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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
D. Min. Ambiente 15/05/1996
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D. Min. Ambiente 15/05/1996
D. Min. Ambiente 15/05/1996
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[Premessa] |
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Art. 1L'allegato al presente decreto definisce i «Criteri di analisi e valutazione dei rapporti di sicurezza relativi ai depositi di gas di petrolio liquefatto |
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Art. 2Con successiva circolare dei direttori generali rappresentanti i Ministeri nella Conferenza di serviz |
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ALLEGATO - CRITERI DI ANALISI E VALUTAZIONE DEI RAPPORTI DI SICUREZZA RELATIVI AI DEPOSITI DI GPL |
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Capitolo 1 - Generalità |
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1.1. ScopoLe presenti disposizioni, emanate in applicazione dell'art. 12 del DPR 175/88, stabiliscono i criteri e le metodologie per le analisi e le valutazioni del conten |
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1.2. Campo di applicazione.Le presenti disposizioni si applicano ai depositi di GPL, sia nuovi che esistenti, di cui all'art. 1, comma 2.a) .2 del DPR 175/88. Per i depositi connessi ad altri impianti di cui all'art. 1, comma 2. |
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1.3. Termini e definizioni.Ai fini dell'applicazione delle presenti disposizioni, si riporta un glossario relativo alla terminologia utilizzata nell'ambito dell'attività di un deposito di GPL. a) Apparecchiatura di imbottig |
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Peso massimo in kg per m³ di capacità del serbatoio
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Capitolo 2 - Analisi e valutazione condotte dalla pubblica amministrazioneLa procedura di valutazione del contenuto del rapporto di sicurezza prevede lo svolgimento delle seguenti fasi (vedi Fig. 1). 1. analisi di completezza e adeguatezza formale al DPCM 31 marzo 1989, applicando la metodologia indicata nell'Appendice 1 alle presenti disposizioni; 2. valutazione del grado di sicurezza del deposito di GPL, applicando il metodo indicizzato alle sue unità e determinandone la categoria, secondo quanto indicato nell'Appendice II alle presenti disposizioni; 3. analisi degli eventi incidentali associabili alla tipologia e alle caratteristiche tecnologiche e gestionali del deposito di GPL e determinazione delle conseguenze, in termini di aree di danno riferite al superamento dei valori di soglia |
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Fig. 1 - Procedura di valutazione |
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APPENDICE I - ANALISI DI COMPLETEZZA ED ADEGUATEZZA DELLE INFORMAZIONI CONTENUTE NEL RAPPORTO DI SICUREZZA |
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GENERALITÀL'analisi di completezza ed adeguatezza delle informazioni contenute nel Rapporto di Sicurezza presuppo |
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Fig. I/1 - Schema di flusso dell'analisi di completezza ed adeguatezza formale del Rds al DPCM 31 marzo 1989I criteri di valutazione delle risposte alle singole voci della lista di controllo sono i seguenti: |
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Modello di check-list di conformità del rapporto di sicurezza all'allegato i al DPCM 31.3.89 |
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APPENDICE II - METODO INDICIZZATO PER LA CATEGORIZZAZIONE DEI DEPOSITI DI GPL |
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1. INTRODUZIONEIl presente metodo consente una categorizzazione dei depositi di GPL, rispetto ai rischi associati al loro esercizio. |
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2. DESCRIZIONE GENERALE DEL METODO AD INDICILa Figura II/1 riporta lo schema metodologico di applicazione del metodo indicizzato ad un deposito di GPL. Il deposito viene inizialmente suddiviso in un certo numero di unità logiche ed eventuali sottounità che saranno valutate singolarmente. Ciascuna unità viene successivamente valutata con una procedura a due fasi: |
