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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
Deliberaz. G.R. Piemonte 11/07/2016, n. 40-3620
Deliberaz. G.R. Piemonte 11/07/2016, n. 40-3620
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Testo del provvedimentoA relazione degli Assessori Ferrero, Valmaggia: Premesso che: i maggiori fattori di pressione ambientale sulle risorse idriche nella Regione Piemonte sono riconducibili all’elevata antropizzazione del territorio con la conseguente presenza di numerose attività del settore industriale, civile, agricolo e zootecnico. Alla crescente richiesta idrica si è fatto fronte mediante prelievi sia dai corpi idrici superficiali, attraverso le derivazioni, sia dai corpi idrici sotterranei, attraverso pozzi e sorgenti; l’utilizzo di acqua sotterranea è stato favorito dalla facilità del suo reperimento, nonché dalla sua abbondanza e, nello specifico del settore agricolo, dalla variabilità stagionale di numerosi corpi idrici superficiali. La necessità di poter disporre di acqua nei momenti di massima richiesta vegetazionale, quando è minima la disponibilità dei corpi idrici superficiali, ha fatto sì che nel tempo venissero realizzate numerose opere di presa da acque sotterranee; la l.r. 30 aprile 1996, n. 22 R (Ricerca, uso e tutela delle acque sotterranee), ha precisato che le domande di derivazione devono essere accompagnate da idonei atti progettuali a firma di professionista abilitato, ha previsto il divieto di costruire opere che consentano la comunicazione tra la falda profonda e la falda freatica ed in particolare ha stabilito che la ricerca, l'estrazione e l'utilizzazione delle acque sotterranee da falde in pressione è riservata all’ uso potabile; la Regione Piemonte, attraverso le proprie politiche di settore e gli strumenti di pianificazione persegue l’obiettivo della protezione e della valorizzazione del sistema idrico sotterraneo piemontese, e ha previsto che tale obiettivo si potesse raggiungere mediante la caratterizzazione degli acquiferi e attraverso l’individuazione della base dell'acquifero superficiale, determinandone la cartografia che specifica i limiti di separazione tra la falda freatica e la falda profonda; con deliberazione del Consiglio regionale n. 117-10731 del 13 marzo 2007 R, la Regione Piemonte ha approvato il Piano di tutela delle acque; al fine di perseguire gli obiettivi del P.T.A., con la D.G.R. 3 giugno 2009, n. 34-11524 R e con la successiva determinazione dirigenziale n. 900 del 3 dicembre 2012, la Regione Piemonte ha approvato l’identificazione del modello idrogeologico concettuale degli acquiferi di pianura, la loro caratterizzazione e la ricostruzione della base dell’acquifero superficiale riferiti all’intero territorio piemontese; la misura adottata attraverso l’art. 37 del P.T.A. prevede che, allo scopo di tutelare gli acquiferi profondi, tutti i pozzi che consentono la comunicazione tra la falda freatica e le sottostanti falde profonde siano ricondizionati secondo le modalità stabilite dalla vigente disciplina regionale. Lo stesso P.T.A., all’art. 37 comma 5, fissa le tempistiche di realizzazione degli interventi di ricondizionamento o di chiusura entro il 31 dicembre 2016 per l’intero territorio regionale. Dato atto che: dall’esame dei dati contenuti nel Sistema Informativo delle Risorse Idriche (S.I.R.I.), emerge che tale misura ha avuto un effetto sensibile sui pozzi destinati all’uso idropotabile e industriale, mentre l’effetto è risultato piuttosto limitato per quelli ad uso i |
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