Sent.C. Cass. 29/11/1990, n. 11518

1. Nel caso in cui la Cassa per il Mezzogiorno, anziché procedere direttamente all'esecuzione di opere pubbliche rientranti nella sua sfera di azione, avvalendosi (anche) dei competenti uffici del Genio civile e del Corpo forestale dello Stato (art. 8, 4° c., L. 10 agosto 1950 n. 646), vi provveda (ai sensi del 1° c. dell'art. cit.) a mezzo di Enti concessionari, essa non diviene parte del contratto di appalto stipulato tra l'appaltatore dei lavori ed il concessionario, il quale non assume la posizione di mandatario della Cassa; pertanto, non è configurabile, nei confronti della medesima Cassa, una situazione di litisconsorzio necessario nella causa promossa dall'appaltatore contro il concessionario per il pagamento di somme pretese in base all'esecuzione del contratto di appalto. 2. In tema di appalto di opere pubbliche, la clausola contenuta nell'art. 36 del Capitolato generale per le opere finanziate dalla Cassa per il Mezzogiorno (6 luglio 1954), secondo cui il debito per il pagamento della rata di saldo è assoggettato agli ordinari interessi del 5% a partire da due mesi dopo il certificato di collaudo, non ha natura vessatoria, né comporta una limitazione di responsabilità, poiché gli interessi legali sono cumulabili col risarcimento del maggior danno ai sensi dell'art. 1224 C.c.