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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
L. P. Trento 27/05/2008, n. 5
L. P. Trento 27/05/2008, n. 5
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[Premessa] |
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Art. 1 - Approvazione del nuovo piano urbanistico provinciale1. È approvato il nuovo piano urbanistico provinciale, costituito dai seguenti elementi, che ne formano parte integrante e sostanziale: a) la relazione illustrativa, di cui all'a |
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Art. 2 - Salvaguardia del piano urbanistico provinciale e adeguamento degli strumenti di pianificazione1. A decorrere dalla data di entrata in vigore di questa legge si applicano le misure di salvaguardia |
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Art. 3 - Norma transitoria1. I soggetti iscritti, alla data di prima adozione del progetto di nuovo piano urbanistico provincia |
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Allegato A - Piano urbanistico provincialeRelazione illustrativaMateriali del Piano urbanistico provinciale - Relazione illustrativa (Allegato A) - Norme di attuazione (Allegato B) - Cartografie (Allegato C) - Elenchi di invarianti (Allegato D) |
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Il disegno del nuovo Piano urbanistico provinciale per il Trentino Territorio - Ambiente - Competitività |
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LA VISIONE DEL PIANO URBANISTICO PROVINCIALEIl disegno del nuovo Piano urbanistico provinciale trae origine da una visione del Trentino, intesa come la configurazione ambientale e paesaggi |
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Dalla visione ai principi di fondo: Sostenibilità, sussidiarietà responsabile, integrazione e competitivitàLa visione si traduce nei principi ispiratori del nuovo Piano urbanistico provinciale: - principio di sostenibilità, che si traduce nella ricerca e nella costruzione delle sinergie tra il sistema ambientale, quello socio-culturale e quello economico-produttivo e si concretizza nella ricerca e nell'integrazione delle esternalità positive tra tali sistemi. In particolare, lo sviluppo economico deve essere integrato nel miglioramento dell'ambiente e concorrere al progredire dell'equilibrio e della coesione sociale; - principio di sussidiarietà responsabile, secondo il quale la pianificazione e gestione del territorio si colloca al livello istituzionale più |
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Lo scenario di riferimentoLe macro tendenze ambientali, sociali ed economiche in atto in Europa e nel mondo pongono ai contesti locali sfide numerose e complesse, che per quanto concerne il Trentino il Piano urbanistico deve saper comprendere e affrontare. Con riferimento alle questioni più direttamente rilevanti dal punto di vista urbanistico, si richiamano cinque grandi nodi che sono cruciali per l'evoluzione dei contesti locali: - l'affermazione nel mondo di nuovi centri di sviluppo produttivo di dimensioni tali da rendere molto probabile un radicale cambiamento degli attuali equilibri economici, entro un termine medio di 20 - 25 anni; - l'intensificarsi delle forze di "divaricazione" che tendono ad aumentare gli squilibri in termini di capacità di produrre ricchezza e di prospettive di crescita futura, tra aree geografiche (anche di uno stesso Paese o regione), contesti produttivi, gruppi sociali. - il progredire di fatt |
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Il nuovo Piano urbanistico provinciale come strumento di indirizzo strategicoIl nuovo Piano urbanistico della Provincia Autonoma di Trento si configura come cornice strategica per la definizione di linee di azione rispetto al contesto territoriale, finalizzate a uno sviluppo concertato e condiviso. 1. Sviluppo centrato sulla qualità e non sulla quantità. Va sostenuto e guidato il formarsi di condizioni ambientali che favoriscano una crescita economica basata sull'utilizzo efficiente dei fattori dello sviluppo e non sul loro impiego estensivo. In questa prospettiva si intende favorire la realizzazione di attività caratterizzate da alta produttività ambientale, intesa come capacità di generare un valore aggiunto rispetto alle risorse naturali e ambientali impegnate. In questa prospettiva: - il PUP intende porre l'accento sulle condizioni di contesto: si tratta in primo luogo di favorire l'innesto nei sistemi produttivi di forti innovazioni tecnologiche ed organizzative utili per migliorare il grado di efficienza nell'uso delle risorse e nel loro rinnovo; - l'espansione urbana, ove resa necessaria dall'evoluzione strutturale della domanda, deve fare riferimento non alla sola dimensione quantitativa, ma anche a quella qualitativa; in questo senso, lo sviluppo delle aree abitate deve tener conto del carico territoriale e rappresentare occasione di riconfigurazione delle connessioni tra insediamenti e territorio e di rafforzamento delle condizioni fisiche di inclusione sociale; - il territorio provinciale deve assumere una configurazione attrattiva per le attività produttive; - l'obiettivo qualitativo va attuato attraverso la ricerca dell'eccellenza diffusa, intesa come il miglioramento generale delle condizioni del territorio, nonché attraverso l'identificazione di alcuni "progetti bandiera" caratterizzati da poliedricità di obiettivi, impatto socioambientale positivo, consistenti e mirati e |
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I. Evoluzione e innovazione |
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A. Metodologia e strumenti |
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1. IMPOSTAZIONE DEL PROGETTO DI REVISIONECon l'impostazione del Documento preliminare, approvato dalla Giunta provinciale il 24 settembre 2004, e quindi con la prima adozione del progetto, avvenuta il 17 novembre 2006, il nuovo Piano urbanistico provinciale ha inteso rinnovare la tradizione nella gestione del territorio, consolidatasi in Trentino a partire dal 1967 con l'approvazione del primo PUP, sviluppando gli orientamenti emersi negli anni recenti, a partire dagli atti di indirizzo in tema di sviluppo sostenibile, mobilità e turismo approvati nel 2000, nonché approfondendo le tematiche emerse nel dibattito urbanistico riguardo alla tutela dell'ambiente e al governo dello sviluppo. Al fine di promuovere la capacità del Trentino di individuare e valorizzare le condizioni idonee per il proprio sviluppo sostenibile, il nuovo PUP ha di fronte i cambiamenti economici, socioculturali e ambientali che hanno caratterizzato negli ultimi decenni la società "globale", non disgiunti dai problemi e dalle emergenze specifiche, manif |
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2. NUOVO ASSETTO ISTITUZIONALE E DECENTRAMENTO TERRITORIALECon l'approvazione della legge provinciale n. 3 del 16 giugno 2006, "Norme in materia di governo dell'autonomia del Trentino", la Provincia Autonoma di Trento ha disegnato il nuovo assetto dei rapporti istituzionali attraverso un significativo trasferimento di funzioni della Provincia e dei Comprensori ai Comuni, rispondendo all'obiettivo di valorizzare le peculiarità storiche, economiche e culturali locali e insieme assicurare il principio di adeguatezza ed efficacia dell'azione amministrativa. La riforma istituzionale applica il principio di sussidiarietà, nelle due dimensioni verticale e orizzontale, attribuendo ai diversi territori e ai relativi livelli di governo una più ampia e precisa responsabilità nella programmazione e dello sviluppo, dell'assetto territoriale e del sistema dei servizi. Per perseguire questi obiettivi, la riforma istituzionale prevede l'attribuzione ai singoli Comuni di competenze e funzioni da esercitarsi nel rispetto delle regole della differenziazione e dell'adeguatezza; prevede inoltre la costituzione delle Comunità di valle per l'esercizio associato delle competenze e delle relative funzioni. Rientrano in quest'ultima fattispecie le competenze in materia di urbanistica, per le quali il PUP delinea la strategia. |
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3. LA NUOVA LEGGE URBANISTICACon deliberazione della Giunta provinciale n. 1439 del 6 luglio 2007 è stato approvato il disegno di legge n. 253 concernente "Pianificazione urbanistica e governo del territorio". La revisione della legge urbanistica provinciale, dopo sedici anni dall'entrata in vigore dell'attuale legge provinciale 5 settembre 1991, n. 22, e in stretta connessione con il PUP, costituisce uno degli impegni prioritari dell'Amministrazione provinciale, al fine di impostare la nuova disciplina del governo del territorio nel quadro di riforme proposto nella presente legislatura. Con l'approvazione della legge provinciale 16 giugno 2006, n. 3 concernente "Norme in materia di governo dell'autonomia del Trentino", la Provincia Autonoma di Trento ha delineato il nuovo assetto dei rapporti istituzionali attraverso un significativo trasferimento di funzioni della Provincia e dei Comprensori ai Comuni, rispondendo all'obiettivo di valorizzare le peculiarità storiche, economiche e culturali locali e insieme assicurare il principio di adeguatezza ed efficacia dell'azione amministrativa. In sintonia con la riforma istituzionale, la riforma della legge urbanistica e il nuovo PUP ridisegnano gli strumenti di governo del territorio nell'ottica del protagonismo responsabile delle Comunità nella proiezione territoriale di obiettivi di sviluppo equilibrato e sostenibile. Già il Documento preliminare per la revisione del Piano urbanistico provinciale ha prefigurato, attraverso i Piani territoriali delle Comunità, il nuovo strumento pianificatorio che, a livello delle Comunità, rappresenterà per i Piani regolatori generali il riferimento per gli aspetti strutturali e sovralocali. Tale impostazione è confermata e precisata, in coerenza con le norme di attuazione del PUP, dal progetto di legge urbanistica che ridefinisce contestualmente il sistema della pianificazione provinciale su tre livelli: - il Piano urbanistico provinciale (PUP); |
