FAST FIND : NN9322

D. Min. Ambiente e Tutela Terr. 16/06/2008, n. 131

Regolamento recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici, analisi delle pressioni) per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante: «Norme in materia ambientale», predisposto ai sensi dell’articolo 75, comma 4, dello stesso decreto.
In vigore dal 26.8.2008.
Scarica il pdf completo
61552 1904183
Art. 1.

Il presente decreto apporta le seguenti modifiche agli allegati 1 e 3 della parte terza del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152:

le premesse dell’allegato 1 sono così sostituite: “Il presente allegato s

IL CONTENUTO COMPLETO E' RISERVATO AGLI ABBONATI.
61552 1904184
Art. 2.

1. Entro trenta giorni dalla pubblicazione del presente regolamento le regioni, sentite le Autorità di Bacino, identificano, nell’ambito del ter

IL CONTENUTO COMPLETO E' RISERVATO AGLI ABBONATI.
61552 1904185
Allegato 1

SEZIONE A - METODOLOGIA PER L'INDIVIDUAZIONE DI TIPI PER LE DIVERSE CATEGORIE DI ACQUE SUPERFICIALI


A.1 Metodologia per l’individuazione dei tipi fluviali

A.1.1 Definizioni:

— “corso d’acqua temporaneo”: un corso d’acqua soggetto a periodi di asciutta totale o di tratti dell’alveo annualmente o almeno 2 anni su 5;

— “corso d’acqua intermittente”: un corso d’acqua temporaneo con acqua in alveo per più di 8 mesi all’anno, che può manifestare asciutte anche solo in parte del proprio corso e/o più volte durante l’anno;

— “corso d’acqua effimero”: un corso d’acqua temporaneo con acqua in alveo per meno di 8 mesi all’anno, ma stabilmente; a volte possono essere rinvenuti tratti del corso d’acqua con la sola presenza di pozze isolate;

— “corso d’acqua episodico”: un corso d’acqua temporaneo con acqua in alveo solo in seguito ad eventi di precipitazione particolarmente intensi, anche meno di una volta ogni 5 anni. I fiumi a carattere episodico (esempio: le fiumare calabre o lame pugliesi), sono da considerarsi ambienti limite, in cui i popolamenti acquatici sono assenti o scarsamente rappresentati, anche nei periodi di presenza d’acqua. Pertanto tali corpi idrici non rientrano nell’obbligo di monitoraggio e classificazione.

Nelle definizioni sopra riportate l’assenza di acqua in alveo si intende dovuta a condizioni naturali.


A.1.2 Basi metodologiche

La tipizzazione dei fiumi è basata sull’utilizzo di descrittori abiotici, in applicazione del sistema B dell’allegato II della Direttiva 2000/60/CE e devono, quindi, essere classificati in tipi sulla base di descrittori geografici, climatici e geologici. La tipizzazione si applica a tutti i fiumi che hanno un bacino idrografico =10 km². La tipizzazione deve essere applicata anche a fiumi con bacini idrografici di superficie minore nel caso di ambienti di particolare rilevanza paesaggistico-naturalistica, di ambienti individuati come siti di riferimento, nonché di corsi d’acqua che, per il carico inquinante, possono avere un’influenza negativa rilevante per gli obiettivi stabiliti per altri corpi idrici ad essi connessi.

La procedura utilizzata per la definizione dei tipi per i corsi d’acqua si articola in tre livelli successivi di seguito descritti:

— Livello 1 - Regionalizzazione

— Livello 2 - Definizione di una tipologia

— Livello 1 - Definizione di una tipologia di dettaglio


A.1.3. Regionalizzazione

Il livello 1 si basa su una regionalizzazione del territorio europeo e consiste in una identificazione di aree che presentano al loro interno una limitata variabilità per le caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche, sulle quali applicare successivamente la tipizzazione dei corsi d’acqua. I descrittori utilizzati sono riportati nella tabella 1.1, mentre nella figura 1.1 sono descritti i limiti delle diverse Idro-ecoregioni che interessano l’Italia.

Sulla base del processo di tipizzazione e del monitoraggio svolto nel 2008 le Regioni possono effettuare modifiche ai confini delle Idro-ecoregioni per adattarle al meglio alle discontinuità naturali territoriali, nel rispetto dell’approccio generale mediante il quale esse sono state delineate.


