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Deliberaz. G.P. Trento 22/09/2017, n. 1522

Articolo 11, comma 3 della legge provinciale 30 luglio 2010 n. 17 concernente "Legge provinciale sul commercio 2010" - localizzazione di massima di eventuali aree da destinare all'insediamento di grandi strutture /centri commerciali al dettaglio con superficie di vendita superiore a mq 10.000.
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Testo del provvedimento

Il relatore comunica,

ai fini della eventuale localizzazione di nuove aree da destinare all’insediamento di grandi strutture – centri commerciali al dettaglio - , risulta necessario delineare, in primo luogo, il quadro generale relativo alla struttura commerciale già consolidato in provincia di Trento e approfondire il contesto di natura urbanistica ed ambientale in modo da evitare, o minimizzare, gli impatti che l’insediamento di grandi superfici commerciali possono potenzialmente produrre nei confronti di emergenti elementi di fragilità territoriale e comprometterne la qualità e la sostenibilità ambientale.

Dalle analisi fornite dall’Ufficio studi e ricerche della C.C.I.A.A. di Trento, si rileva che al 31 dicembre 2016 risultavano iscritte al Registro imprese della provincia di Trento n. 8.559 unità locali (negozi) dedite in via prevalente o secondaria al commercio al dettaglio per una superficie complessiva di vendita pari a mq 913.372.

Fra i negozi attivi compaiono anche 2.669 negozi che svolgono attività di commercio al dettaglio solo in via secondaria: si tratta in particolare di attività principale di bar, ristorazione o alberghiera che solo marginalmente effettuano anche vendita oppure di attività di tipo artigianale, sia di produzione che di servizio che, in grado minore, vendono prodotti correlati all’attività principale.

Sempre dai dati forniti dalla C.C.I.A.A. di Trento si ricava che nel corso degli ultimi dieci anni il numero di esercizi e i metri quadrati di superficie di vendita hanno evidenziato un aumento pressoché costante, solo nel 2009 e nel 2012 il numero di esercizi ha sperimentato una lieve riduzione rispetto all’anno precedente, mentre la superficie complessiva è risultata in crescita in tutto l’arco temporale considerato.

Rispetto al 31 dicembre 2007, primo periodo in cui i dati sono disponibili, l’aumento a fine 2016 del numero di esercizi era pari al 4,2%, mentre la superficie di vendita ha sperimentato un tasso di crescita superiore e pari al 11,3%. La dimensione media del singolo esercizio è perciò aumentata passando dai 99,9 mq del 2007 ai 106,7 del 2016.

Questi dati, anche se di carattere generale e sommariamente aggregati, testimoniano da una parte il forte stimolo allo sviluppo ed all’ammodernamento della rete commerciale che la nuova legge provinciale sul commercio (legge provinciale n. 17 del 2010) ha saputo imprimere al settore, pur in presenza di una perdurante crisi economica e dall’altra evidenzia anche la reattività delle imprese trentine nel cogliere gli stimoli all’innovazione e alla crescita.

Risulta importante e significativo evidenziare anche due importanti scelte strategiche e di sistema operate con l’approvazione della legge provinciale n. 17 del 2010: da una parte la totale “deprogrammazione” degli insediamenti commerciali – di qualsiasi dimensione e tipologia – in tutti i centri storici dei comuni della provincia con l’obiettivo di rilanciare e potenziare il ruolo attrattivo dei centri storici, frenarne l’esodo delle imprese commerciali da queste zone così importanti delle nostre città e recuperarne conseguentemente l’attrattività e la vivibilità sociale. Dall’altra si deve registrare il forte impulso alle c.d. “attività multiservizi” attraverso interventi in grado di favorire ed assicurare sia il nuovo insediamento che la permanenza di esercizi che offrono generi di prima necessità e costituiscono contestualmente l’unico presidio economico e sociale in zone e località montane che altrimenti rischierebbero la desertificazione commerciale e non solo; per tali attività, pur in presenza di un quadro di progressiva restrizione e contenimento delle risorse pubbliche, la Provincia di Trento è stata fortemente determinata ad assicurare la continuità degli investimenti, al fine di garantire a questi importanti presidi sociali la possibilità di offrire i loro servizi commerciali ed altri complementari a persone che altrimenti si troverebbero costrette, e non sempre è possibile, a lunghi trasferimenti per acquistare beni e prodotti anche di uso giornaliero.

È di tutta evidenza che ipotizzare l’insediamento di un polo commerciale attrattivo di grandi dimensioni nel fondovalle in aree esterne e periferiche rispetto ai centri storici, rischierebbe di compromettere le forti scelte di sistema effettuate con la legge sul commercio del 2010, con ricadute negative anche di natura sociale che un impoverimento dei centri storici – con i consumi drenati verso l’esterno – e una ulteriore marginalizzazione delle aree in zone montane andrebbero a produrre.

Si deve anche evidenziare che dopo circa 30 anni di sviluppo dei centri commerciali al dettaglio - che nelle nostre realtà si sono insediati quasi esclusivamente nelle periferie delle città- si assiste ora ad una fase di maturità di questo format dovuta in parte alla contrazione dei consumi e dall’altra all’esplosione degli hard discount, ad un costante aumento della spesa effettuata via internet e ad un crescente ricorso ai gruppi di acquisto; la potenziale domanda di offerte commerciali è in calo, i consumi si sono riposizionati e spalmati su differenti format, i consumatori del dopo crisi sono molto più consapevoli ed attenti verso un prodotto che reputano giusto ed equo anche per il suo prezzo, si privilegia l’acquisto di prodotti a km zero che forniscono maggiori garanzie di genuinità e tracciabilità e minori impatti ambientali dovuti alla lavorazione, trasporto e stoccaggio delle merci.

