di almeno 6 cm² con diametro non inferiore a mm 12. In ogni piano sottostante gli ultimi tre, detta armatura minima sarà aumentata di cm² a piano. La stessa armatura dovrà essere prevista nel cordolo di base interposto tra la fondazione e la struttura in elevazione. In ogni caso, le predette armature non dovranno risultare inferiori allo 0,6% dell'area del cordolo. Le staffe devono essere costituite da tondi di diametro non inferiore a 6 mm poste distanza non superiore a 30 cm. Per edifici con più di 6 piani, entro e fuori terra, l'armatura dei cordoli sarà costituita da tondi con diametro non inferiore a 14 mm e staffe con diametro non inferiore a 8 mm. Negli incroci a L le barre dovranno ancorarsi nel cordolo ortogonale per almeno 40 diametri; lo squadro delle barre d |
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Titolo II - Norme tecniche per il consolidamento degli edifici in muraturaCapitolo 1 - Generalità 1.0 Valgono, in quanto applicabili, anche ai fini del collaudo statico, le disposizioni di carattere generale indicate nel titolo I della presente normativa. 1.1 Oggetto e ambito di applicazione Si definisce intervento di consolidamento l'esecuzione di un complesso di opere che risultino necessarie per rendere l'edificio atto a resistere alle azioni verticali ed orizzontali previste in progetto. É fatto obbligo di procedere al consolidamento a chiunque intenda: a) sopraelevare o ampliare l'edificio; b) apportare variazioni di destinazione che comportino incrementi dei carichi originari superiori al 20% c) effettuare interventi strutturali rivolti a trasformare l'edificio in un organismo edilizio diverso dal precedente; d) effettuare interventi strutturali rivolti ad eseguire opere e modifiche per rinnovare e sostituire parti strutturali dell'edificio, allorché detti interventi implichino sostanziali alterazioni del comportamento globale dell'edificio stesso; |
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AllegatiDeterminazione sperimentale della resistenza dei materiali |
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Allegato I1.1 Determinazione sperimentale della resistenza a compressione degli elementi resistenti artificiali e naturali 1.1.1. Determinazione sperimentale della resistenza a compressione degli elementi resistenti artificiali La produzione degli elementi resistenti artificiali deve essere controllata per ogni stabilimento di produzione mediante prove ufficiali con periodicità almeno annuale. Il controllo di accettazione in cantiere eventualmente richiesto dal direttore dei lavori ha lo scopo di accertare se gli elementi da mettere in opera abbiano le caratteristiche dichiarate dal produttore. Tale controllo sarà effettuato su uno o più campioni costituiti ognuno da tre elementi da sottoporre a prova di compressione. Per ogni campione siano f1, f2, f3 la resistenza a compressione dei tre elementi con il controllo si considera positivo se risultano verificate entrambe le diseguaglianze: |
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Allegato 22.1. Determinazione sperimentale della resistenza a compressione e della resistenza a taglio della muratura Tramite le prove descritte nel presente allegato può essere determinato il modulo di elasticità normale secante della muratura facendo riferimento all'intervallo In mancanza di determinazione sperimentale, potranno assumersi nei calcoli i seguenti valori dei moduli di elasticità: modulo di elasticità normale secante E: modulo di elasticità tangenziale secante G: G = 0,4E |
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