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Sent.C. Cass. 25/02/1990, n. 9701

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1. Appalti oo.pp. - Varianti - Disposte con ordine scritto del D.L. - Mero riferimento al parere dell'Amministrazione - Obbligo di pagamento di quest'ultima - Esclusione. 2. Appalti oo.pp. - Varianti - Eseguite su ordine illegittimo del D.L. - Azione di arricchimento contro l'amministrazione - Ammissibilità - Esperibilità di altra azione contro il D.L. - Irrilevanza.
1. L'Amministrazione pubblica appaltante non è tenuta al pagamento dei lavori aggiuntivi di un'opera pubblica disposti con un ordine scritto del direttore dei lavori che contenga un mero riferimento al parere al riguardo espresso dall'Amministrazione interessata, essendo invece necessario, ai sensi dell'art. 13, 2° c., D.P.R. 16 luglio 1962 n. 1063, che il detto ordine scritto indichi gli estremi della specifica approvazione dei lavori stessi da parte del committente, adottata nelle forme di legge. 2. Nel caso in cui l'appaltatore abbia eseguito lavori aggiuntivi su ordine illegittimo del direttore dei lavori, la proponibilità dell'azione di arricchimento, nei confronti dell'Ente appaltante dell'opera pubblica, non viene meno con riguardo alla possibilità di proporre nei confronti del detto direttore altra azione (ai sensi dell'art. 1398 C.c.) idonea a ristorare l'appaltatore del pregiudizio subito, trovando limite l'applicazione dell'art. 2042 C.c., nei soli rapporti con l'arricchito.

1. Conf. Cass. 1° luglio 1982 n. 3953, [R=W1L823953] secondo la quale l'approvazione delle varianti non può risultare da atti di consenso meramente implicito o provenienti da organi diversi (nella specie, dal Sindaco anziché dal Consiglio municipale). Ved. Cass. 4 novembre 1982 n. 5792[R=W4N825792], 5 febbraio 1979 n. 745[R=W5F79745], 17 ottobre 1977 n. 4430, [R=W17O774430] sul diritto dell'appaltatore al pagamento delle varianti disposte verbalmente dal Direttore dei lavori qualora dette varianti siano poi state riconosciute indispensabili nel verbale di collaudo e questo sia stato approvato dall'Ente appaltante o il riconoscimento, esplicito od implicito, dello stesso organo sulla indispensabilità ed utilità dei lavori. 2. Nello stesso senso Cass. 6 settembre 1985 n. 4640R e 20 maggio 1977 n. 2075[R=W20MA772075] che hanno ritenuto ammissibile, accanto all'azione di arricchimento senza causa contro il Sindaco - ex art. 28 Cost. - che aveva stipulato un contratto di appalto di opera pubblica senza averne il potere. Ved. anche Cass. 8 giugno 1981 n. 3682 sulla proponibilità dell'azione generale d'indebito arricchimento. Contra Cass. 19 marzo 1980 n. 1849,[R=W19M801849] nel senso che l'azione di arricchimento, per il suo carattere sussidiario, non può essere esperita non solo ove sussista la possibilità di altra azione contro l'arricchito ma anche quando l'azione sia sperimentabile contro la persona diversa che sia obbligata per contratto o per legge. Ancora sul carattere sussidiario dell'azione di arricchimento ved. Cass. 21 luglio 1979 n. 4398, [R=W21L794398] 2 aprile 1979 n. 1869, [R=W2A791869] 1° dicembre 1978 n. 5682.[R=W1D785682]
1. e 2. C.c. artt. 1398, 2041, 2042, 2043; L. 20 marzo 1865 n. 2248, All. F, art. 342; R.D. 30 dicembre 1923 n. 2839, art. 26; Cap. gen. oo.pp. D.P.R. 16 luglio 1962 n. 1063, artt. 12, 13 e 14[R=DPR106362,A=12]

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