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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
Par. Aut. Vigilanza Contratti Pubbl. 10/11/2011, n. 196
Par. Aut. Vigilanza Contratti Pubbl. 10/11/2011, n. 196
Istanza di parere per la soluzione delle controversie ex articolo 6, comma 7, lettera n) del D.Lgs. n. 163/2006 presentata dalla TEQ SA – “Procedura aperta per l’appalto della progettazione, fornitura e posa in opera, garanzia e manutenzione di un sistema di Infoparking di indirizzamento e guida ai parcheggi della Città di Monza” – Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa – Importo a base d’asta: euro 664.526,66 – S.A.: TPM S.p.A.1. E’ principio acquisito nella giurisprudenza del giudice amministrativo che nelle gare pubbliche la distribuzione del punteggio tra i vari elementi di valutazione delle offerte costituisce espressione della discrezionalità della P.A., sindacabile in sede giurisdizionale solamente per manifesta irrazionalità, ravvisabile allorché tale distribuzione non sia equilibrata o |
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[Premessa]Il Consiglio |
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Considerato in fattoIn data 14 marzo 2011 è pervenuta l’istanza in epigrafe, con la quale la società TEQ SA ha chiesto un parere in merito alla legittimità della procedura indetta dalla TPM S.p.A. per l’affidamento dell’appalto in oggetto. Più specificamente, l’istante lamenta la violazione degli artt. 14 e 83 del D.Lgs. n.163/2006 |
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Ritenuto in dirittoLa questione controversa oggetto del presente esame concerne la legittimità della procedura di gara indetta dalla società per azioni TMP per l’affidamento dell’appalto in oggetto. 1. Il nucleo centrale della prima questione posta all’attenzione di questa Autorità attiene, a monte, alla questione se sia più corretto assimilare l’appalto in discussione ad una fornitura o ad un appalto misto, con prevalenza della fornitura di componenti rispetto al lavoro occorrente per l’assemblaggio e l’installazione di manufatti (come ha ritenuto la stazione appaltante nel caso di specie) oppure inquadrarlo nell’ambito di un appalto di lavori, più specificamente di costruzione di un’opera pubblica o di pubblica utilità. Naturalmente la questione non è assolutamente pacifica, dal momento che, nella fattispecie, sono ravvisabili elementi ed argomenti a favore dell’una e dell’altra tesi, in definitiva dovendo stabilirsi se debba ritenersi prevalente la res (il materiale fornito), ovvero il “prodotto finale”, vale a dire l’opus che risulterà dal lavoro necessario per l’installazione. Che debba ritenersi corretta la soluzione che intravede nell’appalto di specie non una fornitura, quanto piuttosto un appalto di lavori, militano ragioni che prendono in considerazione, in primo luogo, la circostanza, indubbia e pacifica, che l’esecuzione di un appalto del genere dà come risultato un opus affatto rilevante ex se, al di là del fatto che esso sia ottenuto mediante assemblaggio di elementi prefabbricati, e che il valore economico della fornitura dei materiali prefabbricati superi quello dei lavori occorrenti per l’installazione. La disciplina applicabile ai cosiddetti contratti “misti” è attualmente dettata dall'art. 14 del D. Lgs. n.163/2006 che, per quanto ne occupa, così recita: “(…) 2. I contratti misti sono considerati appalti pubblici di lavori, o di servizi, o di forniture, o concessioni di lavori, secondo le disposizioni che seguono: a) un contratto pubblico avente per oggetto la fornitura di prodotti e, a titolo accessorio, lavori di posa in opera e di installazione, è considerato un «appalto pubblico di forniture»; (…). 3. Ai fini dell'applicazione del comma 2, l'oggetto principale del contratto è costituito dai lavori se l'importo dei lavori assume rilievo superiore al cinquanta per cento, salvo che, secondo le cara |
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Il Consiglioritiene, nei limiti di cui in motivazione, conforme alla normativa di settore l&rsquo |
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