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4. LA FLESSIBILITÀ DEL PUP: IL PIANO-PROCESSOIl criterio della flessibilità è la chiave di volta del nuovo Piano urbanistico provinciale e si esplica sotto due profili fondamentali: - da una parte la disciplina degli elementi permanenti e delle reti ambientali e infrastrutturali è inquadrata nel Piano urbanistico provinciale attraverso meccanismi di aggiornamento progressivo; - dall'altra, si sposta sui territori, vale a dire dalla dimensione provinciale al livello intermedio, nell'ottica della sussidiarietà responsabile, una quota importante delle decisioni relative all'organizzazione del territorio e all'uso razionale delle risorse. Per quanto riguarda il primo aspetto, il PUP introduce meccanismi di progressivo aggiornamento, utilizzando procedure meno rigide di quelle legislative, poste alla base del normale procedimento di formazione del Piano urbanistico provinciale. Si evita in questo modo il sistematico ricorso all'istituto della variante, adeguando progressivamente gli elementi territoriali alla modificazione causata dal trascorrere del tempo e dalla conseguente evoluzione dei fenomeni sociali ed economici. In relazione al secondo aspetto, la flessibilità si concretizza nell'individuazione del Piano territoriale della Comunità come livello pianificatorio di approfondimento e definizione delle scelte territoriali rispetto a indicazioni o problematiche evidenziate dal PUP. É dunque il Piano territoriale della Comunità che prende in esame i contenuti paesaggistici del PUP e li elabora in termini operativi. É lo stesso Piano che, attraverso la valutazione strategica, individua nuove aree produttive del settore secondario di livello provinciale, definisce le soluzioni viarie abbozzate nei collegamenti funzionali indicati dal PUP, apporta modifiche anche sostanziali alle aree sciabili previste dal Piano urbanistico provinciale. Ulteriore elemento che segna il Piano territoriale della Comunità come il livello pianificatorio di definizione di scelte "territoriali" (L.P. n. 3/2006) è l'elaborazione e promozione delle strategie d'ambito che, indicate dal PUP come indirizzi per attivare processi di sviluppo sostenibile, devono essere definite, condivise e attuate a livello locale, attraverso un'efficace mobilitazione delle risorse endogene ed esogene disponibili. Nell'ottica della flessibilità il PUP individua dunque i fattori di attrattività, materiali e immateriali, su cui basare la competitività del sistema produttivo, rinviando ai Piani territoriali delle Comunità e alla conseguente valutazione la definizione delle strategie attraverso la verifica delle potenzialità economiche, insite nelle risorse territoriali. Tenendo presente la complessità delle azioni necessarie per perseguire u |
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5. RIFERIMENTI PER LA PIANIFICAZIONE5.1 Identità e sviluppo locale Contribuire al senso di identità è tra i temi più rilevanti dell'urbanistica contemporanea. Se il territorio è un soggetto collettivo costruito dalla permanenza storica di relazioni tra la comunità locale e l'ambiente fisico, l'identità è una caratteristica che può essere del territorio o della comunità. Nel primo caso si parla di identità territoriale, ovvero di quei caratteri di distinguibilità che permettono di riconoscere un territorio da un altro. Nel secondo caso si parla di identità della comunità locale, che trova anche nel territorio i materiali da cui attingere per sviluppare il senso di appartenenza e la condivisione di valori comuni. Mettere in relazione uno specifico "luogo della comunità", a volte più simbolico che materiale, nel quale la memoria collettiva è costruita dalla permanenza della comunità nel luogo, permette di consolidare un sentimento di appartenenza. Il nuovo Piano urbanistico provinciale affronta la questione stabilendo nei valori del paesaggio e del territorio, in primo luogo attraverso le invarianti e le aree agricole di pregio, quelli cui ispirarsi per contribuire a creare identità. Più precisamente il nuovo Piano attribuisce a questi valori, presenti sull'intero territorio, il significato di fonti irrinunciabili di identità, di criteri ispiratori per la pianificazione a tutte le scale, di essenziale risorsa culturale ed economica. L'identità non è tuttavia un marchio ma è qualcosa che si sceglie e si crea. É importante evidenziare che i valori che contano, al fine di fondare l'identità, sono quelli che si evolvono nel tempo, che consentono di dialogare con il mondo generando opportunità e innovazione. A questo proposito l'urbanistica dell'identità non è in contrasto con quella della modernizzazione: rispetto a questo tema è da evidenziare, da un lato, che non si dà modernizzazione senza una salda ispirazione ai valori identitari, dall'altro, che ogni nuovo intervento deve migliorare il grado di conoscenza e di valorizzazione degli elementi identitari, contribuendo con saldo positivo alla rigenerazione del proprio territorio. Nell'affrontare la questione delle relazioni tra identità e territorio si deve dunque rilevare il tema nodale del confronto e del riconoscimento: l'identità esiste se viene riconosciuta da un gruppo sociale e la pianificazione territoriale, attraverso la costruzione di uno strumento di governo delle trasformazioni, offre proprio un luogo nel quale le identità emergono e si confrontano. In quest'ottica procedono la L.P. n. 3/2006, di riforma del governo dell'autonomia del Trentino, e il nuovo Piano urbanistico provinciale, in quanto ricostituiscono il nesso tra territori, responsabilità e sviluppo. Nel territorio trentino, le diversità linguistiche e culturali, le diversità delle forme di uso del territorio e di riconoscimento del suo paesaggio sono solo alcuni dei materiali di partenza per elaborare nuove forme di identità territoriale che diano un senso e un valore significativo, all'essere cittadini di una realtà delle Alpi, all'appartenenza a un comune spazio fisico e sociale, ai beni ambientali e territoriali, all'uso responsabile dei luoghi. 5.2 Inquadramento strutturale e "invarianti" Le risorse, individuate nell'Inquadramento strutturale, e le relative relazioni costituiscono per valore ambientale, paesistico e territoriale elementi o aspetti strutturali del territorio da riconoscere e valorizzare, nel rispetto delle relative norme, nell'ottica dello sviluppo sostenibile. L'evidenziazione di tali elementi risponde all'obiettivo di fornire un quadro conoscitivo sufficientemente approfondito e completo per garantire la trasformazione coerente delle componenti territoriali che strutturano il territorio provinciale, nelle sue articolazioni, e gli conferiscono duratura riconoscibilità e funzionalità. Gli elementi strutturali, da assumere negli strumenti di pianificazione territoriale, ai diversi livelli di competenza, sono articolati nel Quadro primario (Rete idrografica, Elementi geologici e geomorfologici, Aree silvo-pastorali, Aree agricole, Aree a elevata naturalità) , relativo agli elementi di strutturazione fisica del territorio, nel Quadro secondario (Sistema degli insediamenti storici, Sistema degli insediamenti urbani, Sistema infrastrutturale), relativo alla sedimentazione dei processi di insediamento, e nel Quadro terziario (Paesaggi rappresentativi), relativo al riconoscimento degli elementi e dei paesaggi rappresentativi. Va sottolineata la strumentalità dell'organizzazione per sistemi: primario, secondario e terziario sono modi di presentare le relazioni tra i beni costituenti nel loro insieme il patrimonio della Provincia, utili per rendersi conto degli aspetti relazionali da rispettare sul territorio. Tra gli aspetti strutturali, assunti nell'Inquadramento, il PUP individua come "invarianti" quegli elementi aventi carattere di permanenza e di insostituibilità, in quanto strettamente e durevolmente relazionati con l'ambiente e il territo |
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B. Territorio, elementi permanenti e sviluppoLa provincia di Trento ha una superficie pari a poco più del 2% del territorio nazionale (6206,88 kmq) e si estende nelle Alpi Retiche meridionali. Più del 70% del Trentino sta a un'altitudine superiore ai 1000 metri. Fiumi, laghi, foreste e alpi sono elementi essenziali del contesto geografico: poco più del 50% della |
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6. LA RICONOSCIBILITÀ DEI LUOGHI COME RISORSAIl PUP intende rafforzare la riconoscibilità dell'offerta territoriale del Trentino, valorizzandone la diversità paesistica, la qualità ambientale e la specificità culturale sostenendo il recupero e la valorizzazione dell'identità ambientale e culturale del Trentino, intesa non come fattore di chiusura, ma di consolidamento del sistema sociale della Provincia e di caratterizzazione della sua offerta territoriale anche a livello internazionale. L'obiettivo è quello di garantire l'essenziale condizione del principio di sostenibilità per il quale lo sviluppo avviene secondo una profonda coerenza con le tradizioni storiche e le aspirazioni future degli abitanti, e con la conformazione ambientale del territorio e la sua complessiva capacità di carico. A tale fine il PUP introduce per la prima volta nella strumentazione urbanistica la Carta del paesaggio che si configura come lettura completa degli elementi identitari e di valore dei luoghi per il governo delle trasformazione del paesaggio. La Carta del paesaggio, da approfondire e interpretare nell'ambito dei Piani della Comunità, pone la qualità del territorio al centro dell'azione di governo in quanto condizione di base per cogliere le nuove opportunità di sviluppo e per contrastare efficacemente (con azioni positive e non soltanto con vincoli e limitazioni) i rischi e i processi di degrado. La qualità del territorio, in senso lato, può essere peraltro pensata sia come componente delle condizioni di benessere degli abitanti e dei visitatori, sia come fattore di riconoscibilità e di attrattività dell'offerta territoriale del Trentino nei confronti dei visitatori stessi e dei pot |
