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24/09/2021

Trasformazione di una tenda in tettoia e richiesta di sanatoria

Il TAR Toscana fornisce chiarimenti in merito ad una richiesta di sanatoria proveniente da uno solo dei comproprietari dell’area su cui era stata realizzata una tettoia in sostituzione di una tenda.

FATTISPECIE - Nel caso di specie il ricorrente contestava il diniego di sanatoria di una tettoia realizzata in assenza di titolo edilizio a copertura di un’area pavimentata a servizio di un fabbricato adibito a ristorante. La tettoia risultava installata in sostituzione di una preesistente tenda precedentemente autorizzata e insisteva su una strada privata in comproprietà di terzi rimasti estranei all’istanza di sanatoria.

RICHIESTA DI SANATORIA - SOGGETTI - Il diniego è stato confermato dal TAR Toscana 06/09/2021, n. 1161 che ha ritenuto legittima la decisione comunale di subordinare il rilascio di sanatoria al consenso degli altri comproprietari della strada. L'art. 11 del D.P.R. 380/2001 (e l’omologo art. 142, L.R. Toscana 65/2014) esige infatti che l’istanza di rilascio del titolo edilizio, anche in sanatoria, provenga da tutti i soggetti con un diritto di proprietà sull'immobile, potendosi ritenere legittimato alla presentazione della domanda il singolo comproprietario solo ed esclusivamente nel caso in cui la situazione di fatto esistente sul bene consenta di supporre l'esistenza di una sorta di accordo fiduciario tra i vari comproprietari. Il consenso dei comproprietari non può, infatti, essere presunto sic et simpliciter (vedi anche C. Stato 07/09/2016, n. 3823).
Di tale consenso nel caso di specie non vi era alcuna dimostrazione ed, anzi, risultavano agli atti del Comune diverse lamentele ed esposti presentati da alcuni proprietari dei fondi attraversati dalla via vicinale in questione avverso l’occupazione, ad opera del ricorrente, di parte del sedime stradale.

TRASFORMAZIONE DELLA TENDA IN TETTOIA - Inoltre il TAR ha affermato che nessun affidamento tutelabile poteva derivare dal pregresso rilascio dell’autorizzazione edilizia precedente, la quale si riferiva all’installazione di una tenda sulla facciata del fabbricato in corrispondenza dell’ingresso del ristorante. In proposito i giudici hanno spiegato che quest’ultima non era in alcun modo assimilabile agli interventi oggetto della richiesta di sanatoria e che il titolo a suo tempo rilasciato non poteva riferirsi ad opere diverse dalla tenda. Infine, il tempo trascorso non poteva avere determinato il venir meno del carattere abusivo delle opere, ovvero giustificare un’aspettativa qualificata e tutelabile alla loro conservazione (v. C. Stato Ad plen. 17/10/2017, n. 9).

Dalla redazione