N12

Scheda chiese di II livello per il rilievo del danno e della vulnerabilità: in Regione Molise, Consiglio Nazionale delle Ricerche. Beni Monumentali e Terremoto: dall’emergenza alla ricostruzione, DEI Tipografia del Genio Civile, Roma, 2005 (Capitolo 4, Allegati C1, C2 e C3).

N11

A titolo puramente indicativo, nel caso di manufatti particolari o tipologie per le quali non siano utilizzabili i modelli semplificati successivamente proposti e non possano esserne definiti di equivalenti, è possibile associare ai livelli qualitativi di vulnerabilità un intervallo di valori dell’accelerazione allo stato limite ultimo aSLU; nel caso di un manufatto con coefficiente di importanza pari a 1, posto su terreno di fondazione di tipo A ed in assenza di effetti di amplificazione topografica, si otterrebbero i seguenti valori dell’indice di sicurezza a seconda della zona sismica in c

N10

Per i primi, in assenza di informazioni relative, le indagini dovranno essenzialmente tendere ad escludere la presenza di suoli tipo S1-S2 e, se ritenuto decisivo in termini di scelte progettuali e/o funzionali (eventuali cambi di destinazione d’uso), definire la macro-categoria di appartenenza (A, B-C-E, D). Per le seconde, le indagini potranno, in generale, essere omesse qualora, su responsabile o motivato giudizio del tecnico ed in relazione alle caratteristiche dei terreni, siano contemporaneamente verificate le seguenti circostanze:

N9

Lista dei principali cataloghi sismici per il territorio italiano: — Postpischl D. (1985), Catalogo dei terremoti italiani dall’anno 1000 al 1980, Progetto Finalizzato Geodinamica (PFG) del C.N.R. — Camassi R. e Stucchi M. (1997), NT4.1 - Un catalogo parametrico di terremoti di area italiana al di sopra della soglia del danno, Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti (GNDT), http://emidius.mi.ingv.it/NT/.

N8

Per lo SLD i valori di I sono ottenuti come media dei rapporti fra le accelerazioni corrispondenti alle probabilità di eccedenza riportate nella tabella 2.2 e l’accelerazione corrispondente alla probabilità di eccedenza del 50% in 50 anni.

N7

Definite al punto 4.7 dell’Ordinanza, Tabella 4.3. Ai fini delle conseguenze di un eventuale collasso è opportuno tener conto anche del rischio indotto dalla costruzione nel contesto urbano. Ad esempio della possibilità che il crollo di un campanile ostruisca una via di fuga o di soccorso non surrogabile.

N6

Per lo SLU i valori di I sono ottenuti come media dei rapporti fra le accelerazioni corrispondenti alle probabilità di eccedenza riportate nella tabella 2.1 e l’accelerazione di riferimento, corrispondente alla probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni.

N5

I valori dell’accelerazione al suolo in condizioni di sito rigido (suolo A) sono forniti da studi di pericolosità sismica. In particolare l’accelerazione di riferimento ag, delle NTC e dell’Ordinanza corrisponde ad una probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni.

N4

Si osserva come l’aver attribuito alla sicurezza, data la sua natura probabilistica, un valore non assoluto così consentendo un compromesso con le esigenze di conservazione, non è concettualmente diverso da quanto prevedono le norme per proteggere le nuove costruzioni, nelle quali i livelli di sicurezza sono definiti attraverso un compromesso con i costi di costruzione).

N3

L’Ordinanza 3274/03, all’articolo 2, comma 3, prevede che entro cinque anni si proceda alla verifica sismica sia degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, sia degli edifici ed opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso. Il D.P.C.M. del 21 ottobre 2003 (G.U. n.