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7. TERRITORIO E AMBIENTELineamenti strutturali e geomorfologici. Il territorio della Provincia Autonoma di Trento è caratterizzato dal punto di vista geologico dalla presenza di due grandi unità strutturali della catena Alpina: le Alpi calcaree meridionali (Sudalpino) e l'Austroalpino. Il confine tra queste due unità è costituito dal Lineamento Periadriatico detto anche Linea Insubrica, un fascio di linee tettoniche ad andamento est-ovest che attraversa longitudinalmente l'intero orogene alpino e che in Trentino passa attraverso il passo del Tonale e la Valle di Sole (prendendo il nome di linea del Tonale e linea delle Giudicarie nord). |
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FIG. 7.1 LINEAMENTI STRUTTURALI E MORFOLOGIA DEL TERRITORIO TRENTINOLa grande varietà delle formazioni affioranti produce una morfologia di tipo selettivo, con forme aspre e pareti verticali su litologie compatte e competenti, in contrapposizione a forme più dolci su quelle incompetenti o degradabili. Le alternanze di rocce a diverso grado di erodibilità, danno luogo a morfologie costituite dall'associazione di dolci pendii, ripiani, cenge e pareti rocciose come per esempio nelle zona delle Dolomiti. Dove le formazioni sono compatte e hanno giacitura suborizzontale le morfologie sono tabulari e spesso delimitate da ripide scarpate e profonde incisioni come per esempio nelle vulcaniti della Piattaforma Vulcanica Atesi |
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FIG. 7.2 INDIVIDUAZIONE DI GEOSITI NELLO STUDIO CONDOTTO DAL PARCO NATURALE ADAMELLO-BRENTARispetto agli elementi geologici e geomorfologici che il PUP individua come invarianti è importante sottolineare l'obiettivo non solo della tutela e valorizzazione secondo le norme di settore ma anche quello di una più dettagliata conoscenza del territorio. I Piani territoriali delle Comunità e i Piani regolatori generali saranno in questo senso la sede per tali approfondimenti rispetto ai diversi elementi del relativo terrritorio. Lo studio dovrà in particolare contenere: - individuazione e censimento delle forme; - perimetrazione dell'area; - caratterizzazione geologica (speleo-idrogeologica nel caso delle grotte e delle aree carsiche); - proposta di tutela e valorizzazione in coerenza con la L.P. n. 37/1983. Tale obiettivo di tutela non va peraltro inteso come mera conservazione ma come indagine intorno al bene, al fine di riconoscerne caratteristiche e valenze nonché di definire coerenti modalit&ag |
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FIG. 7.3 LA RETE IDROGRAFICA DEL TERRITORIO TRENTINOIn sintesi: Il Piano urbanistico provinciale traduce a livello pianificatorio gli obiettivi di tutela del PGUAP per la tutela del territorio. Il Piano urbanistico provinciale interviene sul tema sotto due profili: da una parte disciplinando gli aspetti geologici e idrogeologici del suolo attraverso la Carta di sintesi della pericolosità e dall'altra tutelando le aree poste lungo i principali corsi d'acqua, al fine della conservazione e valorizzazione ambientale. Per quanto riguarda la sicurezza idraulica e idrogeologica del territorio il Piano urbanistico provinciale conferma l'impostazione vigente che prevede l'aggiornamento periodico della Carta di sintesi della pericolosità, a seguito dell'individuazione delle aree a specifico pericolo e dell'evoluzione delle metodologie analitiche. In relazione alla protezione delle aree spondali il Piano urbanistico provinciale integra le "aree di protezione fluviali", già individuate dal PUP, con i contenuti del PGUAP relativi agli ambiti fluviali di interesse ecologico. |
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FIG. 7.4 LE AREE A BOSCO, A PASCOLO E IMPRODUTTIVE SUL TERRITORIO PROVINCIALELa disciplina in materia di territorio forestale e montano - la legge provinciale n. 11 del 2007 - è in generale finalizzata a migliorare la stabilità fisica e l'equilibrio ecologico del territorio forestale e montano, nonché a conservare e a migliorare la biodiversità espressa dagli habitat e dalle specie, attraverso un'equilibrata valorizzazione della multifunzionalità degli ecosistemi. Obiettivo è quello di di tendere a un adeguato livello possibile di stabilità dei bacini idrografici, dei corsi d'acqua e di sicurezza per l'uomo, di qualità dell'ambiente e della vita e di sviluppo socioeconomico della montagna. La stabilità fisica ed ecologica del territorio e degli ecosistemi montani e la conservazione della biodiversità e la sua equilibrata valorizzazione sono in particolare perseguite attraverso il mantenimento e il miglioramento della funzione protettiva, il riconoscimento e la valorizzazione della funzione ambientale non disgiunta da un equilibrato sostegno alla funzione produttiva, rivolta allo sviluppo della filiera foresta-legno, e dalla valorizzazione della funzione culturale e turistico-ricreativa. Nell'ambito delle aree boscate un accenno particolare meritano le foreste demaniali, patrimonio indisponibile della Provincia Autonoma di Trento, che comprendono varie superfici territoriali - si pensi al comparto di "Scanuppia", del "Monte Bondone", di Monte San Pietro nonché di quelle denominate "Giazza" e "Bes-Cornapiana". Tra queste il comparto di maggior rilevanza è quello che comprende le foreste demaniali della valle di Fiemme (Cadino e Panevegg |
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FIG. 7.5 LE AREE PROTETTE SUL TERRITORIO PROVINCIALE E LE RELAZIONI CON I PARCHI DELLE REGIONI E PROVINCE LIMITROFE |
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SUPERFICIE DEI PARCHI NATURALI TRENTINI
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SUPERFICIE DEI DIVERSI TIPI DI RISERVA DEL PARCO NATURALE ADAMELLO-BRENTA ALLA FINE DEL 2004
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SUPERFICIE DELLE RISERVE TRENTINE
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ELENCO DELLE RISERVE LOCALI
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8. VOCAZIONI E SVILUPPO TERRITORIALELe trasformazioni in corso in alcuni settori strategici per lo sviluppo locale sono, in parte, dipendenti da politiche sovralocali e internazionali almeno per quanto riguarda le grandi connessioni ecologico ambientali lungo l'arco delle Alpi, il grande asse di traffico transalpino del Brennero, le relazioni interregionali indotte dal sistema socio-economico e produttivo e le relazioni interregionali indotte dal turismo. Questi processi di trasformazione in atto, pretendono che localmente ci si attivi per consolidare l'integrazione del Trentino nel contesto europeo, inserendolo efficacemente nelle grandi reti infrastrutturali, ambientali, economiche e socio-culturali. Si tratta di favorire il rafforzamento delle connessioni economiche e culturali del Trentino con le regioni europee, valorizzando la competitivà delle specificità del territorio e favorendo l'apertura al contesto internazionale. Ciò presuppone una strategia relativa al consolidamento della riconoscibilità dell'offerta territoriale del Trentino attraverso cui orientare i sistemi locali ad auto-organizzarsi per affrontare le nuove opportunità di uno sviluppo duraturo e in definitiva sostenere la competitività del sistema provinciale nel suo complesso. A tal fine il PUP intende evidenziare e valorizzare gli aspetti ambientali e paesaggistici che hanno rilievo nel caratterizzare l'identità del Trentino e dei suoi territori, rappresentando le basi materiali della sua vocazione, nonché dei ruoli che esso può svolgere nell'evoluzione sociale ed economica della macroregione di cui è parte. Come spiegato in premessa il PUP si propone di favorire lo sviluppo economico "endogeno", inteso come sviluppo che deriva dalla valorizzazione del potenziale di offerta generato localmente ed eventualmente rafforzato attraverso l'attrazione di risorse esterne. Questo orientamento presuppone la ricerca di uno sviluppo economico "dal basso", basato sul riconoscimento delle vocazioni locali e quindi sulla valorizzazione delle risorse locali e sul rafforzamento delle competenze gestionali e progettuali degli attori del territorio. In questo quadro il PUP propone le strategie, di cui alla Parte II, intese come orientamenti per lo sviluppo locale, articolati in modo diverso per le singole Comunità, sulla base delle specifiche caratteristiche territoriali e del contesto socio-economico di riferimento. Il PUP sollecita peraltro ciascun territorio a farsi carico, per la propria parte, di tutte le strategie, individuando inoltre una gerarchia di priorità cui localmente si deve rispondere. |
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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO, POPOLAZIONE PER TERRITORI (FONTE: DATI ISTAT)
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PUNTEGGIO DELLE FUNZIONI DI CENTRALITÀ URBANA PER COMUNE
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FIG. 8.3.1 ANALISI DELL'USO DEL SUOLO AGRICOLO. L'ESEMPIO DI RIFERISCE ALLA PIANA DI RIVA DEL GARDA E ARCO |
