Risoluz. Ag. Entrate 09/06/2009, n. 145/E

L'Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti sull'applicazione dell'art. 1, comma 497, della L. 266/2005 (Finanziaria 2006) in merito alla corretta applicazione del criterio del prezzo-valore finalizzato alla determinazione delle imposte di registro, ipotecarie e catastali per le cessioni di immobili ad uso abitativo nei confronti di soggetti non esercitanti attività commerciali, artistiche o professionali.

In particolare il citato art. 1, comma 497 della Finanziaria 2006 stabilisce che, su richiesta della parte acquirente, la base imponibile delle cessioni nei confronti di persone fisiche che non svolgono attività commerciali, artistiche o professionali, aventi ad oggetto immobili ad uso abitativo e relative pertinenze, viene individuata nel «valore catastale» anziché nel «valore venale in comune commercio», e il corrispettivo viene dichiarato in regime di indifferenza fiscale, in deroga alla previsione di carattere generale, di cui all'art. 51, comma 1 del TUR, secondo cui l’imposta va applicata sul maggiore tra il valore dei beni o diritti ed il corrispettivo pattuito.

In merito l'Agenzia ha sottolineato che letteralmente la norma prevede che la richiesta di avvalersi del sistema del prezzo-valore sia fatta al notaio «all'atto della cessione», e in ragione di ciò, unitamente alla finalità perseguita dalla norma stessa, consistente tra l'altro nel far emergere i reali corrispettivi delle contrattazioni immobiliari, non è possibile rendere tale richiesta mediante un atto integrativo.

In virtù di ciò, non è pertanto possibile estendere l’indirizzo espresso dall'Agenzia in materia di agevolazioni per la prima casa (Circolare n. 38/E/2005) e di agevolazioni per il trasferimento di immobili compresi in aree soggette a piani di recupero (Risoluzione n. 110/E/2006) secondo cui è possibile integrare, con un atto successivo, quello originario non contenente la dichiarazione di voler beneficiare del regime fiscale di favore.