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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
D. Min. Ambiente 01/10/2002, n. 261
D. Min. Ambiente 01/10/2002, n. 261
D. Min. Ambiente 01/10/2002, n. 261
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[Premessa]Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio di concerto con |
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Art. 2. - Criteri per la valutazione preliminare della qualità dell'aria ambiente1. Ai fini della valutazione preliminare della qualità dell'aria, prevista dall'articolo 5 del |
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Art. 3. - Principi generali per l'elaborazione dei piani e dei programmi1. Nell'elaborazione dei piani e programmi di cui all'articolo 1, le regioni assicurano un elevato livello di tutela dell'ambiente e della salute umana e si attengono, in particolare, ai seguenti obiettivi e principi: a) miglioramento |
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Art. 4. - Elementi conoscitivi per l'elaborazione dei piani e dei programmi1. I piani e i programmi di cui all'articolo 1 sono elaborati sulla base di una adeguata conoscenza dei seguenti elementi: a) stato della qualità dell'aria, quale risulta |
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Art. 5. - Struttura e contenuti dei piani e dei programmi di cui all'articolo 8 del decreto legislativo n. 351 del 19991. I piani e i programmi di cui all'articolo 8 del decreto legislativo n. 351 del 1999 sono redatti secondo l'indice riportato nell'allegato 3 e contengono una scheda tecnica che riporta le informazioni di cui all'allegato V del medesimo decreto legislativo. 2. L'elaborazione dei piani e dei programmi di cui al comma 1 è effettuata sulla base delle indicazioni contenute nell'allegato 4, secondo il seguente schema: |
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Art. 6. - Mantenimento della qualità dell'aria nelle zone di cui all'articolo 9 del decreto legislativo n. 351 del 19991. Per l'elaborazione dei piani di cui all'articolo 9 del decreto legislativo n. 351 del 1999 si applicano, in quanto compatibili, le indicazioni conte |
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Art. 7. - Pianificazione integrata e concertazione con gli enti locali1. Le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano provvedono, nel rispetto del quadro delle competenze amministrati |
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Art. 8. - Disposizioni finali1. Gli inventari di cui all'articolo 4, comma 1, lettera b), sono aggiornati con una cadenza corrispo |
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ALLEGATO 1 - (art. 2, comma 1) - DIRETTIVE TECNICHE CONCERNENTI LA VALUTAZIONE PRELIMINARE |
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IntroduzioneObiettivo della valutazione preliminare della qualità dell'aria è individuare in prima approssimazione le zone di cui agli articoli 7, 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999 n. 351, al fine di stabilire il regime di monitoraggio e la modalità |
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1. Tecniche di valutazione che integrano le misure in siti fissi |
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1.1 Metodi di misura indicativiI metodi di misura indicativi prevedono misure che sono generalmente meno accurate di quelle fatte co |
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1.1.1 Uso della tecnica di campionamento diffusivoIl basso costo e la facilità di realizzazione di campagne di monitoraggio dell'aria ambiente con la tecnica del campionamento diffusivo consentono l'effettuazione d'indagini con un'elevata risoluzione spaziale (alta densità di campionamento). La tecnica è particolarmente adatta alla determinazione della distribuzione di inquinanti su un'area estesa e per valutare livelli di concentrazione integrati, su periodi temporali abbastanza lunghi (valori limite di lungo termine). Valori limite di breve periodo (medie orarie espresse in percentili) possono essere derivati statisticamente, comparando le misure su lungo periodo - ottenute dal campionamento diffusivo - con misure, effettuate in luoghi simili e/o vicini, realizzate con strumentazione ad alta risoluzione t |
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1.1.2 Uso di un laboratorio mobile per la valutazione di aree di massima concentrazioneI laboratori mobili o le stazioni di misura trasferibili usualmente combinano i vantaggi dei metodi di misura automatici con la mobilità e flessibilità d'utilizzo. Per gli inquinanti per cui i sistemi automatici di misura non esistono o non sono metodi ufficiali i laboratori mobili possono essere equipaggiati con strumentazione non automatica in grado di eseguire il prelievo del campione. La durata, i periodi e la frequenza delle campagne di misura o dei periodi di rilevamento dovranno essere fissati in modo da essere rappresentativi del periodo di riferimento del valore limite (1 ora, 24 ore, 1 anno). |
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Informazioni specifiche per gli inquinantiIl laboratorio mobile dovrebbe essere equipaggiato con un analizzatore per ognuno degli inquinanti co |
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1.1.3 Uso di un laboratorio mobile per il monitoraggio a grigliaUn laboratorio mobile può essere utilizzato anche per valutare la distribuzione spaziale di inquinanti su grandi aree. Il monitoraggio su una griglia è realizzato dividendo l'area d'interesse in una griglia a maglia quadrata e misurando l'inquinamento in ciascuna cella. Le misure sono realizzate per brevi periodi di tempo a ciascuna intersezione delle linee della griglia e ripetute durante il corso dell'anno. Le date e le o |