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ESTENSIONE DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI AGRICOLE TRENTINE
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FIG. 8.3.2 DISTRIBUZIONE DELLE ZONE RICONOSCIUTE DOP |
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FIG. 8.3.3 DISTRIBUZIONE DELLE ZONE RICONOSCIUTE DOCPer l'ulteriore tipicizzazione delle produzioni vitivinicole trentine è da richiamare inoltre la zonazione, il cui obiettivo è quello di individuare, sul territorio, zone omogenee dal punto di vista geo-pedologico, ambientale (edafico e climatico) e agronomico per poter ottimizzare i fattori in grado di modificare i risultati quanti-qualitativi viticoli, mantenendo inalterata la "naturalità" del prodotto". Le zonazioni fino a oggi individuate interessano la collina di Faedo, tra Valle di Cembra e Valle dell'Adige, la zona di produzione del Marzemino, nell'ambito di Rovereto e di S. Margherita di Ala, la zona di produzione del Teroldego Rotaliano. Di particolare rilevanza rispetto all'obiettivo di integrazione delle politiche territoriali, perseguito dal Piano urbanistico provinciale, è infine la qualificazione dell'attività agricola al fine della competitività anche turistica del territorio provinciale. La disciplina di salvaguardia e di valorizzazione delle aree agricole, condotta da |
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FIG. 8.3.4 COMPOSIZIONE DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE IN TRENTINONell'industria trentina, il comparto delle costruzioni e quello estrattivo presentano un peso sicuramente maggiore rispetto al resto d'Italia. Il settore delle costruzioni da solo conta circa il 10,5% degli addetti, contro l'8% dell'Italia; la sua vitalità è però strettamente legata all'andamento delle opere pubbliche e, in parte, al settore del turismo. L'attività estrattiva in Provincia, dove il settore trainante è quello del porfido, cavato in una sorta di distretto tra la Valle di Cembra e la Valsugana, nelle zone di Albiano, Cembra, Fornace, Baselga di Piné, impiega 3.000 addetti (1,5% della forza lavoro trentina) e mostra negli ultimi anni non solo una progressiva crescita produttiva e occupazionale ma anche un forte incremento delle esportazioni (+69%), che nel 2002 hanno rappresentato il 18,9% dell'intero volume di affari. Rispetto a questo quadro è significativo ricordare che con l'approvazione della L.P. n. 7/2006, che ridefinisce la disciplina dell'attività di cava, è stato istituito il Distretto del porfido, nell'ottica della valorizzazione del settore della pietra trentina e della relativa filiera produttiva nonché della aggregazione d'impresa. Riguardo al settore manifatturiero si può dire che il Trentino conferma una limitata vocazione alla localizzazione di attività manifatturiere. Complessivamente nel comparto manifatturiero diminuisce leggermente il numero di addetti, con una dinamica non dissimile da quella nazionale (-0,4% annuo contro il -0,6% dell'Italia). Per quanto riguarda la composizione settoriale, si nota come, a fronte di un calo generalizzato dei settori del tessile, dell'abbigliamento, pelli e calzature, si ha una tenuta e talora una crescita nei settori della meccanica, in particolare delle macchine per ufficio, e della meccanica di precisione, nonché del settore cartario. Se quest'ultimo costituisce da sempre un settore di punta dell'economia locale (si pensi alle cartiere di Riva del Garda e di Villa Lagarina), il nuovo orien |
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DISTRIBUZIONE E SUPERFICIE DELLE AREE PER ATTIVITÀ PRODUTTIVE DEL SETTORE SECONDARIO DI LIVELLO PROVINCIALE NELLA PIANIFICAZIONE VIGENTE (IN NERETTO I COMUNI CON AREE PRODUTTIVE DI LIVELLO PROVINCIALE INDIVIDUATE DAL PUP VIGENTE)
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DISTRIBUZIONE DEI CENTRI PER ATTIVITÀ COMMERCIALI E SUPERFICI PER GRANDI STRUTTURE DI VENDITA
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NUMERO DI ESERCIZI RICETTIVI E POSTI LETTO PER TIPOLOGIA IN TRENTINO NELL'ANNO 2004
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MOVIMENTO TURISTICO NELL'ANNO 2004 (ESCLUSI ALLOGGI PRIVATI E SECONDE CASE)
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ARRIVI NEI VARI AMBITI TURISTICI (ANNO 2004)
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FIG. 8.4.1 CORRIDOIO MULTIFUNZIONALE DEL BRENNEROLa crescente mobilità, processo particolarmente complesso in un territorio limitato come quello Trentino, obbliga a tenere conto non solo di flussi di persone e merci, ma anche dei processi di integrazione e omologazione socio-economica e culturale, un tempo di lenta evoluzione: tra questi, pesano sul territorio il turismo, l'internazionalizzazione dei mercati dei prodotti, gli spostamenti occupazionali. In questo quadro il Piano urbanistico provinciale adotta un programma complessivo, finalizzato a perseguire nuove modalità di spostamento delle persone e delle merci più efficienti dal punto di vista ambientale e più rispondenti alle esigenze di competitività territor |
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II. Il progetto di Piano |
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9. I CONTENUTI DEL PIANO URBANISTICO PROVINCIALEIl nuovo Piano urbanistico provinciale intende rispondere alle innovazioni della disciplina urbanistica, ai profondi cambiamenti innescati dalle dinamiche territoriali nonché alle esigenze di integrazione del sistema informativo nella pianificazione. Mutuando dai piani urba |
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9.1 La cartografia del PianoUn generale lavoro di aggiornamento e di informatizzazione delle basi cartografiche, avviato negli anni passati dal Servizio Urbanistica e tutela del paesaggio della Provincia, ha trovato esito nel progetto di revisione. In particolare la nuova carta tecnica provinciale alla scala 1:10.000, basata su rilievo aerofotogrammetrico aggiornato al 2004 e per la prima volta resa in formato digitale, è stata assunta come base cartografica del nuovo Piano urbanistico provinciale. Cartografie complementari, impostate negli anni scorsi dal Servizio Urb |
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FIG. 9.1 SUDDIVISIONE DEI FOGLI DEL PIANO ALLA SCALA 1:50.000 E DELLE SEZIONI ALLA SCALA 1:25.000Il nuovo Piano urbanistico provinciale, in coerenza con la legge riforma istituzionale, prefigurando il nuovo sistema di pianificazione articolato sui tre livelli (Piano urbanistico provinciale, Piano territoriale della Comunità, Piano regolatore), assume, ancor più rispetto all'impostazione vigente, la funzione e i contenuti di un piano territoriale strategico, volto a privilegiare gli aspetti di indirizzo e di supporto conoscitivo per la pianificazione territoriale e locale, rispetto a quelli prescrittivi e di immediata applicazione. In questo nuovo quadro della pianificazione urbanistica, impostato su |
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9.2 Inquadramento strutturaleL'Inquadramento strutturale riassume i sistemi, i siti e le risorse di maggiore importanza ambientale, territoriale e storico-culturale, quali emergono dal quadro conoscitivo. Si tratta dello strumento con cui si legge in modo organico l'insieme degli elementi strutturali, intesi come quelle componenti o relazioni di lunga durata che si ritiene debban |
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FIG. 9.2.1 INQUADRAMENTO STRUTTURALE (FOGLIO N. 60 - TRENTO)Per descrivere la confluenza di fattori strutturali dell'intero territorio e di fattori propri delle specificità locali, l'Inquadramento strutturale rappresenta le reti, in quanto sistemi di relazioni tra elementi, e i luoghi in cui tali elementi sono contestuali, ordinando i caratteri secondo tre filoni: - quadro primario, comprendente |
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Elementi e fonti dell'Inquadramento strutturale - InvariantiNell'Inquadramento strutturale i fattori ambientali, territoriali e storico-culturali, tra cui le "invarianti", sono intesi come il patrimonio organizzato delle risorse e delle relative relazioni, finalizzato a valorizzare e potenziare l'identità del territorio. Tale individuazione significa anche riconoscere le regole che ne permettono il funzionamento e che consentono di evolvere, ovvero di trasformarsi, raggiungendo via via condizioni di equilibrio nei confronti del contesto. Le condizioni di equilibrio sono quelle che consentono di mantenere al meglio la funzione principale riconosciuta come propria delle relazioni strutturali: - le invari |
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9.3 Disciplina del paesaggioIl Piano urbanistico provinciale propone un generale ripensamento della tutela del paesaggio, orientando la disciplina verso il superamento del semplice sistema del vincolo e dell'autorizzazione degli interventi e integrando nella pianificazione la lettura del paesaggio e la valutazione delle possibili trasformazioni, in quanto strumenti di verifica delle nuove scelte di piano. Il Piano urbanistico provinciale, da una parte demanda a una specifica cartografia (Carta delle tutele paesistiche) le aree e i beni sottoposti alle procedure autorizzatorie finalizzate alla tutela paesistica, dall'altra introduce con la Carta del paesaggio un nuovo strumento di lettura delle forme del territorio e di riconoscimento dei suoi valori, al fine di indirizzarne le possibili trasformazioni. La Carta del paesaggio, intesa come approfondimento dell'Inquadramento strutturale, attraverso l'inviduazione delle unità di |
