Sent.C. Stato 04/04/2002, n. 1857

1. Nelle gare d'appalto di lavori pubblici le prescrizioni del bando di gara o delle lettere d'invito, quando possono prestarsi a incertezze o intendersi in più modi, devono essere interpretate nel senso più favorevole alla più estesa partecipazione di imprese alla gara e anche nel senso meno favorevole alle inutili formalità. 2. Nelle gare d'appalto di lavori pubblici il mancato rispetto delle formalità richieste dal bando che può dare luogo alla esclusione dalla gara deve essere interpretato secondo il comune canone di ragionevolezza; e costituiscono pure e semplici irregolarità le carenze che comunque non possono far dubitare sulla paternità, veridicità e consistenza dell'offerta e che siano certamente non idonee ad influire sulla sicura conoscenza dei fatti da parte dell'Amministrazione appaltante. 3. Nelle gare d'appalto di lavori pubblici la spedizione dell'offerta mediante raccomandata è prescritta nella lettera d'invito non come formalità arbitraria e superflua ma per assicurare la certezza delle date di spedizione e di arrivo nonché l'identità del plico (che viene registrato); si ha infatti così, in aggiunta all'intervento dell'organo interno dell'Amministrazione appaltante (che opera col protocollo in arrivo), l'intervento di un organo ad essa estraneo.