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Sent.C. Cass. 14/01/1999, n. 321

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1. Consulenza tecnica d'ufficio Accertamento di fatti rilevabili soltanto con cognizioni tecniche Ammissibilità Fonte oggettiva di prova Configurabilità Diniego di ammissione lllegittimità - Fattispecie.
1. La consulenza tecnica, pur avendo, di regola, la funzione di fornire al giudice una valutazione relativa a fatti già probatoriamente acquisiti al processo, può legittimamente costituire, ex se, fonte oggettiva di prova qualora si risolva non soltanto in uno strumento di valutazione, bensì di accertamento di situazioni di fatto rilevabili esclusivamente attraverso il ricorso a determinate cognizioni tecniche, così che, in tal caso, viola la legge processuale il giudice di merito che ne rifiuti l'ammissione sotto il profilo del mancato assolvimento, da parte dell'istante, dell'onere probatorio di cui all'art. 2697 Cod. civ. (Nella specie, richiesta una consulenza tecnica da parte di un condomino al fine di accertare il risparmio di spesa, da parte del condominio conseguente al mancato utilizzo del proprio impianto di riscaldamento - cui egli aveva all'uopo apposti i sigilli -, il giudice di merito aveva rigettato come inammissibile l'istanza ritenendo la consulenza de qua funzionale ad un'inammissibile indagine esplorativa, in mancanza di altre prove fornite dal richiedente; la Corte suprema, nel cassare la sentenza e nel sancire il principio di diritto di cui in massima, ha ancora osservato, con riferimento al caso di specie, come la prova del risparmio di spesa per il condominio non potesse fornirsi che attraverso un'indagine tecnica che procedesse, da un canto, alla misurazione del calore proveniente dagli appartamenti limitrofi di cui i locali dell'attore avevano pur sempre beneficiato, e, dall'altro, all'accertamento della diminuzione di energia in concreto irrogata dall'impianto centrale).


(Cod. civ. art. 2697)

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