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Fig. 9.2.1. Carta del paesaggio (Sezione n. 61030 - Borgo Valsugana)Dall'insieme delle analisi, degli studi e delle indicazioni è emerso un quadro molto complesso di singolarità, di somiglianze e di diversità grazie alle quali è stato possibile classificare quantitativamente e qualitativamente diversi paesaggi e intuirne l'evoluzione. In cartografia sono rappresentate anche alcune indicazioni strategiche che la pianificazione subordinata dovrà considerare: - fronti di pregio (linea rossa) per segnalare ambiti edificati, coltivati o di valenza naturalistica, di particolare rilevanza sia a livello locale che a livello territoriale complessivo; - limiti allo sviluppo (linea nera) per richiamare l'attenzione su espansioni urbane che possono compromettere l'equilibrio territoriale e paesaggistico; - alcune situazioni di eccellenza (asterisco) che spiccano nei vari sistemi. La segnalazione delle situazioni problematiche è demandata ai Piani territoriali delle Comunità e ai Piani regolatori sulla base degli specifici approfondimenti da condurre a livello locale. Di seguito si illustra la metodologia seguita per la lettura del paesaggio. Il paesaggio del Trentino diffusamente antropizzato, pur conservando una naturalità rilevante, può essere suddiviso in cinque sistemi complessi di paesaggio che combinandosi in vario modo, danno vita a una serie e a una varietà straordinaria di ambienti: |
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Fig. 9.3.2 Carta delle tutele paesistiche (Foglio n. 60 - Trento)Rispetto alle "Aree di tutela ambientale" si configurano come elementi di eccellenza i "Beni ambientali", individuat |
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9.4 Le retiL'Inquadramento strutturale è alla base di una parte importante della disciplina del Piano urbanistico provinciale, perché consente di impostare da un lato le coordinate per la verifica del buon utilizzo delle risorse e insieme della capacità di carico del territorio, dall'altro le regole per assicurare la funzionalità del sistema attraverso la logica delle reti. Nel quadro complessivo del Piano, il sistema infrastrutturale e quello ambientale rappresentano gli elementi portanti, di più lunga durata, in quanto riguardano le due reti che da un lato rendono possibile e dall'altro condizionano lo sviluppo e la trasformazione della città. Sulla base dei temi messi in evidenza nell'Inquadramento strutturale, nelle specifiche cartografie il Piano distingue per le diverse reti le componenti e le relazioni e ne identifica i criteri di funzionalità principali che non devono essere compromessi o disattesi nei vari livelli di pianificazione. Obiettivo è quello di definire un quadro gerarchizzato dei diversi elementi che lo costituiscono, in modo da ricercare la massima integrazione e ricaduta positiva sul territorio. La tutela e la valorizzazione delle reti configurano nel PUP le regole e i parametri prestazionali che valgono sull'intero territorio. Il rispetto di tali regole costituisce la base valutativa per considerare gli effetti dei piani di sviluppo locale: i vantaggi o i rischi delle strategie, proposte nei piani di livello intermedio, vanno valutati soprattutto per gli effetti che tali strategie possono avere sul sistema complessivo delle reti. 9.4.1 Reti ecolog |
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Fig. 9.4.1 Reti ecologiche e ambientali (Foglio n. 80 - Riva del Garda)La disciplina delle aree a elevata |
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Fig. 9.4.1 Reti ecologiche e ambientali (Foglio n. 58 - Monte Adamello)Le aree a elevata integrità (ghiacciai, rocce e rupi boscate) sono le aree a bassa o nulla antropizzazione, sostanzialmente corrispondenti alle "Aree improduttive" della pianificazione vigente. Il nuovo PUP ne sottolinea il valore di aree integre e, in particolare, per quanto riguarda i ghiacciai rafforza l'attuale disciplina che ammette la sola manutenzione e ristrutturazione delle strutture esistenti nonché l'eventuale realizzazione di manufatti speciali aventi l'esclusiva funzione di presidio civile per la sicurezza del territorio, introducendo il concetto di razionalizzazione delle infrastrutture esistenti e di limite delle stesse. A tale proposito la Giunta provinciale approva, per i ghiacciai interessati, un apposito programma volto a definire le azioni ammissibili, purché sia garantita l'integrità strutturale del ghiacciaio, anche con |
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Fig. 9.4.2 I corridoi di accesso, per l'interconnessione del Trentino all'Europa e alle Province limitrofe e i corridoi per l'integrazione interna del territorio provincialeSotto il profilo infrastrutturale, è importante sottolineare che all'interno di ogni corridoio, sussistono sistemi di mobilità integrati che vedono la presenza di assi stradali e/o ferroviari il cui potenziamento, o la cui innovazione, è strettamente correlata alle strategie individuate nel Piano provinciale della mobilità. La traduzione di questi contenuti programmatori in effettive scelte di piano, definite alla scala territoriale, nonché l'individuazione delle priorità di intervento all'interno del singolo corridoio devono trovare nella valutazione strategica e nel bilancio ambientale delle previsioni la necessaria verifica, nonché le modalità di analisi, controllo e monitoraggio per la definizione delle scelte da operare. Nello specifico il PUP riconosce tre corridoi di accesso, che trovano a Trento, attraverso l'interconnesione dei vari sistemi di mobilità, il proprio nodo comune: - il corridoio Nord-Sud, inteso come asse del Brennero e rivolto principalmente all'Europa e all'interconnessione con i corridoi 4 e 10 che con Sempione e Gottardo consente al corridoio 5 di interagire con il Nord Europa; - il corridoio Est, rivolto verso il Veneto e all'interconnessione con il corridoio 5 Torino-Venezia-Trieste/Koper-Postojina-Lubiana-Budapest-Uzgorod-Lvov-Kiev; - il corridoio Ovest, rivolto verso la Lombardia attraverso la Provincia di Brescia. Il corridoio Nord-Sud si identifica negli assi portanti dell'autostrada A22, ferrovia e strada statale n. 12, nonché in quello complementare della strada provinciale n. 90. La necessità di ragionare complessivamente sui principali assi infrastrutturali della valle dell'Adige consente da una parte di affrontare in modo sistematico la programmazione di rilevanti interventi di razionalizzazione territoriale come la circonvallazione di Trento e di Rovereto, dall'altra di sviluppare politiche di contenimento de |
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Fig. 9.4.2 Sistema insediativo e Reti infrastrutturali (Sez. 60020 - Pergine Valsugana)La tabella seguente riporta l'elenco dei collegamenti funzionali, destinato a variare secondo aggiornamenti progressivi dettati dalla definizione delle scelte progettuali, come peraltro è avvenuto tra la I e la II adozione del nuovo PUP. Come emerge dalle specifiche descrizioni i collegamenti funzionali sono segnati dal carattere strategico e dalla rilevanza per le connessioni interv |
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Elenco dei collegamenti funzionali
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9.5 Sistema insediativoCoerentemente con l'impostazione delineata dalla Legge di riforma istituzionale, il Piano urbanistico provinciale si rafforza sotto il profilo dell'individuazione dell'orientamento strategico del territorio e assume invece il ruolo di strumento più flessibile, per quanto riguarda le previsioni connesse con aspetti operativi e gestionali. In questa prospettiva i contenuti del Sistema insediativo del Piano sono ridefiniti sotto il profilo dei interessi pubblici coinvolti, ma anche della diversa natura e caratterizzazione delle autonomie, distinguendo gli argomenti le cui regole assumono forma di vincolo - a presidio di specifici interessi dell'intera collettività - da tutte le altre materie di governo, le cui regole hanno invece carattere di indirizzo rispetto ai Piani territoriali delle Comunità, rinviando a linee guida e a strumenti metodolog |
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Fig. 9.5 Sistema insediativo e Reti infrastrutturali (Sezione n. 60030 "Trento")Il PUP assegna ai Piani territoriali delle Comunità il compito della localizzazione di massima delle attrezzature di livello sovralocale (tra cui i maggiori complessi sportivi e ricreativi) e della definizione dei criteri per il relativo dimensionamento, sulla base di una serie di elementi di verifica territoriale: - consistenza demografica dei residenti stabilmente insediati; - ruolo territoriale dei comuni, costituenti la comunità, rispetto all'attuale distribuzione dei servizi all'interno del territorio di riferimento; - entità del bacino di utenza utilizzabile per ogni attrezzatura o servizio; - presenza di adeguate infrastrutture di collegamento viario; - entità del movimento turistico. |
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Distribuzione e superficie delle aree per attività produttive nei territori (in neretto i Comuni con aree produttive di livello provinciale)
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Superficie delle aree agricole (ha)
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9.6 Disciplina del pericolo idrogeologicoLa sicurezza del territorio nel confronto dei fenomeni naturali di tipo geologico e idrogeologico ha rappresentato nel PUP del 1987 uno dei temi di maggiore rilievo e la conseguente pianificazione territoriale ha provveduto a sviluppare e ad approfondire le conoscenze in questo settore definendo le regole per regolamentare coerentemente l'uso del territorio. Tenendo conto di questi approfondimenti nel 2003 la Variante 2000 al PUP ha introdotto la Carta di sintesi geologica come strumento specifico per la disciplina del pericolo idrogeologico, periodicamente aggiornata con atto amministrativo, sulla base delle verifiche e degli studi effettuati nell'attività di servizio dell'Amministrazione provinciale. L'entrata in vigore del Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche (PGUAP), che secondo la Legge n. 183/1 |