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1.2 ModelliIn generale, i modelli di dispersione sono un utile strumento per: - ottenere campi di concentrazione anche in porzioni di territorio ove non esistano punti di misura, o estendere la rappresentatività spaziale delle misure stesse; |
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1.2.1 Caratteristiche generali dei modelliLa scelta del modello o dei modelli da applicare deve essere effettuata rispondendo, in successione, ad alcune domande di carattere generale. Dapprima, deve essere correttamente definito lo scenario di applicazione, cioè l'insieme degli elementi caratteristici del problema che consentono di individuare la categoria di modelli appropriata: scala spaziale e temporale, complessità territoriale, orografica e meteoclimatica dell'area, tipologia delle sorgenti di emissione, sostanze inquinanti da considerare (in particolare, se soggette a reazioni chimiche o no). In seconda battuta, si devono verificare, in dettaglio i requisiti delle uscite che si desiderano dal modello e la disponibilità di tutti i dati di ingresso necessari e delle risorse hardware e software, e procedere quindi alla selezione del modello più opportuno. Per quanto riguarda la scala spaziale, si dovranno considerare anzitutto i modelli in grado di riprodurre efficacemente i fenomeni che, alla scala locale o alla microscala (per esempio, in u |
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1.2.2 Procedura di applicazione dei modelliUna procedura di applicazione dei modelli per la valutazione della qualità dell'aria può essere schematizzata nei seguenti passi. 1. Definizione chiara dell'obiettivo, cioè dell'informazione che ci si attende dall'applicazione dei modelli, a integrazione dell'informazione che proviene dalle misure. Ciò implica la definizione dei seguenti elementi dello scenario: le dimensioni dell'area su cui sono attesi i risultati del modello; la risoluzione spaziale (cioè la distanza minima per la quale il modello è in grado di calcolare variazioni spaziali significative del campo di concentrazione); le sostanze inquinanti da prendere in considerazione; l'indicatore di qualità dell'aria che si vuole stimate (il tempo di media determina anche la risoluzione temporale del modello, cioè l'intervallo di tempo che interc |
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1.2.3 Incertezza delle stime effettuate con i modelliSi possono elencare almeno quattro elementi di difficoltà nel confronto tra misure di concentrazione in aria e stime ottenute con i modelli: - le stime dei modelli rappresentano generalmente valori medi su un volume definito in relazione alla risoluzione spaziale del modello, e su un intervallo di tempo definito dalla frequenza delle osservazioni meteorologiche e dei dati di emissione, mentre le misure sono puntuali e relative |
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1.2.4 Fonti di informazioneInformazioni su modelli e codici disponibili possono essere trovati nella biblioteca dell'EPA (U.S. Environment Protection Agency - sito: http:/www.epa.gov/scram001), che, contiene in maggioranza modelli gaussiani, o al CARB, (California Air Research Board - sito: http:/www.arb.ca.gov/homepage.htm) che presenta un'ottima scelta di modelli per il trattamento delle reazioni chimiche degli inquinanti in atmosfera. Inoltre in ambito e |
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2. Determinazione della distribuzione spaziale delle concentrazioniNel seguito si descrivono alcune possibili modalità di generalizzazione spaziale dei livelli m |
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2.1 Misure + interpretazioneSi usa quando le misure fisse sono la sola sorgente di informazione e si assume che la rete copra e sia rappresentativa dell'intero territorio. In questi casi i metodi di misura della concentrazione devono essere combinati con una accurata st |
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2.2 Misure + tecniche di stima obiettivaPer stima obiettiva si intende la valutazione della qualità dell'aria tramite metodi matematici per calcolare le concentrazioni da valori misurati in altre locazioni e/o tempi, basati su conoscenze scientifiche della distribuzione delle concentrazioni. Anche questo approccio fa riferimento ai risultati del monitoraggio ma il processo di generalizzazione è più elaborato. Un metodo comune per generalizzare i dati misurati in un punto è l'interpolazione spaziale. |
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2.3 ModellisticaQuando i livelli di concentrazione sono calcolati da un modello validato si ha un'idea dell'accuratezza dei ri |
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3. Interpretazione dei dati al fini della definizione delle zoneAllorché si utilizzano modelli ai fini della valutazione preliminare della qualità dell'aria è necessario considerare la possibilità che le eccedenze dei valori limite siano valutate attraverso l'uso di modelli. È importante considerare che le misure hanno un valore diverso dai risultati ottenuti con modelli o altre |
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4. ZonizzazioneIl decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351 stabilisce che le Regioni devono suddividere il loro territorio in zone ai fini della gestione della qualità dell'aria (dove il termine zona include gli agglomerati intesi come un particolare tipo di zona). Nel definire un sistema di zone si deve perseguire il più possibile il soddisfacimento contemporaneo dei criteri di idoneità per la gestione della qualità dell'aria e di quelli per la valutazione della qualità dell'aria. Quando si considera la possibilità di combinare delle aree territoriali in una zona, deve essere dato debito riguardo alle similarità nella qualità dell'aria. È però importante notare che le zone devono primariamente essere guardate come territori amministrativi per i quali il decreto 351/99 definisce obblighi (per la valutazione, il reporting e la gestione). Quando si designano le zone l'obiettivo principale è assicurare un buon collegamento con le azioni da intraprendere; questo viene generalmente soddisfatto nel modo migliore quando si associano le zone alle aree amministrative e quando vengono fornite al pubblico in modo effic |