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3 - I FASE: VALUTAZIONE DEI PARAMETRI INTRINSECI3.1. Suddivisione del deposito in unità logiche (Rif. 2.1 DPCM) L'unità si definisce come una parte del deposito che può essere logicamente caratterizzata come entità fisica separata. Indipendentemente dall'essere separata fisicamente (o potenzialmente separabile) dalle unità adiacenti, una unità si distingue per la natura del processo condotto, per le sostanze contenute in essa o per le sue condizioni operative. Per i depositi di GPL devono essere individuate almeno le seguenti unità logiche, (ove applicabili): Aree di stoccaggio in serbatoi fissi (Stoccaggio); Aree di stoccaggio in recipienti mobili (Bombole); Aree di carico/scarico da vettori stradali, ferroviari o navali (Travaso); Aree di pompaggio per movimentazione GPL (Pompe); Aree di imbottigliamento (Imbottigliamento). Ciascuna unità logica può suddividersi in più sotto unità qualora sia possibile caratterizzarle come unità fisicamente separate. Ai fini di tale caratterizzazione è necessario che la minima distanza tra gli elementi pericolosi, secondo la definizione di cui al DM 13/10/94, delle unità, sia non inferiore a 15 m. Tale distanza può essere ridotta alla metà attraverso l'interposizione di ”muro di schermo“ secondo la definizione di cui al Titolo II dello stesso DM sopracitato. Qualora il deposito di bombole piene sia ubicato all'interno dello stesso locale di imbottigliamento esso è considerato parte integrante di tale ultima unità. La Figura II/2 mostra un esempio di suddivisione di un deposito di GPL in unità logiche. 3.2. Scelta della sostanza predominante (Rif. 2.2) Per apparecchiature destinate a contenere miscele variabili di Propano e Butano (Tipi A, AO, A1, B e C), si assume come sostanza chiave il Propano. Per le altre sostanze assimilate alle miscele di GPL, citate nelle presenti disposizioni, la sostanza chiave è quel composto o miscela presente nell'unità che, per le sue proprietà intrinseche e per le quantità presenti, fornisce il potenziale maggiore nel caso di rilascio di energia a seguito di combustione, esplosione o reazione esotermica. 3.3. Determinazione del fattore sostanza: B (Rif. 2.3) Per il propano il fattore sostanza B è 21. Per le sostanze assimilate alle miscele di GPL il fattore sostanza si determina con le modalità descritte al punto 2.3 del DPCM 31.3.1989. 3.4. Individuazione dei fattori di penalizzazione (Rif. 2.4) Per i fattori su cui necessita effettuare scelte entro le fasce indicate, il responsabile dell'istruttoria (articolo 8 del DPR 175/88) potrà richiedere i criteri che hanno condotto alla scelta effettuata. I fattori di penalizzazione attribuiti ai depositi di GPL sono riportati di seguito, con riferimento sia ai valori indicati nel DPCM All. II, ove applicabile, sia ai valori integrativi o modificativi dello stesso, in relazione alla specifica tipologia dell'impianto. Per ciascuna unità logica di suddivisione del deposito e per ciascuno dei rischi specifici considerati (M, P, S, Q, L) si determina il fattore globale di penalizzazione dato dalla somma dei singoli valori assunti entro la voce pertinente, tenendo conto dei fattori aggiuntivi; 3.4.1. Rischi specifici delle sostanze (Rif. 2.4.1) 3.4.1.1. Caratteristiche di miscelazione e dispersione: m (Rif. 2.4.1.1) Il fattore m è pari a 30 per tutte le Unità del deposito. 3.4.2. Rischi generali di processo: P (Rif. 2.4.2) 3.4.2.1. Manipolazione (Rif. 2.4.2.1) Il fattore è pari a 10 per le aree di stoccaggio, in serbatoi fissi e in recipienti mobili (bombole), separate dalle aree di Travaso (carico/scarico). Tale fattore si applica anche all'unità di imbottigliamento qualora sia anche sede di deposito bombole piene per quantitativi superiori a 3000 kg. 3.4.2.2. Trasferimento delle sostanze (Rif. 2.4.2.3) Il fattore è pari a 25 per le aree di travaso (carico/scarico) e per le aree di imbottigliamento. 