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9.7 Indirizzi per le strategiePer quanto riguarda la pianificazione territoriale e urbanistica, una concezione aggiornata assegna al livello delle Comunità compiti da un lato di approfondimento del quadro del PUP, in particolare in relazione agli elementi dell'Inquadramento strutturale, al paesaggio, all'articolazione del sistema delle polarità di livello intermedio, dall'altro di inquadramento delle scelte di livello locale. Nel primo caso si tratta di sostenere a una scala appropriata e con tecnologie e com |
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III Le fasi di approvazione del Piano |
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10. Il deposito del Piano e il confronto sulle scelteCon la deliberazione n. 2402 del 17 novembre 2006 la Giunta provinciale ha adottato il nuovo Piano urbanistico provinciale. La legge urbanistica vigente, nel disciplinare l'iter di approvazione del Piano urbanistico provinciale, prevede che il progetto di piano, in seguito alla sua prima adozione è depositato, in tutti i suoi elementi, a disposizione del pubblico per sessanta giorni consecutivi presso gli uffici |
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10.1 Le osservazioniNel periodo di deposito del Piano sono state presentate complessivamente 850 osservazioni, di cui 226 da parte di soggetti pubblici (Comuni ed Enti) e 624 da parte di privati, che hanno messo in evidenza una serie di problematiche sia di carattere generale che puntuale sotto diversi aspetti. Ai fini del loro esame e della predisposizione delle relative risposte, per gruppi e in forma sintetica, le osservazioni sono state raccolte in una tabella riepilogativa, riportata nello specifico allegato del Piano, e suddivise per soggetto proponente (comuni, comprensori, enti parco e altri enti pubblici; associazioni di categoria, associazioni in genere ed altri soggetti esponenziali di interessi collettivi; soggetti privati). |
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10.2 I pareri obbligatoriNel periodo di deposito sono stati richiesti ai sensi della legge urbanistica provinciale vigente i seguenti pareri: |
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10.3 Le adozioni finali del PianoCon la deliberazione n. 1279 del 15 giugno 2007 la Giunta provinciale ha adottato il progetto di Piano urbanistico provinciale, modificato sulla base dei pareri obbligatori e delle osservazioni pervenute nel periodo di deposito. Secondo la procedura fissata dalla legge urbanistica provinciale il Piano è stato nuovamente depositato per 30 giorni, al fine della prese |
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Allegato B - Piano urbanistico provincialeNorme di attuazione |
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CAPO I - OBIETTIVI, FLESSIBILITÀ ED ELEMENTI DEL PIANO URBANISTICO PROVINCIALE |
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Art. 1 - Obiettivi del piano urbanistico provinciale1. Il piano urbanistico provinciale, in coerenza con quanto previsto dalla legge provinciale 4 marzo 2008, n. 1 (Pianificazione urbanistica e governo del territorio), persegue i seguenti obiettivi: a) garantire la valorizzazione e la riproducibilità del sistema delle risorse territoriali provinciali, nel rispetto dell'ambiente e al fine di perseguire la realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole in coerenza con il principio di sussidiarietà responsabile; |
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Art. 2 - Flessibilità del piano urbanistico provinciale1. In sintonia con il principio della flessibilità al quale il piano urbanistico provinciale s |
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Art. 3 - Elementi del piano urbanistico provinciale1. Ai sensi delle disposizioni in materia contenute nella legge urbanistica, il piano urbanistico provinciale è costituito da: a) la relazione illustrativa; b) le norme di attuazione; c) la cartografia; d) gli elenchi di invarianti; e) gli indirizzi per le |
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Art. 4 - Relazione illustrativa1. La relazione illustrativa del piano urbanistico provinciale sviluppa gli obiettivi di cui all'arti |
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Art. 5 - Indirizzi per le strategie della pianificazione territoriale e per l'autovalutazione dei piani1. Il piano urbanistico provinciale, in coerenza con il programma di sviluppo provinciale, propone indirizzi per orientare il governo del territorio in funzione della definizione del modello di sviluppo delle comunità e |
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Art. 6 - Materiali di supporto per la pianificazione territoriale1. I materiali di supporto per la pianificazione territoriale si articolano in: a) temi e documenti; b) sistema informativo ambientale e territoriale: st |
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CAPO II - INQUADRAMENTO STRUTTURALE, INVARIANTI E CARTA DEL PAESAGGIO |
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Art. 7 - Inquadramento strutturale1. L'inquadramento strutturale, ai sensi della legge urbanistica, costituisce la sintesi interpretativa del quadro conoscitivo del territorio provinciale nonché il riferimento per la definizione degli obiettivi e delle strategie da parte degli strumenti di pianificazione territoriale. Inoltre esso individua le invarianti, ai sensi dell'articolo 8. 2. La tavola dell'inquadramento strutturale si compone dei seguenti elementi costitutivi: |
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Art. 8 - Invarianti1. Sono invarianti gli elementi territoriali che costituiscono le caratteristiche distintive dell'ambiente e dell'identità territoriale, in quanto di stabile configurazione o di lenta modificazione, e che sono meritevoli di tutela e di valorizzazione al fine di garantire lo sviluppo equilibrato e sostenibile nei processi evolutivi previsti e promossi dagli strumenti di pianificazione territoriale. 2. Costituiscono invarianti i seguenti elementi: a) i principali elementi geologici e geomorfologici compresi nell'allegato D, quali morfoscu |
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Art. 9 - Carta del paesaggio1. La carta del paesaggio del PUP fornisce l'analisi e l'interpretazione del sistema del paesaggio, inteso come sintesi dell'identità territoriale e delle invarianti, che gli strumenti di pianificazione territoriale assumono come riferimento al fine della definizione delle scelte di trasformazione e della conseguente valutazione della sostenibilità dello sviluppo, nonché del riconoscimento e della tutela dei valori paesaggistici. 2. Per i fini del comma 1 la carta del paesaggio individua: |
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CAPO III - CARTA DELLE TUTELE PAESISTICHE |
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Art. 10 - Contenuti della carta delle tutele paesistiche1. La carta delle tutele paesistiche individua: |
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Art. 11 - Aree di tutela ambientale1. Sono aree di tutela ambientale i territori, naturali o trasformati dall'opera dell'uomo, caratterizzati da singolarità geologica, flori-faunistica, ecologica, morfologica, paesaggistica, di coltura agraria o da forme di antropizzazione di particolare pregio per il loro significato storico, formale e culturale o per i loro valori di civiltà. Tali aree comprendono anche quelle indicate dall'articolo 142 del decreto l |
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Art. 12 - Beni ambientali1. I manufatti e siti di particolare pregio paesaggistico e ambientale individuati ai sensi della leg |
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Art. 13 - Beni culturali1. Fatte salve le disposizioni provinciali e statali in materia di beni culturali, una selezione di manufatti e siti di rilevanza culturale vincolati ai sensi delle predette disposizioni, individuati sulla base dell'alta rilevanza, valenza territoriale e del valore rappresentativo dell'identità culturale, sono indicati a titolo ricognitivo, con apposita simbologia, n |
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CAPO IV - CARTA DI SINTESI DELLA PERICOLOSITÀ |
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Art. 14 - Contenuti della carta di sintesi della pericolosità1. La carta di sintesi della pericolosità, disciplinata dalla legge urbanistica, è approvata dalla Giunta provinciale tenuto conto delle carte della pericolosità previste dalla vigente normativa in materia di protezione civile e di servizi antincendi ed è sogg |
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Art. 15 - Aree con penalità elevate1. Sono aree con penalità elevate quelle che, per i particolari caratteri geologici, idrologici, nivologici o forestali, sono esposte ad eventi altamente gravosi per combinazione d'intensità e frequenza. 2. Nelle aree con penalità elevate è vietata ogni attività di trasformazione urbanistica ed edilizia, fatte salve le opere di difesa e prevenzione volte alla riduzione o all'eliminazione del pericolo. 3. In deroga al comma 2 e a condizione |
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Art. 16 - Aree con penalità medie1. Sono aree con penalità medie quelle che, per i particolari caratteri geologici, idrologici, nivologici o forestali, sono esposte ad eventi mediamente gravosi per combinazione d'intensità e frequenza. 2. Nelle aree con penalità medie è vietata ogni attività di trasformazione urbanistica ed edilizia, fatte salve le opere di difesa e prevenzione volte alla riduzione o all'eliminazione del pericolo. 3. In deroga |