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Allegato 2 - (art. 4, comma 1, lettera b) CRITERI PER LA REDAZIONE DI INVENTARI DELLE EMISSIONI |
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1. DefinizioniAi fini del presente allegato si intende per: 1. "Emissione": qualsiasi sostanza solida, liquida o gassosa introdotta nell'atmosfera che possa produrre inquinamento atmosferico; 2. "Indicatore di una sorgente di emissione": una gran |
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2. FinalitàL'inventario delle emissioni è costituito da una serie organizzata di dati relativi alla quantità degli inquinanti introdotti in atmosfera da attività antropiche e |
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3. Inquinanti da considerareNell'elaborare l'inventario delle emissioni in atmosfera vanno considerati tutti gli inquinanti prima |
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4. Metodologia generaleAi fini dell'elaborazione dell'inventario possono essere impiegate come punto di partenza le stime elaborate dall'ANPA secondo la metodologia Corinair, disponibili sul sito internet http:/www |
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a) Quantificazione delle emissioniAi fini della quantificazione delle emissioni si utilizzano processi di stima o misure, sulla base de |
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b) Stima delle emissioniLe emissioni sono stimate a partire da dati quantitativi sull'attività presa in considerazione e da opportuni fattori di emissione tramite la seguente relazione: |
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c) Fattori di emissioneI valori dei fattori di emissione sono reperibili in pubblicazioni specifiche e manuali, alcuni dei q |
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d) Indicatori di attivitàPer quanto riguarda indicazioni utili alla raccolta e al calcolo degli indicatori di attività, |
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e) Classificazione delle attività e nomenclaturaPer la realizzazione dell'inventario è necessario procedere alla classificazione delle attività rilevanti per la valutazione delle emissioni di inquinanti dell'aria nel territorio prescelto. La presenza di numerose |
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f) Dimensione territorialeLe emissioni devono essere stimate con una disaggregazione territoriale che consenta l'uso di modelli di dispersione di inquinanti in atmosfera su opportune scale spaziali e sia quindi compatibile con le esigenze di elaborazione dei piani e programmi. Ad esempio per il monossido d |
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g) Dimensione temporaleLa disaggregazione temporale dell'inventario può essere fatta su base: - annuale; |
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h) Classificazione delle sorgenti di emissioneLe sorgenti emissive vengono classificate in diverse tipologie sulla base di più criteri: - la modalità di funzionamento; - la localizzazione sul territorio; - la loro configurazione spaziale (puntuale, lineare, areale). In base alle modalità di funzionamento le sorgenti vengono distinte in continue e discontinue. Per quanto concerne la localiz |
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i) Valutazione qualitativa e quantitativa dell'incertezzaAlle stime delle emissioni dell'inventario deve essere associata la valutazione qualitativa e quantitativa dell'incertezza. La valutazione qualitativa e quantitativa |
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5. Aggiornamento dell'inventarioGli inventari sono aggiornati con una cadenza corrispondente al monitoraggio delle singole fasi di at |
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Allegato 3 - (art. 5, comma 1) - INDICE DEL DOCUMENTO DI PIANO |
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Inquadramento generaleSintesi della strategia del piano, inquinanti che superano gli standard, misure e risultati previsti: articolazione del Piano o programma in fasi |
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Informazioni per il pubblico e per gli organismi interessatiScheda tecnica con le informazioni di cui all'allegato V del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 35 |
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Elementi di sintesi sull'inquinamento atmosferico(redatti sulla base della valutazione della qualità dell'aria) |
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Fonti di emissione di inquinanti dell'ariaElenco delle principali fonti di emissione responsabili dell'inquinamento (mappa) |
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Analisi dei dati meteoclimaticiLa rete di rilevamento |
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Elementi di sintesi relativi alla valutazione della qualità dell'ariaLa rete di monitoraggio |
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Caratterizzazione delle zone(redatta sulla base della valutazione della qualità dell'aria) (specificare quali sono le zone individuate sulla base dello standard per la protezione della salute umana e quali quelle individuate sulla base dello standard per la protezione degli ecosistemi o della vegetazione) |
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Quadro normativo di baseQuadro delle norme vigenti a livello internazionale, nazionale e locale e dei provvedimenti da esse d |
