L. 22/07/2014, n. 110

La legge reca disposizioni in materia di esercizio della professione dei soggetti impegnati nelle attività di tutela, protezione, conservazione, valorizzazione e fruizione dei beni culturali, a tal fine prevedendo l'istituzione di elenchi nazionali di professionisti (il testo interviene dunque nell'ambito della disciplina delle professioni non organizzate in Ordini o Collegi, affrontato in termini generali dalla L. 4/2013).
In particolare, viene inserito il nuovo art. 9-bis del D. Leg.vo 42/2004, il quale, fatte salve le competenze degli operatori delle professioni già regolamentate in Ordini e Collegi, dispone che gli interventi operativi di tutela, protezione, conservazione, valorizzazione e fruizione dei beni culturali sono affidati, secondo le rispettive competenze, alla responsabilità e all'attuazione di archeologi, archivisti, bibliotecari, demoetnoantropologi, antropologi fisici, restauratori di beni culturali e collaboratori restauratori di beni culturali, esperti di diagnostica e di scienze e tecnologia applicate ai beni culturali e storici dell'arte.
Tali soggetti dovranno essere in possesso di adeguata formazione ed esperienza professionale.

Si dispone poi l’istituzione di appositi elenchi nazionali nei quali dovranno iscriversi tali soggetti, ad eccezione dei restauratori di beni culturali e collaboratori restauratori di beni culturali (le sole figure già disciplinate dal vigente Codice dei beni culturali e del paesaggio), per i quali resta ferma la specifica disciplina in materia recata dall'art. 182 del D. Leg.vo 42/2004; le modalità e i requisiti per l’iscrizione dei professionisti negli elenchi vengono demandate ad apposito successivo decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Nell’iter di emanazione del decreto dovranno essere sentite le associazioni professionali individuate ai sensi dell’art. 26 del D. Leg.vo 206/2007 (nella prima versione del provvedimento, poi modificata nel corso dell’esame parlamentare era stata prevista invece l’intesa).
A rafforzare ulteriormente il concetto che il provvedimento non incide sulle professioni già regolamentate e sulle relative competenze, è previsto che gli elenchi non costituiscono sotto alcuna forma un albo professionale, e dunque l'assenza dei professionisti indicati dai medesimi elenchi non preclude in alcun modo la possibilità di esercitare la professione per i soggetti comunque abilitati ai sensi della rispettiva disciplina sulle competenze professionali.