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Art. 17 - Aree con penalità basse1. Sono aree con penalità basse quelle che, per i particolari caratteri geologici, idrologici, nivologici o forestali, sono esposte ad eventi moderata |
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Art. 18 - Aree con altri tipi di penalità1. Nella carta di sintesi della pericolosità prevista dall'articolo 14 sono opportunamente rap |
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CAPO V - RETI ECOLOGICHE E AMBIENTALISezione I - Contenuti delle reti ecologiche e ambientali |
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Art. 19 - Contenuti delle reti ecologiche e ambientali1. La tavola delle reti ecologiche e ambientali individua le aree interessate dalle reti idonee a interconnettere gli spazi e le risorse naturali sia all'interno del territorio provinciale che nei rapporti con i territori circostanti, in modo da assicurare la funzionalità ecosistemica e in particolare i movimenti di migrazione e dispersione necessari alla conservazione de |
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Sezione II - Risorse idriche |
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Art. 20 - Tutela delle risorse idriche1. Fatto salvo quanto specificamente previsto da questa sezione, per la tutela delle risorse idriche |
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Art. 21 - Protezione di pozzi e di sorgenti selezionati1. I pozzi e le sorgenti selezionati, meritevoli di tutela al fine di garantire l'integrità delle acque destinabili al consumo umano, individuate ai sensi delle disposizioni in materia, sono riportati a titolo ricognitivo nelle tavole dell'inquadramento strutturale e delle reti ecologiche e ambientali. |
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Art. 22 - Aree di protezione dei laghi1. La tavola delle reti ecologiche e ambientali individua le aree di protezione dei laghi situati a quota inferiore a 1600 metri sul livello del mare. Per gli altri laghi l'estensione delle aree di protezione è determinata in cento metri dalla linea di massimo invaso, misurati sul profilo naturale del terreno. 2. Nelle aree di protezione dei laghi sono consentiti esclusivamente interventi di trasformazione edilizia e urbanistica concernenti opere pubbliche o d'interesse |
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Art. 23 - Aree di protezione fluviale1. La tavola delle reti ecologiche e ambientali individua le aree di protezione fluviale poste lungo i corsi d'acqua principali meritevoli di tutela per il loro interesse ecologico e ambientale, |
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Sezione III - Aree a elevata naturalità e a elevata integrità |
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Art. 24 - Aree a elevata naturalità e aree a elevata integrità1. Le aree a elevata naturalità sono costituite dai siti e dalle zone della rete "Natura 2000" |
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Art. 25 - Siti e zone della rete "Natura 2000"1. La tavola delle reti ecologiche e ambientali rappresenta, a titolo ricognitivo, i siti e le zone della rete "Natura 2000", individ |
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Art. 26 - Aree a parco naturale1. Sono aree a parco naturale provinciale i territori costituiti da aree terrestri, fluviali e lacuali, di valore naturalistico e ambientale, organizzate in modo unitario, con particolare riguardo alle esigenze di protezione della natura e dell'ambiente, nonché d'uso culturale e ricreativo, tenuto conto dello sviluppo sostenibile delle attività agro-silvo-pastorali e delle altre attività tradizionali o comunque sostenibili atte a favorire la crescita economica, sociale, cul |
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Art. 27 - Riserve1. La tavola delle reti ecologiche e ambientali individua le riserve naturali provinciali e riporta a titolo ricognitivo le riserve locali in confo |
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Art. 28 - Aree a elevata integrità1. Sono aree a elevata integrità quelle caratterizzate dalla presenza di ghiacciai e di rocce e di rupi boscate che, in quanto aree a bassa o assente antropizzazione, per ragioni altimetriche, topografiche e geomorfologiche, di natura del suolo e di accessibilità, non possono essere normalmente interessate da attività che comportano insediamenti stabili. 2. I piani territoriali delle comunità |
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CAPO VI - SISTEMA INSEDIATIVO E RETI INFRASTRUTTURALISezione I - Sistema insediativo e reti infrastrutturali |
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Art. 29 - Sistema insediativo e reti infrastrutturali1. Il sistema insediativo del piano urbanistico provinciale disciplina il dimensionamento residenziale, i servizi e le attrezzature di livello sovracomunale e i criteri generali per la programmazione urbanistica del settore commerciale; stabilisce, inoltre, la disciplina delle seguenti aree individuate dalla tavola d |
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Sezione II - Sistema insediativo |
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Art. 30 - Dimensionamento residenziale1. La determinazione del dimensionamento residenziale da parte dei piani regolatori generali è effettuata tenuto conto dei criteri generali definiti con deliberazione della Giunta provinciale e nel rispetto delle linee d'indirizzo stabilite dai piani territoriali delle comunità in merito al dimensionamento dell'edilizia pubblica e agevolata ai fini dell'attuazione della politica della casa, in coerenza con le disposizioni in materia d |
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Art. 31 - Attrezzature di livello provinciale1. La tavola del sistema insediativo e reti infrastrutturali individua a titolo ricognitivo i servizi e le attrezzature di livello provinciale, così come definiti nella relazione illustrativa, quali scuole medie superiori e di formazione professionale, strutture universitarie, strutture ospedaliere, carcere provinciale. |
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Art. 32 - Programmazione urbanistica del settore commerciale1. I criteri di programmazione urbanistica del settore commerciale sono definiti, secondo quanto previsto dalla norme provinciali in materia, con deliberazione della Giunta provinciale. La previsione di eventuali nuove grandi strutture di vendita al dettaglio con superficie superiore a 10.000 metri quadri è subordinata alla loro preventiva localizzazione di massima da parte della Giunta provinciale, sentiti la comunit&a |
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Art. 33 - Aree produttive del settore secondario di livello provinciale e locale1. Sono aree produttive di livello provinciale quelle riservate allo svolgimento delle seguenti attività: a) produzione industriale e artigianale di beni; b) lavorazione e trasformazione a scala industriale di prodotti agro-alimentari e forestali; c) produzione di servizi a carattere innovativo e ad alto valore aggiunto per le imprese; d) attività produttive caratterizzate da processi e prodotti ad alto contenuto tecnologico; e) stoccaggio e manipolazione di materiali energetici; f) impianti e attrezzature per le comunicazioni e i trasporti; g) deposito, magazzinaggio e vendita di materiali, componenti e macchinari impiegati nell'industria delle costruzioni; h) impianti e attività di gestione dei rifiuti compatibili con la destinazione produttiva delle aree ai sensi delle disposizioni provinciali in materia nonché con le altre attività ammesse nell'area produttiva. 2. Nell'ambito dei singoli insediamenti produttivi di cui al comma 1 sono ammesse attività di commercializzazione dei relativi prodotti nonché di prodotti affini, fatta salva la prevalenza dell'attività produttiva e la gestione unitaria rispetto a ciascun insediamento. 3. Le aree produttive di livello provinciale sono individuate nella tavola del sistema insediativo e re |
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Art. 34 - Aree di riqualificazione urbana e territoriale1. Le aree di riqualificazione urbana e territoriale sono costituite da periferie urbane o da altre aree oggetto di fenomeni di degrado insediativo, o da insediamenti produttivi per i quali si rende necessaria una riprogettazione complessiva, in relazione a esigenze di riconversione produttiva o di riqualificazione ambientale e paes |
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Art. 35 - Aree sciabili e sistemi piste - impianti1. La tavola del sistema insediativo e reti infrastrutturali indica le aree sciabili per determinare le condizioni di equilibrio dei sistemi piste - impianti di risalita, tenendo conto della situazione esistente, delle esigenze che essa determina, di un programmato sviluppo nel contesto fisico-ambientale e dell'equilibrio idrogeologico proprio di ciascuna zona. 2. Nelle aree sciabili sono consentite le forme di insediamento e di intervento sul suolo che riguardano il movimento degli sciatori, l'attività degli addetti agli impianti e ai servizi di assistenza e sicurezza. Le attrezzature di servizio e le infrastrutture sono ammesse solo previo accertamento della loro stretta connessione allo svolgimento degli sport invernali, nell'ambito delle procedure autorizzative previste dalle norme provinciali in materia. 3. Con deliberazione della Giunta provinciale possono essere individuate altre funzioni e infrastrutture ammissibili nelle aree sciabili, purché siano compatibili con lo svolgimento degli sport invernali o il loro esercizio possa svolgersi |
