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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
Tettoia o pergotenda: il regime edilizio va valutato caso per caso
In particolare, la Sent. C. Stato 07/05/2018, n. 2715, ha annullato la sentenza del TAR Lazio che aveva ritenuto che una copertura con tenda in tessuto sorretta da una struttura principale e secondaria di legno installata su una terrazza costituisse una ristrutturazione soggetta al necessario rilascio di un permesso di costruire, in quanto struttura stabile modificatrice della sagoma dell'edificio.
Il consiglio di Stato premette che l’abuso contestato consiste nella realizzazione di una tettoia, ovvero di un manufatto la cui disciplina non è definita in modo univoco né dalla normativa né dalla giurisprudenza.
Da una parte, va considerata la lett. e) quinquies, dell’art. 6 del D.P.R. 380/2001, che considera opere di edilizia libera, le quali non necessitano di alcun titolo abilitativo, gli “elementi di arredo delle aree pertinenziali degli edifici”; concetto nel quale può rientrare una tettoia genericamente intesa come copertura comunque realizzata di un’area pertinenziale come il terrazzo. Inoltre, il n. 50 dell'Allegato 1 al D. Min. Infrastrutture e Trasp. 02/03/2018, Glossario contenente l'elenco non esaustivo delle principali opere edilizie realizzabili in regime di attività edilizia libera, comprende in particolare le pergotende, un manufatto molto simile alla tettoia, che se ne distingue secondo logica solo per presentare una struttura più leggera.
Dall'altra parte, la lett. a), art. 10, comma 1, del D.P.R. 380/2001, assoggetta invece al permesso di costruire “gli interventi di nuova costruzione” e la giurisprudenza si fonda su tale norma per richiedere il permesso di costruire nel caso di tettoie di particolari dimensioni e caratteristiche.
La sentenza in commento conclude pertanto che non è possibile affermare in assoluto se la tettoia richieda o meno il permesso edilizio senza considerare nello specifico come essa è realizzata. Ne consegue che l’amministrazione ha l’onere di motivare in modo esaustivo, attraverso una corretta e completa istruttoria che rilevi esattamente le opere compiute e spieghi per quale ragione esse superano i limiti entro i quali si può trattare di una copertura realizzabile in regime di edilizia libera.