TABELLA 1.1 - DESCRITTORI UTILIZZATI PER IL LIVELLO 1 DEL PROCESSO DI TIPIZZAZIONE


Classi di descrittori

descrittori

Localizzazione geografica

Altitudine, Latitudine, Longitudine

Descrittori moifometrici

Pendenza media del corpo idrico

Descrittori climatici

- Precipitazioni

- Temperatura dell’aria

Descrittori geologici

Composizione geologica del substrato



Fig. 1.1 Rappresentazione delle idroecoregioni italiane con relativi codici numerici, denominazioni e confini regionali



Idroecoregioni

Cod

Denominazione

1

Alpi Occidentali

2

PrealpiDolomiti

3

Alpi Centro-Orientali

4

Alpi Meridionali

5

Monferrato

6

Pianura Padana

7

Carso

8

Appennino Piemontese

9

Alpi Mediterranee

10

Appennino Settentrionale

11

Toscana

12

Costa Adriatica

13

Appennino Centrale

14

Roma_Viterbese

15

Basso Lazio

16

Vesuvio

17

Basilicata_Tavoliere

18

Puglia_Carsica

19

Appennino Meridionale

20

Sicilia

21

Sardegna


A.1.4 Definizione della tipologia

Il Livello 2 deve consentire di giungere ad una tipizzazione di tutti i corsi d’acqua presenti sul territorio italiano con dimensione minima di bacino di 10 km², o di dimensione minore di cui alle eccezioni previste al paragrafo A.1.2, sulla base di alcuni descrittori abiotici comuni.

L’obiettivo è quindi quello di ottenere una lista di tipi, riconosciuti come ulteriore approfondimento della regionalizzazione in Idro-ecoregioni.

I descrittori selezionati per la definizione della tipologia di livello 2 e le fasi successive sono riportati rispettivamente nella tabella 1.2 e nella figura 1.2.


TABELLA 1.2 - DESCRITTORI UTILIZZATI PER IL LIVELLO 2 DEL PROCESSO DI TIPIZZAZIONE


Descrittori idromorfologici

- distanza dalla sorgente (indicatore della taglia del corso d’acqua)


- morfologia dell’alveo (per i fiumi temporanei)


- perennità e persistenza

Descrittori idrologici

- origine del corso d’acqua


- possibile influenza del bacino a monte sul corpo idrico


A.1.4.1 Distanza dalla sorgente

La distanza dalla sorgente fornisce indicazioni sulla taglia del corso d’acqua, in quanto è correlata alla dimensione del bacino di cui può essere considerata un descrittore indiretto.

La distanza dalla sorgente consente di ottenere delle classi di taglia per i corsi d’acqua, definite come segue:

Molto piccolo < 5 km

Piccolo 5-25 km

Medio 25-75 km

Grande 75-150 km

Molto grande> 150 km

Qualora il valore limite della classe cadesse all’interno di un tratto fluviale omogeneo, tale limite non avrebbe un reale significato ecologico. Pertanto nella fase di effettivo riconoscimento dei tipi, si deve utilizzare un criterio correttivo (fase5 in Fig. 1.2), per consentire il posizionamento del limite tra i due tipi, e quindi l’identificazione dei due corpi idrici adiacenti, in accordo con le discontinuità realmente esistenti lungo il corso d’acqua. Tale criterio è stato riconosciuto nel posizionamento del limite tra due tratti alla confluenza di un corso d’acqua di ordine (Strahler) superiore, uguale o inferiore di una unità. Il punto di confluenza, offre la possibilità di collocare l’effettivo punto di separazione tra due tipi/tratti fluviali secondo le principali discontinuità ecologiche del fiume.

Sulla base dei dati in possesso dell’autorità competente, la “dimensione del bacino” può sostituire il descrittore “distanza dalla sorgente” nel caso in cui sia stata definita adeguatamente la relazione tra i due descrittori. In questo caso, dovrà essere garantita una corrispondenza di massima tra l’attribuzione ai tipi ottenuta sulla base della dimensione del bacino e le classi indicate nella presente sezione per la distanza dalla sorgente. Come criterio generale possono eventualmente essere utilizzate delle classi di taglia per i corsi d’acqua definite come segue:


Molto piccolo < 25 km²

Piccolo 25-150 km²

Medio 150-750 km²

Grande 750-2500 km²

Molto grande > 2500 km²

L’uso del criterio “distanza dalla sorgente” invece della dimensione del bacino consente di limitare l’errore di attribuzione tipologica nel caso, ad esempio, di piccoli corsi d’acqua di pianura o di origine sorgiva.

La distanza dalla sorgente è anche utilizzata per valutare l’influenza del bacino a monte.

In Figura 1.2 è riportato il caso in cui l’attribuzione di taglia è effettuata sulla base della distanza dalla sorgente. L’autorità competente informa il MATTM sulla base di quale dei due criteri sono attribuite le classi di taglia del corso d’acqua, tenendo presente che nell’intero territorio di un singolo bacino idrografico deve essere utilizzato un unico descrittore (distanza della sorgente o dimensione del bacino). Pertanto le regioni si coordinano per selezionare il descrittore comune nell’ambito di bacini idrografici che comprendono i territori di più regioni.


A.1.4.2 Morfologia dell’alveo

È un descrittore di assoluta rilevanza nello strutturare le biocenosi nei fiumi temporanei. La morfologia dell’alveo fluviale risulta particolarmente importante in corsi d’acqua non confinati o semi confinati. I corsi d’acqua per i quali la morfologia dell’alveo risulta quindi particolarmente importante per caratterizzare la struttura e il funzionamento dell’ecosistema sono quelli di pianura, collina o presenti nei fondo valle montani. Per i fiumi temporanei, si propongono i due seguenti raggruppamenti:

1) Meandriforme, sinuoso o confinato

2) Semi-confinato, transizionale, a canali intrecciati o fortemente anastomizzato.