3.4.2.3. Contenitori trasportabili (Rif. 2.4.2.4) Il fattore è pari a 40 per recipienti e serbatoi pieni interessati dai trasporti nelle aree di imbottigliamento e stoccaggio bombole. Il fattore è pari a 100 per serbatoi stradali o ferroviari nelle aree di travaso (carico/scarico). 3.4.3. Rischi particolari di processo: (S) (Rif. 2.4.3) 3.4.3.1. Alta pressione: p (Rif. 2.4.3.2) Il fattore pressione p è ricavato dal diagramma di Figura II/3. Per le miscele, ove si assume come sostanza chiave il propano, il fattore è pari a 46, corrispondente alla tensione di vapore di 18 bar alla temperatura massima di progetto, assunta pari a 50°C. Per le sostanze assimilabili, il fattore p è identificato in base alla tensione di vapore della sostanza chiave alla temperatura di 50°C (massima di progetto). Per gli stoccaggi in serbatoi interrati o ricoperti, tale fattore è assunto pari a 33 corrispondente alla tensione di vapore di 12 bar alla temperatura di 35°C. Per i serbatoi fuori terra coibentati con materiale isolante a base minerale, il fattore è posto pari a 36 corrispondente alla tensione di vapore di 13,5 bar alla temperatura di 40°C. Valori differenti potranno essere utilizzati solo se debitamente documentati. 3.4.3.2. Bassa temperatura (Rif. 2.4.3.3.) Il fattore è pari a 15 per tutte le Unità in considerazione dei tipi di acciai normalmente impiegati, operanti alla temperatura minima di progetto di -10°C. Nel caso di uso di acciai con T di transizione inferiore di almeno 10° rispetto alla temperatura minima di esercizio ipotizzabile (ad esempio per serbatoi tumulati costruiti con acciai per bassa temperatura) il fattore è pari a 0. 3.4.3.3. Temperatura elevata (Rif. 2.4.3.4.1) Il fattore è pari a 25 per tutte le Unità. 3.4.3.4. Rischi di corrosione (Rif. 2.4.3.5.) |
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4. II FASE: INDIVIDUAZIONE DEI FATTORI DI COMPENSAZIONELe varie caratteristiche di sicurezza e le misure preventive incorporate in un'unità di un certo impianto possono essere suddivise in due grandi aree, tendenti rispettivamente alla: riduzione del rischio attraverso la riduzione del numero degli incidenti; riduzione del rischio attraverso la riduzione dell'entità potenziale degli incidenti. La prima area comprende le configurazioni di sicurezza e le misure preventive principalmente rivolte ad evitare incidenti e che, presumibilmente, possono conseguentemente produrre una riduzione del numero di incidenti. Le caratteristiche compensative che possono condurre ad una diminuzione del numero di incidenti sono il tipo di progettazione meccanica, le strumentazioni di controllo e di sicurezza, le procedure di esercizio e di manutenzione, l'addestramento del personale, la buona conduzione ed il buono stato di manutenzione degli impianti. Alcune di queste caratteristiche agiscono direttamente per la compensazione del potenziale di rischio, mentre altre, come l'addestramento del personale, agiscono indirettamente, in quanto assicurano che le configurazioni di progetto non vengono eluse o eliminate. La seconda area comprende le caratteristiche di sicurezza e le misure preventive che contribuiscono a ridurre l'entità di qualsiasi incidente che possa verificarsi e sono intese a minimizzare i danni conseguenti ad un incendio o ad una esplosione. Tale compensazione risulta indispensabile, in quanto è impossibile eliminare completamente il rischio che un incidente si verifichi. Come esempi in tale area si possono citare i sistemi di protezione antincendio e i sistemi antincendio fissi. Alla prima area si riferiscono i fattori di compensazione K1, K2, K3, alla seconda i fattori K3, K4 e K5. Ciascun fattore è dato dal prodotto dei singoli fattori assegnati entro la voce pertinente per ciascuna unità. Quanto proposto nei paragrafi seguenti in tema di fattori di compensazione, fa riferimento a soluzioni costruttive, operative e gestionali di tipo generalmente consolidato: potrà essere valutata la possibilità di introdurre nuovi fattori per soluzioni differenti da quelle prospettate. 