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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
Circ. Ass.R. Sicilia 05/01/2017
Circ. Ass.R. Sicilia 05/01/2017
Circ. Ass.R. Sicilia 05/01/2017
Circ. Ass.R. Sicilia 05/01/2017
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PremesseIl Dipartimento regionale dell’ambiente ha compiti specifici nella programmazione delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico, nel rispetto dei principi definiti sia dal Piano per l’Assetto idrogeologico sia dal Piano di gestione del rischio alluvione, quest’ultimo già adottato ed in corso di approvazione da parte del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (MA TTM). La nuova programmazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico dovrà essere effettuata basandosi sul Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo (ReNDiS). La piattaforma nasce nel 2005 a partire dall’attività di monitoraggio che l’ISPRA svolge, per conto del Ministero, sull’attuazione di Piani e programmi di interventi urgenti per la mitigazione del rischio idrogeologico finanziati dal Ministero stesso. Il principale obiettivo del Repertorio nazionale è la formazione di un quadro unitario e aggiornato delle opere |
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1. Valutazione del rischio ed esplicitazione dei relativi criteri di gestioneLa programmazione e la progettazione degli interventi dovranno essere guidate da criteri di valutazione e gestione del ris |
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2. Valutazione comparata delle diverse opzioni tecniche, attraverso metodi anche semplificati di analisi costi-beneficiL’analisi costi-benefici applicata ad un intervento di gestione del rischio idrogeologico consente di stimame i bene |
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3. Coerenza dell’intervento con la pianificazione e programmazione vigenteL’intervento deve essere collocato nel contesto degli strumenti di pianificazione/programmazione vigenti e dovr&agra |
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4. Analisi sistemica - aspetti spaziali con particolare riguardo ai fenomeni indotti e il non aggravio del rischio alla scala del bacino idrograficoIl progetto dovrà garantire il non aggravio delle condizioni di rischio nel territorio interconnesso e nel bacino i |
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5. Analisi sistemica - aspetti temporali e verifica sull’intero ciclo di vita dell’operaIl progetto deve analizzare le interferenze e gli impatti nell’intero ciclo di vita dell’opera, dalla prima ca |
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6. Specifiche valutazioni di carattere idrologico e idraulico-fluvialeIn tutti i casi pertinenti il progetto dovrà essere accompagnato da adeguate valutazioni idrologiche ed idrauliche |
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7. Specifiche valutazioni di carattere geologicoIl progetto, partendo dalla coerente integrazione delle informazioni derivate dal modello geologico locale e del relativo |
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8. Effetti dell’intervento sulla morfo-dinamica fluviale e costieraIl progetto dovrà essere accompagnato da una valutazione degli effetti che l’intervento può avere sui |
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9. Effetti dell’intervento sull’ecosistema fluviale, ripario e costiero e sulla chimica delle acqueIl progetto dovrà presentare una valutazione del contesto ecologico dell’area di interesse ante e post operam |
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10. Effetti sociali ed economici dell’interventoSia in fase programmatica sia in fase di progettazione sarà fondamentale considerare le interferenze e gli impatti |
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11. Considerazioni relative alla resilienza dell’intervento, anche nei confronti di scenari di cambiamento climaticoIl progetto dovrà essere corredato dall’analisi del comportamento prestazionale dell’opera per scenari |
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Adempimenti attuativiIn considerazione di quanto evidenziato in premessa, al fine di poter validare e/o valutare le richieste di finanziamento di opere di mitigazione del rischio idrogeologico da inserire nel sistema ReNDiS, e al fine di poter esprimere il parere di compatibilità dell’intervento proposto con la pianificazione di bacino (anche per la verifica dell’ammissibilità a finanziamento della progettazione, ai sensi del D.P.C.M. 14 luglio 2016 e del D.A. n. 357/GAB/ARTA del 22 settembre 2016), si ritiene necessario che, all’interno dei criteri di base fissati nelle linee guida in precedenza citate, nella progettazione degli interventi di cui si richiede il finanziamento siano rispettati in particolare i seguenti principi: a) presenza di un dettagliato esame delle fenomenologie di dissesto in relazione all’ambito territoriale e al bacino idrografico sul quale interviene il progetto, per individuare le cause predisponenti e quelle di innesco e per garantire di non aggravare le condizioni di rischio (punti 4, 6 e 7 dei principi sopra elencati); b) approfondimento della conoscenza della pericolosità e del rischio a scala di dettaglio, rispetto a quella definita dal PAI a scala 1:10.000, atti a definire lo stato ante operam e gli obiettivi post operam in cui venga valutato il rischio residuo e prevista la sua gestione (punti 1 e 8 dei principi sopra elencati); |
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