A.1.4.3 Perennità e persistenza del corso d’acqua

Una caratteristica fondamentale dei corsi d’acqua è il loro grado di perennità (fase 2 in Fig. 1.2).

Nell’area mediterranea, in particolare, è necessario poter riconoscere e caratterizzare i fiumi a carattere temporaneo. Tra i fiumi temporanei, possiamo riconoscere le seguenti categorie definite al paragrafo A.I.I (Definizioni): intermittente, effimero ed episodico (fase3b in Fig.1.2).

È chiaro che l’attribuzione di un tratto fluviale alla categoria “fiumi temporanei” deve essere effettuata sulla base delle portate ‘naturali’ricostruite e non di condizioni osservate che siano il risultato di processi di uso e gestione delle acque non in linea con le caratteristiche naturali del corso d’acqua. Ad esempio, un determinato tratto soggetto a regolazione del deflusso minimo vitale o al manifestarsi di periodi di asciutta dovuti alla presenza di invasi a monte non sarà direttamente ascrivibile a tale categoria senza ulteriori verifiche sul regime naturale del corso d’acqua.


A.1.4.4 Origine del corso d’acqua

Soprattutto al fine di evidenziare ecosistemi di particolare interesse o a carattere peculiare, diversi tipi fluviali devono essere discriminati sulla base della loro origine:

1. scorrimento superficiale di acque di precipitazione o da scioglimento di nevai (maggior parte dei corsi d’acqua italiani);

2. grandi laghi;

3. ghiacciai;

4. sorgenti (e.g. in aree carsiche);

5. acque sotterranee (e.g. risorgive e fontanili).

Questa categorizzazione è utile per caratterizzare i tratti fluviali più prossimi all’origine; essa (da 3 a 5 della fig. 1.2, in particolare) può perdere d’importanza spostandosi verso valle. Nell’attuale formulazione di tipologia, la distanza di circa lO km viene orientativamente proposta come limite oltre il quale gli effetti di un’origine particolare del corso d’acqua si affievoliscono al punto da renderlo simile ad un altro originatosi da acque di scorrimento superficiale (fig. 1.2).


A.1.4.5 Influenza del bacino a monte sul corpo idrico

Deve essere utilizzato il semplice rapporto tra l’estensione totale del corso d’acqua (i.e. distanza dalla sorgente) e l’estensione lineare del corso d’acqua in esame all’interno della Idro-ecoregione di appartenenza (sempre a monte del sito, fino al confine della Idro-ecoregione di appartenenza). Cioè, è possibile definire un indice di Influenza del BacinolIdro-ecoregione a monte (IBM)

come: IBM= Estensione lineare totale del corso d’acqua IEstensione lineare del corso d’acqua nella

Idro-ecoregione di appartenenza

L’estensione totale e nella Idro-ecoregione di appartenenza del corso d’acqua devono essere entrambe calcolate a partire dal sito in esame verso monte.

La tabella 1.3 riporta i valori di riferimento per tale indice. Le modalità di calcolo del criterio “Influenza del bacino a monte” potranno essere riviste sulla base dei risultati della prima applicazione tipologica.


TABELLA 1.3. - CRITERI PER L’ATTRIBUZIONE DI UN SITO FLUVIALE AD UNA CLASSE DI INFLUENZA DEL BACINO A MONTE (HERM: HER A MONTE; HERA: HER DI APPARTENENZA).







Livello



Trascurabile

Debole

Forte

HER






2

Alpi e Appennino settentrionale

2,5,6,7,8,9

IBM=125

1.25<IBM=2

IBM>2


%HERm/HERa

= 25

25<%=100

>100


Appennino Centrale

11,12,13,14,15

IL CONTENUTO COMPLETO E' RISERVATO AGLI ABBONATI.

Dalla redazione

  • Demanio
  • Pubblica Amministrazione
  • Demanio idrico
  • Acque
  • Ambiente, paesaggio e beni culturali

Concessioni demaniali marittime, canoni aggiornati, proroghe e scadenze

A cura di:
  • Dino de Paolis
  • Beni culturali e paesaggio
  • Ambiente, paesaggio e beni culturali

Le norme per la tutela degli alberi monumentali

A cura di:
  • Alfonso Mancini
  • Ambiente, paesaggio e beni culturali
  • Edilizia e immobili
  • Beni culturali e paesaggio
  • Edilizia privata e titoli abilitativi
  • Titoli abilitativi

Interventi edilizi e vincolo paesaggistico

A cura di:
  • Dino de Paolis
  • Studio Groenlandia
  • Ambiente, paesaggio e beni culturali
  • Rifiuti

Rifiuti, non rifiuti e sottoprodotti: definizione, classificazione, normativa di riferimento

A cura di:
  • Alfonso Mancini
  • Ambiente, paesaggio e beni culturali
  • Beni culturali e paesaggio

Il Restauratore dei beni culturali: figura, qualifica, attività riservate

A cura di:
  • Dino de Paolis