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Analisi delle tendenze(per zona o agglomerato) |
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Scenari di riferimento della qualità dell'aria(elaborati secondo il quadro normativo di base e tramite modelli di diffusione e trasformazione in at |
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Scenari per eventuali riduzioni delle emissioni a partire dallo scenario di riferimento- proiezioni delle emissioni nei differenti scenari individuati (dettagli sulle misure e i costi) |
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Le azioni del piano(per zona o agglomerato) |
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Individuazione delle misure selezionate(per ciascuna misura: motivazioni, costi, priorità, riduzioni previste in termini di emissioni |
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Identificazione dei risultati di riduzione delle concentrazioni del piano o programmaRiduzioni previste/attese delle concentrazioni degli inquinanti |
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Strategie per la partecipazione del pubblicoPartecipazione e coinvolgimento delle parti sociali e del pubblico |
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Monitoraggio del piano o programmaIndicazione sulle procedure e le modalità di monitoraggio, delle singole fasi di attuazione e |
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Verifica del piano o programmaVerifica dell'effettiva riduzione delle emissioni rispetto a quella programmata/prevista |
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Revisione del piano o programmaIndicazione dei meccanismi di correzione e/o integrazione da attivarsi in seguito alle verifiche ripo |
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Provvedimenti o progetti programmati o oggetto di ricerca a lungo termine |
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Elenco dei documenti utilizzati a supporto del documento di piano |
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Rimozione ostacoli procedurali e autorità sostitutivaIndicare gli eventuali meccanismi di rimozione di ostacoli procedurali |
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Coordinamento interregionale del piano/programma (se necessario)Indicare il soggetto che svolge la funzione di coordinamento |
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Allegato 4 - (art. 5, comma 2; art. 6, comma 1) - INDICAZIONI PER LA REDAZIONE DEL PIANO |
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Scenari di riferimento della qualità dell'ariaPer "scenario di riferimento" si intende lo scenario di qualità dell'aria riferito al termine di cui all'articolo 4, comma 1 lettera c), del decreto legislativo n. 351 del 1999, elaborato sulla base delle norme e dei provvedimenti vigenti a livello europeo, nazionale, regionale, provinciale e comunale aventi rilievo in materia di inquinamento atmosferico. Lo scenario di riferimento è predisposto per ognuno |
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Modelli di dispersione e trasformazione in atmosfera degli inquinantiPer la selezione dei modelli di dispersione e trasformazione in atmosfera degli inquinanti possono essere utilizzati gli stessi criteri generali indicati ai fini della valutazione preliminare della qualità dell'aria. La scelta dei modelli deve essere basata su adeguata documentazione di supporto che illustri caratteristiche e prestazioni dei modelli. L'uso di modelli di dispersione e trasformazione in atmosfera necessita, come dati di ingresso (input), di dati di emissione (quelli ottenuti tramite l'elaborazione dello scenario di riferimento |
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Individuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioniNel caso in cui lo scenario di riferimento della qualità dell'aria evidenzi che i livelli di concentrazione vengono rispettati o si raggiungono livelli più bassi, il piano deve esser |
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Individuazione delle possibili misure da attuare e costi di abbattimento delle emissioniUna volta definite le quote di riduzione delle emissioni inquinanti devono essere individuate tutte le possibili misure da attuare per il loro conseguimento. A ogni misura vanno associati i relativi costi per unità di abbat |
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Selezione dell'insieme di misure più efficaci per realizzare gli obiettivi di riduzione delle emissioniSulla base delle possibili misure individuate ed analizzate in termini di efficacia di riduzione delle emissioni e costi viene selezionato l'insieme delle misure più efficaci anche in termini di costi per realizzare gli obiettivi di riduzione delle emissioni che consentono il rispetto dei valori limite. La selezione dell'insieme di misure più efficaci è effettua |
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Monitoraggio delle fasi di attuazione delle misure selezionate e dei relativi risultatiContestualmente all'avvio delle procedure che rendono operative le misure va avviato il meccanismo di monitoraggio delle fasi di attuazione delle misure selezionate e dei relativi risultati. Va in particolare monitorata costantemente l'attuazione degli |
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Revisione del pianoNel caso in cui dagli esiti del meccanismo di monitoraggio risultino non rispettati gli obiettivi intermedi del piano va avviato un processo di revisione che indichi i meccanismi di correzione e/o integrazione da attivare. Al fine di rendere possibile l'uso dei modelli di diffusione e trasformazione degli inquinanti nell'ambit |
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