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Art. 36 - Aree estrattive1. La tavola del sistema insediativo e reti infrastrutturali individua a titolo ricognitivo le aree estrattive. Con il provvedimento della Giunta provinciale che approva il piano provinciale di utilizzazione delle sostanze minerali è disposto il conseguente aggiornamento del piano urbanistico provinciale. |
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Art. 37 - Aree agricole1. Le aree agricole sono individuate nella tavola del sistema insediativo e reti infrastrutturali. 2. I piani territoriali delle comunità possono precisare i perimetri delle aree agricole sulla base di ulteriori analisi e valutazioni della qualità e della potenzialità dei suoli, tenendo conto delle indicazioni della carta del paesaggio e delle relative linee guida. 3. Nelle aree agricole possono collocarsi solo attività produttive agricole esercitate professionalmente, con i relativi impianti, strutture e infrastrutture. Previo parere favorevole dell'organo provinciale di cui alla lettera d) del comma 5, sono ammessi, inoltre, la realizzazione di strutture destinate alla conservazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli provenienti prevalentemente dall'impresa interessata o da imprese agricole associate ubicate nel territorio provinciale, di impianti per il recupero e trattamento di residui zootecnici e agricoli per la produzione di biogas, anche per la produzione di energia, e di maneggi, nonché l'esercizio di attività a carattere culturale, sportivo e ricreativo, purché tali attività richiedano unicamente la realizzazione di strutture di limitata entità e facilmente rimovibili. Non sono ammessi nuovi allevamenti soggetti a procedura di verifica ai sensi delle disposizioni provinciali in materia d'impatto ambientale. 4. Oltre agli impianti e alle strutture di cui al comma 3 nelle aree agricole sono consentiti esclusivamente i seguenti interventi, nel rispetto degli strumenti urbanistici e in coerenza con la carta del paesaggio: a) fabbricati a uso abit |
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Art. 38 - Aree agricole di pregio1. La tavola del sistema insediativo e reti infrastrutturali individua le aree agricole di pregio. 2. Le aree agricole di pregio sono caratterizzate, di norma, dalla presenza di produzioni tipiche nonché da un particolare rilievo paesaggistico, la cui tutela territoriale assume un ruolo strategico sia sotto il profilo economico-produttivo che paesaggistico-ambientale, tenuto conto della normativa comunitaria relativa alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei prodotti agricoli e alimentari. 3. I piani territoriali delle comunità possono precisare i perimetri delle aree agricole di pregio con riferimento alla situazione specifica del loro territorio, sulla base delle caratterizzazioni di cui al comma 2, in relazione all'orientamento produttivo prevalente, e delle indicazioni della carta del paesaggio. 4. Nelle aree agricole di pregio sono ammessi gli interventi connessi alla normale coltivazione del fondo con esclusione di nuovi interventi edilizi, fatta salva la realizzazione di manufatti e |
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Art. 39 - Aree a pascolo1. Sono aree a pascolo quelle caratterizzate da prevalente e permanente vegetazione di flora erbacea spontanea, secondo quanto previsto dalle disposizioni provinciali in materia, da riservare alla promozione e allo sviluppo della zootecnia. 2. Le aree a pascolo sono riportate nelle tavole dell'inquadramento strutturale e del sistema insediativo e reti infrastrutturali. La Giunta provinciale, con la deliber |
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Art. 40 - Aree a bosco1. Sono aree a bosco quelle occupate da boschi di qualsiasi tipo, secondo la definizione contenuta nelle disposizioni provinciali in materia, e destinate alla protezione del territorio, al mantenimento della qualità ambientale e alla funzione produttiva rivolta allo sviluppo della filiera foresta - legno e degli altri prodotti e servizi assicurati dal bosco. 2. Le aree a bosco sono riportate nell |
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Sezione III - Reti infrastrutturali |
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Art. 41 - Reti per la mobilità1. La tavola del sistema insediativo e reti infrastrutturali individua, sulla base delle dotazioni esistenti e delle strategie finalizzate ad assicurare la connessione del Trentino alle reti europee, le reti infrastrutturali atte ad assicurare la funzionalità e la competitività del territorio, l'accessibilità e il collegamento delle sue risorse e delle sue parti. Le reti per la mobilità si articolano in corridoi infrastrutturali di accesso, corridoi infrastrutturali interni, collegamenti funzionali, tracciati stradali, linee ferroviarie e altre infrastrutture di trasporto pubblico e di mobilità alternativa che configurano e contribuiscono a prefigurare, anche per il prossimo futuro, il modello provinciale di mobilità orientato all'integrazione dei territori, alla razionalizzazione dei traffici e al contenimento dell'inquinamento atmosferico. 2. La relazione illustrativa del PUP descrive i corridoi infrastrutturali di accesso, intesi come fasce territoriali interessate da sistemi di mobilità stradale e ferroviaria finalizzati all'interconnessione del Trentino con i territori limitrofi. Per i nuovi collegamenti, da realizzare nell'ambito dei corridoi infrastrutturali di accesso, che richiedono l'intesa tra la Provincia, lo Stato e altri enti territoriali ai sensi delle norme di attuazione dello Statuto speciale e della legislazione in materia, l'assenso della Provinc |
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Art. 42 - Tracciati e corridoi energetici e telematici1. La tavola del sistema insediativo e reti infrastrutturali individua a titolo ricognitivo i principali tracciati delle reti energetiche e telematiche. 2. I tracciati delle reti energetiche possono essere integrati e modificati dal piano energetico-ambientale provinciale nel rispetto di quanto previsto dalle norme in materia. |
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Art. 43 - Aree interportuali, aeroportuali e portuali1. La tavola del sistema insediativo e reti infrastrutturali individua le aree interportuali, aeroportuali e portuali. 2. L'area interportuale & |
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CAPO VII - DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE |
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Art. 44 - Provvedimenti di attuazione del piano urbanistico provinciale1. L'approvazione delle deliberazioni della Giunta provinciale di integrazione, aggiornamento e speci |
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Art. 45 - Aree soggette a vincolo idrogeologico1. L'individuazione dei perimetri delle aree soggette a vincolo idrogeologico e la relativa tutela so |
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Art. 46 - Opere di infrastrutturazione, attività agricole e attrezzature sportive1. Le disposizioni di questo allegato sulle singole aree non escludono la realizzazione dei seguenti interventi, purché compatibili con la disciplina delle invarianti di cui all'articolo 8 e ferme restando le disposizion |
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Art. 47 - Aree per infrastrutture militari1. Nelle aree per infrastrutture militari, in consegna per uso governativo all'amministrazione milita |
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Art. 48 - Disposizioni transitorie e finali1. Fino alla data di entrata in vigore della carta di sintesi della pericolosità di cui all'articolo 14, che può avvenire anche per stralci territoriali, continuano ad applicarsi l'articolo 2, le lettere a), b), c), d) ed f) del comma 3 dell'articolo 3 e gli articoli 30 e 32 dell'allegato B (Norme di attuazione) della legge provinciale 7 agosto 2003, n. 7 (Approvazione della variante 2000 al piano urbanistico provinciale). A decorrere dall'entrata in vigore di questo piano urbanistico provinciale l'esame preventivo del servizio geologico della Provincia previsto dal comma 2 dell'articolo 32 dell'allegato B della legge provinciale n. 7 del 2003 è effettuato con riferimento alle sole perizie relative agli interventi ricadenti nelle aree di cui all'articolo 2 dello stesso allegato B. Fino all'approvazione della carta dei pozzi, delle sorgenti selezionate e delle risorse idriche di cui al comma 3 dell'articolo 21 di questo allegato continuano ad applicarsi la lettera e) del comma 3 dell'articolo 3 e l'articolo 5 dell'allegato B della legge provinciale n. 7 del 2003. 2. Fatto salvo quanto diversamente disposto da questo articolo e fino alla data di entrata in vigore dei piani territoriali delle comunità e dei piani regolatori generali, approvati in adeguamento a questo piano urbanistico provinciale e alla legge urbanistica, l'articolo 8, i commi 4 e 5 dell'articolo 28, il comma 2 dell'articolo 31, i commi 1 e 2 dell'articolo 32 e gli articoli 33, 34, 35, 37, 38, 40, 41, 46 e 47 prevalgono, se più restrittivi, sulle previsioni degli strumenti urbanistici in vigore o soltanto adottati non compatibili con essi; in attesa che tali strumenti di pianificazione territoriale siano adeguati al PUP le predette previsioni non compatibili sono sospese. Tuttavia resta ferma l'applicazione delle disposizioni dei piani regolatori generali vigenti concernenti gli interventi ammessi nelle aree agricole sugli edifici esistenti con destinazione diversa da quella agricola o soggetti alla disciplina degli insediamenti storici e per la conservazione e valorizzazione del patrimonio edilizio tradizionale. 3. Fermo restando quanto stabilito dal comma 2 e fatta salva la disciplina prevista dalle leggi di |
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