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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
Deliberaz. G.R. Emilia Romagna 28/10/2021, n. 1717
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Testo del documento
LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Visti: - il decreto legislativo n. 112 del 1998 e ss.mm.ii., ed in particolare gli artt. 86 e 89; - legge regionale 21 aprile 1999, n. 3 “Riforma del sistema regionale e locale” ed in particolare gli artt. 141 e 152; - la Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acqua; - il regolamento regionale 20 novembre 2001, n. 41 “Regolamento per la disciplina del procedimento di concessione di acqua pubblica”; - legge regionale 14 aprile 2004, n. 7 “Disposizioni in materia ambientale, modifiche ed integrazioni a leggi regionali” ed in particolare il Capo II del Titolo II; - il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 ed in particolare l'art. 119 secondo il quale i canoni di concessione delle acque pubbliche tengono conto dei costi ambientali e dei costi della risorsa connessi all'utilizzo dell'acqua; - la Direttiva 2007/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2007, relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni; - legge regionale 30 luglio 2015, n. 13 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città Metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni” e ss.mm.ii.; - le deliberazioni di determinazione dei canoni n. 1225 del 2001, n. 1325 del 2003, n. 2242 del 2005, n. 895 del 2007, n. 2326 del 2008, n. 913 del 2009, n. 469 del 2011, n. 1985 del 2011, n. 1622 del 2015 e n. 1985 del 2015, n. 1792 del 2016, n. 1740 del 2018, n. 1845 del 2019; Richiamato l'art. 8, della legge regionale 30 aprile 2015, n. 2 “Disposizioni collegate alla legge finanziaria per il 2015”, secondo il quale: - gli importi dei canoni annuali per le concessioni di demanio idrico sono aggiornati tenendo conto dei costi ambientali e dei costi della risorsa con decorrenza dal 1° gennaio; - l'aggiornamento o la rideterminazione dei canoni, l'eventuale individuazione di ulteriori tipologie di utilizzo o categorie di esenzione sono effettuati mediante apposita deliberazione di Giunta regionale che deve essere adottata entro il 31 ottobre di ogni anno dell'anno precedente a quello di riferimento; Preso atto delle analisi e dei report predisposti dall’ Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia (ARPAE), elaborati sulla base dell'esperienza nell'applicazione degli attuali parametri nell'ambito dell'istruttoria delle concessioni di demanio idrico; Preso atto della necessità di introdurre specificazioni, in ragione delle fattispecie incontrate nella gestione del demanio idrico con riferimento all'utilizzo dell'acqua pubblica, ed in particolare: - per l'uso ambientale, quale utilizzo della risorsa per la salvaguardia dell'ambiente e delle risorse naturali, nonché per la preservazione delle condizioni ambientali o igienico-sanitarie di prevedere, in ragione dell'interesse pubblico sotteso, che per l'utente possa essere stabilita l'esenzione della corresponsione del canone, fermo restando le modalità già previste dalla deliberazione di Giunta regionale n. 1622 del 2015; - di specificare con riferimento all'uso acquedottistico, finalizzato alla distribuzione di risorsa attraverso il servizio idrico integrato, che l'utilizzo di acqua pubblica possa avvenire anche per usi diversi dal consumo umano, stabilendo che in tali casi il canone da corrispondere è dato dalla sommatoria di quanto dovuto per i quantitativi di risorsa in relazione ai singoli usi; Considerato: - che la propria deliberazione n. 1792 del 31 ottobre 2016 ha modificato il criterio di calcolo del canone per l'uso irrigazione agricola basandolo sul volume di prelievo, ad eccezione dei Consorzi di Bonifica per i quali è mantenuto il calcolo basato sulla portata massima assentita; - che la medesima deliberazione prevede che per tutti gli altri utenti il canone sia dovuto in relazione al volume assentito, o in caso di installazione del misuratore, in relazione al quantitativo ef |
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