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16/12/2021

L’aumento di superfici e volumi eccede i limiti del restauro e del risanamento conservativo

Secondo il TAR Toscana gli interventi che comportano aumenti di superficie e volumetria non possono essere qualificati come restauro o risanamento conservativo.

Il TAR Toscana 29/11/2021, n. 1595 ha spiegato che il restauro e risanamento conservativo è definito, dall’art. 3 del d.P.R. n. 380 del 2001, come intervento edilizio rivolto a conservare l'organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell'organismo stesso, ne consentano destinazioni d'uso con essi compatibili. Tale intervento comprende il consolidamento, il ripristino ed il rinnovo degli elementi costitutivi dell'edificio, l'inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell'uso, l'eliminazione degli elementi estranei all'organismo edilizio.

Secondo l’orientamento interpretativo consolidato, sono annoverabili tra gli interventi di restauro o risanamento conservativo soltanto le opere di recupero abitativo, che mantengono in essere le preesistenti strutture, alle quali apportano un consolidamento, un rinnovo o l’inserimento di nuovi elementi costitutivi, a condizione però che siano complessivamente rispettate la tipologia, la forma e la struttura dell’edificio.
In altri termini il restauro e risanamento conservativo è fondato sul rispetto e mantenimento degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’edificio, senza modifiche dell’identità, della struttura e della fisionomia dell’organismo edilizio, senza ampliamento dei volumi e delle superfici, essendo il restauro diretto alla mera conservazione dell’organismo edilizio esistente, mediante consolidamento, ripristino o rinnovo degli elementi costitutivi, ed alla restituzione della sua funzionalità.
L’aumento di superficie o di volumetria comporta, al contrario, una trasformazione dell’edificio che richiede il rilascio del permesso di costruire ed eccede i limiti della categoria d’intervento (vedi nello stesso senso C. Stato 30/09/2013, n. 4851; C. Stato 02/02/2010, n. 431).

Nel caso di specie il TAR ha ritenuto che gli interventi eseguiti su due palazzine, comportanti incrementi di superficie e volume, superassero i limiti del restauro e risanamento conservativo, con conseguente ascrivibilità degli stessi alla ristrutturazione edilizia (sul tema si veda anche la Nota Ristrutturazione edilizia e interventi di restauro e risanamento conservativo).

Dalla redazione