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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
Delib. G.R. Campania 19/01/2021, n. 20
Delib. G.R. Campania 19/01/2021, n. 20
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Testo del documentoPREMESSO che: a. l'art. 239, comma 3 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. dispone che gli interventi di bonifica e ripristino ambientale per le aree caratterizzate da inquinamento diffuso siano disciplinati dalle Regioni con appositi piani, fatte salve le competenze e le procedure previste per i siti oggetto di bonifica di interesse nazionale e comunque nel rispetto dei criteri generali della normativa di settore; b. che per "inquinamento diffuso" ai sensi dell'art. 240, comma 1, lettera r del citato Decreto si definisce "la contaminazione o le alterazioni chimiche, fisiche o biologiche delle matrici ambientali determinate da fonti diffuse e non imputabili ad una singola origine"; c. con Delib.G.R. n. 427 del 17 settembre 2019 è stato costituito il Gruppo di Lavoro Multidisciplinare "Inquinamento Diffuso" (di seguito Gdl Inquinamento diffuso") al fine di valutare gli aspetti ambientali, igienico-sanitari, ecologici e tossicologici connessi all'inquinamento diffuso dei terreni |
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Allegato 1 - Protocollo operativo per la gestione dei casi di inquinamento diffuso del suolo, sottosuolo e delle acque sotterranee nella Regione CampaniaProtocollo Operativo per la gestione dei casi di inquinamento diffuso del suolo, sottosuolo e delle acque sotterranee ai sensi dell'art. 239, comma 3, del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. Gruppo di Lavoro regionale interdirezionale "Inquinamento Diffuso" Nominato con D.P.G.R. n. 38 del 3 febbraio 2020 e n. 95 del 13 settembre 2020 PARTE I - Gestione regionale dei casi di inquinamento diffuso delle acque sotterranee e dei suoli 1. Premesse Nell'ambito delle attività "ordinarie" di gestione di procedimenti di bonifica per le aree contaminate, la Regione Campania è stata più volte sollecitata dagli Enti locali ad esprimersi su diversi casi di "inquinamento diffuso" delle matrici ambientali (suolo, sottosuolo, acque sotterranee), a volte contraddistinti da rilevanti estensioni territoriali dell'inquinamento e da incertezza circa l'individuazione di sorgenti di contaminazione "puntuale". Oltre a tale tipologia di inquinamento, frequenti sono anche le contaminazioni c.d. "storiche", dovute ad attività produttive o di altra natura antropica, non direttamente riconducibili a sorgenti di contaminazione riconosciute. Le esperienze acquisite a livello regionale nella gestione di alcuni casi di inquinamento delle matrici ambientali anche in aree di grandi dimensioni, pur presentando alcune attività "ricorrenti", sono state gestite caso per caso, cercando approcci specifici e non standardizzati. La vigente normativa nazionale prevede tuttavia che le Regioni si dotino di appositi Piani per la gestione dei casi riconducibili all'inquinamento diffuso. La presenza di un inquinamento diffuso nelle matrici ambientali richiede: - l'individuazione delle modalità di intervento più idonee sulle aree inquinate, ove tecnicamente sostenibile, al fine di contenere o ridurre la contaminazione; - vincoli e limitazioni di uso per il suolo, sottosuolo e/o per le acque sotterranee; - valutazioni e indagini per stimare eventuali rischi per la salute dei cittadini; - la necessità di dare garanzie di tutela della salute dei cittadini in merito agli utilizzi della risorsa idrica sotterranea e dei suoli; - azioni coordinate dei diversi soggetti istituzionali coinvolti a livello locale, - l'attivazione di piani di monitoraggio delle matrici ambientali; - la necessità di garantire una costante informazione alla popolazione sulle attività in corso o previste; - la necessità di individuare una copertura dei costi per la realizzazione degli interventi. I fenomeni di inquinamento diffuso sono chiaramente complessi e multidisciplinari e pertanto necessitano di un approccio integrato al fine di valutare compiutamente sia gli aspetti sanitari e ambientali che le ricadute socio-economiche sul territorio. Per tale motivo, la Regione Campania ha avviato un confronto tra le diverse Direzioni Generali competenti, per definire una strategia coordinata di gestione delle azioni che si rendessero eventualmente necessarie. A tal fine, con Delib.G.R. n. 427 del 17 settembre 2019, ha previsto la "Costituzione di un Gruppo di Lavoro interdirezionale