4.1. Contenimento (K1) Questo paragrafo tratta della riduzione del rischio risultante dall'adozione di standard di progetto elevati per gli apparecchi e le tubazioni a pressione, nonché dalla loro protezione da effetti di danneggiamento od urto accidentale. Il principale scopo della riduzione del rischio sotto questa voce è quello di ridurre il numero delle perdite che si verificano. 4.1.1. Apparecchi a pressione (Rif. 3.1.1.1.) a) Unità di stoccaggio I serbatoi devono essere progettati e costruiti secondo le normative vigenti in Italia. In particolare: - la pressione di progetto è assunta concordemente a quanto indicato al punto 3.4.3.1. del presente documento; - nel caso di tumulati deve essere prevista anche, la possibilità di carichi esterni; |
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4.2. CONTROLLO DEL PROCESSO (K2)Per le unità interessanti i depositi di GPL, si intende, per processo l'operazione di trasferimento di prodotto. Si presuppone che le unità siano dotate di strumentazione minima di controllo. In questo paragrafo sono trattati gli aspetti relativi ai sistemi di allarme e di blocco, al controllo computerizzato, alle istruzioni ed alla sorveglianza durante il funzionamento. 4.2.1. Sistemi di allarme e di blocco (Rif. 3.1.2.1., 3.1.2.2. e 3.1.2.5.) I sistemi di allarme e di blocco devono essere alimentati da una rete elettrica o fluidodinamica. Nella progettazione deve essere prevista una messa in sicurezza in automatico dell'impianto nel caso di interruzione delle reti di cui sopra. a) Unità Stoccaggio Le linee principali di movimentazione del prodotto devono essere intercettabili con valvole comandate a distanza, attuabili da posizione sicura in caso di incidente. Le linee di servizio delle valvole, se non di tipo Fail safe, devono essere protette dall'incendio (vedi anche K4 e K5). Deve essere previsto un sistema di controllo del riempimento su ciascun serbatoio. Non sono ammesse strumentazioni del tipo esterno a vetro (ad esempio tipo Klinger). Si può adottare uno dei seguenti fattori di compensazione: 1 lo strumento fornisce solo indicazioni di livello leggibili nella prossimità del serbatoio ed è dotato di solo segnale di allarme per basso ed alto livello (a valore inferiore allo 0.8 della capacità geometrica). 0.95 i segnali di livello e di allarme sono riportati nella zona di comando centralizzato delle valvole comandate a distanza e dei sistemi di pompaggio. 0.80 segnale di livello ed allarme come sopra integrato da sistema indipendente per allarme e blocco automatico per altissimo livello (al valore pari al massimo grado di riempimento consentito) che comanda la chiusura delle valvole di isolamento comandate a distanza. Fattori cumulabili: 0.80 esiste un secondo sistema indipendente per il controllo del livello 0.95 se il dispositivo di blocco automatico agisce anche sull'arresto dei sistemi di pompaggio. b) Unità Travaso I bracci di carico devono essere dotati di valvole ad intercettazione rapida a comando a distanza attuabile da luogo sicuro. Si può adottare uno dei seguenti fattori di compensazione: 1 controllo del riempimento mediante predisposizione volumetrica da inserire manualmente ed arresto automatico o mediante spie di massimo riempimento. 0.95 controllo del riempimento mediante sistemi di pesatura durante le operazioni di travaso ed arresto automatico. 0.80 come sopra, se il sistema di pesatura è realizzato mediante bascule situate interamente sopra il piano campagna. Fattori cumulabili. 0.85 esiste sistema di blocco che comanda le valvole di intercettazione sui bracci ed i sistemi di pompaggio in caso di movimento accidentale del veicolo. 0.85 come sopra, in caso di mancanza di consenso dal dispositivo di collegamento a massa del veicolo. c) Unità Imbottigliamento: Le linee principali devono essere dotate di valvole ad intercettazione rapida a comando a distanza attuabile da luogo sicuro. Fattori di compensazione: 1 controllo del livello nelle bombole con sistemi di pesatura o di predeterminazione del carico. 0.90 come sopra, ma con un secondo controllo indipendente del livello. d) Unità Pompe: 0.90 esistono dispositivi di rilevazione di vibrazioni o di anomalie di parametri di funzionamento che forniscono un allarme. 