L’obiettivo del “consumo zero di suolo”, trattandosi evidentemente di una risorsa limitata, è ormai entrato a far parte di tutta la legislazione comunitaria, nazionale e provinciale, dando una assoluta priorità alla rigenerazione delle aree già urbanizzate rispetto all’utilizzo di aree libere.

L’Unione Europea definisce, già nel 2006, l’azzeramento del consumo di suolo a livello europeo con la “strategia tematica per la protezione del suolo” in cui viene sottolineata la necessità di porre in essere buone pratiche per mitigare gli effetti negativi dell’impermeabilizzazione sulle funzioni del suolo, seguita dalla relazione della sua attuazione (COM(2012) 46) in cui si delineano azioni coerenti al suo perseguimento (sensibilizzazione, ricerca, monitoraggio, integrazione nelle politiche e valutazioni ambientali, promozione istituzione di partenariato mondiale) il cui obiettivo “è quello di proteggere il suolo consentendone un uso sostenibile, attraverso la prevenzione di un’ulteriore degradazione, la tutela delle funzioni del suolo e il ripristino dei suoli degradati” .

Quest’ultimo obiettivo viene ripreso nella “tabella di marcia verso un’ Europa efficiente nell’impiego delle risorse”, attraverso il perseguimento di “consumo di suolo pari a zero” da raggiungere entro il 2050 con la prospettiva di far crescere e divenire competitiva, inclusiva, intelligente l’economia della Unione Europea “in maniera da rispettare i vincoli imposti dalle risorse e i limiti del pianeta, contribuendo in questo modo ad una trasformazione economica globale” che porti ad un “elevato standard di vita, con impatti ambientali notevolmente ridotti” (COM(2011) 571).

Una forte sensibilità rispetto ad un uso consapevole del suolo, e quindi ad una necessaria e netta riduzione del suo consumo, viene dichiarata nel Regolamento (CE) n. 443/2009, in cui si afferma l’impegno, da parte dell’Unione Europea, “di incoraggiare la transizione verso un’economia verde e di addivenire a una completa dissociazione della crescita economica dal degrado ambientale”.

L’urgenza di invertire la tendenza al consumo di suolo causato in gran parte dall’espansione di insediamenti a bassa densità della popolazione, generatrice di impatti tra cui l’incremento dei consumi energetici e l’aumento delle emissioni climalteranti, è fortemente richiamata anche dalla dichiarazione di Toledo sulla rigenerazione urbana integrata e il suo potenziale strategico per uno sviluppo urbano più intelligente, sostenibile e inclusivo nelle città europee (2010 Toledo informal ministerial meeting on urban development).

Il principio di base seguito per la protezione del suolo, si può riassumere come “meno e meglio”: impermeabilizzare meno e pianificare meglio. Nelle buone prassi, la pianificazione consiste prima nel limitare l’impermeabilizzazione e poi, se ciò risulta impossibile, nel proteggere i suoli “migliori”. Limitare l’impermeabilizzazione del suolo è sempre prioritario rispetto alle misure di mitigazione o compensazione, dato che si tratta di un processo praticamente irreversibile (SWD (2012) 101).

Per quanto riguarda la provincia di Trento, il PUP ha quantificato i diversi usi del suolo in Trentino: ben l’87% del territorio è interessato da rocce, boschi o pascoli e solo il rimanente 13% è disponibile per gli insediamenti e l’agricoltura.

Dai dati dell’Osservatorio del Paesaggio della P.A.T., si rileva che dal 1960 al 2004 la superficie edificata in Trentino è aumentata di quasi tre volte, passando da 5.481,7 ettari del 1960 a 15.942,8 ettari del 2004; dal 1960 al 2004 le aree urbanizzate sono aumentate di circa il 190% a fronte di un incremento della popolazione limitato al 20% (da 414.307 a 497.546 ab.). La superficie edificata per ogni abitante della provincia è variata da 132 mq/ab. del 1960 ai 272 mq/ab. del 1987 per attestarsi sul valore di 320 mq/ab. Del 2004. Dai dati dell’Osservatorio del paesaggio emerge inoltre che “l’analisi dei piani regolatori in vigore mostra come, in assenza di nuove iniziative, il consumo di suolo sia destinato ancora ad aumentare con valori che in alcuni territori della provincia risultano particolarmente elevati”.

Tra gli elementi di novità introdotti con la legge urbanistica provinciale (n. 15 del 4 agosto 2015), che porta a compimento il percorso intrapreso con il PUP del 2008, vi è appunto quello della riduzione del consumo di suolo, che ha

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Allegato 1 - Aggiornamento delle dinamiche ambientali e paesaggistiche e del quadro dell’offerta nei territori del commercio del Trentino a supporto di strategie di programmazione provinciale resilienti

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Allegato 2 - Applicazione della metodologia di valutazione integrata territoriale per la costruzione di scenari territoriali del commercio in provincia di Trento

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