D. Min. Infrastrutture e Trasp. 30/12/2002

Il presente decreto riguarda l’attivazione dei «Programmi innovativi in ambito urbano» previsti dalla legge 8.2.2001, n. 21, recante «Misure per ridurre il disagio abitativo ed interventi per aumentare l’offerta di alloggi in locazione» meglio conosciuti con la denominazione di Contratti di quartiere II.
In via preliminare si ricorda che i Contratti di quartiere II avevano già formato oggetto del decreto ministeriale del 27 dicembre 2001 con il quale si individuavano alcune norme basilari a cui le Regioni si sarebbero dovute conformare per la predisposizione del bando di gara.
Si trattava, tra l’altro, del rapporto di cofinanziamento tra Stato e Regione, del termine per la predisposizione del bando e dei suoi contenuti. In particolare le Regioni contestavano proprio l’aspetto del loro apporto finanziario (giudicato troppo elevato sia rispetto agli stanziamenti statali che alle disponibilità regionali), nonché un’impostazione eccessivamente centralista dei programmi.
Inoltre le Regioni, proprio al fine di individuare le risorse finanziarie ed avviare le procedure attuative, ritenevano indispensabile che il Ministero, in via preliminare, provvedesse a ripartire le risorse disponibili tra le stesse.
Il decreto di seguito riportato, che ha solo in minima parte accolto le istanze delle Regioni, contiene alcune modifiche al precedente D.M. del 27.12.2001, e nello stesso tempo predispone uno schema di bando tipo al quale le Regioni si dovranno attenere.
In via preliminare si evidenziano tre novità:
– riduzione del rapporto cofinanziamento Regione/Stato;
– ripartizione delle risorse tra le Regioni;
– bando di gara tipo.
In particolare questo ultimo aspetto, di natura sostanziale, è fortemente innovativo poiché in precedenza era previsto che ciascuna Regione definisse, entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto, i contenuti del bando regionale d’intesa con il Ministero delle infrastrutture, fatto questo che non si è verificato proprio perché le Regioni non avevano conoscenza delle risorse assegnate.
Il decreto in esame supera, almeno in parte, il problema, poiché individua le risorse da assegnare a ciascuna Regione suddividendo i finanziamenti a seconda della loro origine (limite di impegno annuale e quindicennale). Tale ripartizione viene però riportata anche a carico della quota regionale, le cui modalità di partecipazione avrebbero dovuto invece essere rimesse proprio all’autonomia regionale.
L’altro aspetto che ha visto accolte, almeno in parte, le richieste regionali, è quello del rapporto di cofinanziamento, previsto originariamente in misura paritetica ed ora modificato nel 65% a carico dello Stato e nel 35% a carico della Regione, mentre i finanziamenti dei privati (ad esempio nell’edilizia agevolata) sono estranei alla formazione del rapporto.
Il decreto prevede altresì che tra i criteri e gli indirizzi da tenere presenti nella formulazione dei bandi regionali possano essere inseriti anche il recupero o la ricostruzione di immobili danneggiati da calamità.
È opportuno ricordare che, in base alle indicazioni procedurali mai revocate e contenute nel decreto 27 dicembre 2001, l’individuazione degli obiettivi è di competenza delle Regioni.
Quanto al bando tipo si rileva che esso ricalca, senza grandi modifiche, quello a suo tempo predisposto per i Contratti di quartiere I, il cui successo, in termini di investimenti privati, è stato assai modesto. Al riguardo c’è da segnalare che tra le modalità di individuazione degli ambiti territoriali è stato confermato anche quello dell’art. 18 della legge 392/1978 (edifici particolarmente degradati) nonostante la norma sia stata abrogata dalla legge 431/1998.
È opportuno, infine, evidenziare alcuni ulteriori aspetti contenuti nel bando tipo:
– il finanziamento pubblico delle opere di urbanizzazione non potrà superare il 40% dei fondi pubblici;
– i fondi non hanno vincoli di destinazione preordinati all’edilizia sovvenzionata, ma possono essere utilizzati per varie tipologie definite dai Comuni;
– una parte della proposta dovrà riguardare la sperimentazione edilizia con un apporto massimo del 25% di risorse pubbliche (valgono le indicazioni già emanate dal Ministero per i precedenti Contratti di quartiere, con la Guida ai programmi di sperimentazione approvata dal Comitato Esecutivo del CER il 27 febbraio 1997);
– il termine per la presentazione delle proposte decorrerà dalla data di pubblicazione del bando regionale.