finalizzato alla gestione delle differenti problematiche connesse all'inquinamento diffuso, di cui all'art. 239 comma 3, del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii." (nel seguito, GdL Inquinamento Diffuso). Uno dei compiti affidati al GdL "Inquinamento Diffuso" è quello di elaborare una proposta di Protocollo Operativo per la gestione dei fenomeni di inquinamento diffuso del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee. 2. Ambito di riferimento 2.1 Inquinamento diffuso - cenni normativi Si riportano di seguito i principali riferimenti normativi in merito all'inquinamento diffuso del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee, che hanno costituito il punto di partenza delle attività del citato GdL "Inquinamento Diffuso" per la definizione della disciplina regionale: - Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 "Norme in materia ambientale" e ss.mm.ii., Parte IV - Titolo V "Bonifica di siti contaminati" - Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 "Norme in materia ambientale" e ss.mm.ii., Parte III - Sezione II "Tutela delle acque dall'inquinamento" - Decreto Legislativo 16 marzo 2009, n. 30 "Attuazione della direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento" - D.Lgs. n. 4 del 16 gennaio 2008 art. 2 comma 43 per la bonifica delle acque - D.M. n. 46 del 1° marzo 2019 Regolamento relativo agli interventi di bonifica, di ripristino ambientale e di messa in sicurezza, d'emergenza, operativa e permanente, delle aree destinate alla produzione agricola e all'allevamento, ai sensi dell'articolo 241 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 2.2 Gruppo di Lavoro interdirezionale regionale "Inquinamento Diffuso" Come sopra richiamato, la Regione Campania su proposta della D.G. Difesa Suolo e Ecosistema ha istituito, con Delib.G.R. n. 427/2019, il "Gruppo di Lavoro interdirezionale finalizzato alla gestione delle differenti problematiche connesse all'inquinamento diffuso, di cui all'art. 239 comma 3, del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., composto da rappresentanti delle DD.GG.: Tutela della Salute e Coordinamento del Sistema Regionale (DG.500400), per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (DG.500700), per il Governo del Territorio (DG.500900), Ciclo Integrato delle Acque e dei Rifiuti. Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali (DG.501700) e di ARPA Campania. Il GdL Inquinamento Diffuso è stata nominato con D.P.G.R. n. 38 del 2 marzo 2020 e modificato con D.P.G.R. n. 95 del 16 luglio 2020. Nella prima fase di attività, l'azione condotta dal GdL "Inquinamento Diffuso" ha avuto come obiettivo l'elaborazione dei criteri generali per la gestione delle situazioni di inquinamento diffuso e di definire una proposta di "Protocollo Operativo", quale strumento finalizzato a fornire un punto di riferimento teorico e applicativo per gli Enti Locali chiamati ad affrontare e gestire aree caratterizzate da problematiche di inquinamento diffuso delle acque sotterranee e dei suoli. 2.3 Definizione di inquinamento diffuso nella strategia regionale Il GdL Inquinamento Diffuso, come prima attività, ha definito e circoscritto l'ambito dell'azione regionale (di cui al citato art. 239, comma 3, del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.), proponendo una definizione di inquinamento diffuso (valida sia per il suolo e sottosuolo che per le acque sotterranee) che individua il campo di applicazione della disciplina regionale. Per inquinamento diffuso si intende: "La contaminazione e/o le alterazioni chimiche, fisiche o biologiche delle matrici ambientali quali suolo, sottosuolo, acque sotterranee, determinate da fonti diffuse, ovvero non ascrivibili in modo univoco a una o più sorgenti puntuali, il cui contributo alla contaminazione non può essere chiaramente discriminato". 2.4 Campo di Applicazione Si individuano due tipologie di contaminazione: 1. da sorgente diffusa: quale a esempio la contaminazione derivante da pratiche agronomiche, inquinamento per ricaduta atmosferica (autostrade, aree fortemente urbanizzate, aree in prossimità di poli industriali), eventi accidentali (incendi, esondazioni, ecc.); 2. somma di "sorgenti puntuali" storiche: tipicamente riconducibile a contaminazioni storiche di origine antropica, dovute a numerose sorgenti "puntuali", il cui singolo contributo non è più individuabile, ovvero determinate dall'utilizzo di prodotti di largo consumo (quali a esempio i solventi clorurati). |
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