0.80 come sopra, che comandano l'arresto automatico. f) Per tutte le Unità: Fattori cumulabili con i precedenti: 0.80 se i sistemi automatici di blocco e di controllo sono verificati con frequenze definite da uno studio di rischio. 0.90 se la funzionalità dei sistemi di attuazione delle valvole telecomandate, nonché l'alimentazione elettrica dei sistemi di blocco, è garantita con doppia fonte di energia, con possibilità di commutazione automatica. 4.2.2. Controllo centralizzato (Rif. 3.1.2.6.) Per unità Stoccaggio, Travaso ed Imbottigliamento Può adottarsi uno dei seguenti fattori: 0.70 il complesso delle operazioni di movimentazione del prodotto è gestito a livello centrale con sistema computerizzato. 0.80 i parametri d'interesse sono riportati a video in sala controllo costantemente presidiata ed in comunicazione con gli operatori in campo. 0.95 i parametri d'interesse sono riportati su quadro sinottico in zona di manovra delle valvole remotizzate d'isolamento. Fattore cumulabile: 0.90 per la gestione centralizzata delle logiche di blocco. 4.2.3. Istruzioni operative (Rif. 3.1.2.8.) Per tutte le Unità Per l'ese |
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5. CATEGORIZZAZIONE DELLE UNITÀAi fini di questo metodo, la Categorizzazione si ottiene selezionando le unità con gli indici generali G e G' più elevati, inserendone i valori nei campi forniti dalla tabella seguente: |
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Figura II/1 - Il procedimento del metodo indicizzato |
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Figura II/2 - Esempio di suddivisione di un deposito di GPL in unità logiche |
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Figura II/3 - Fattore alta pressione |
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Figura II/4 - Fattore di quantità |
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Figura II/5 - Fattore di quantità |
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Figura II/6 - Fattore di quantità |
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APPENDICE III - METODO PER L'ANALISI E LA VALUTAZIONE DEGLI EVENTI INCIDENTALI ASSOCIABILI AI DEPOSITI DI GPL |
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1 - GENERALITÀL'analisi incidentale che il fabbricante è tenuto a presentare nel rapporto di sicurezza deve includere l'identificazione degli eventi incidentali (top events, eventualmente raggruppati in incidenti di riferimento rappresentativi) e delle possibili evoluzioni (scenari incidentali), la valutazione delle relative conseguenze in termini di danno per l'uomo e le strutture. La valutazione dell'analisi del fabbricante deve tener conto del fatto che la finalità dell'individuazione incidentale non è costituita dalla semplice identificazione degli eventi incidentali, ma anche dalla ricerca ed analisi delle cause iniziatrici, delle concause e degli elementi propaganti la sequenza incidentale; ciò al fine di i |
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2 - SUDDIVISIONE DEL DEPOSITO IN UNITÀ LOGICHEI criteri per l'individuazione delle unità logiche di suddivisione del deposito di GPL sono qu |
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3 - EVENTI INCIDENTALI E RELATIVI SCENARIAi fini dell'applicazione ai depositi di GPL, l'individuazione degli eventi incidentali va effettuata dal fabbricante, per ognuna delle unità logiche definite al precedente punto 2 e così come definito nel DPCM 31 marzo 1989, per mezzo dell'analisi storica, dell'applicazione delle liste di controllo e, almeno per impianti nuovi o per le modifiche di quelli esistenti, di studi di dettaglio. Per quanto riguarda questi ultimi si rileva che, data la natura degli impianti in oggetto, in cui prevalgono gli aspetti componentistici e umani su quelli di processo, la tecnica di ”Analisi di operatività (Hazop)“, già richiamata a titolo esemplificativo nel DPCM citato, si presta ad una applicazione idonea solo se supportata da una puntuale applicazione di liste di controllo intese in particolare all'individuazione di rotture occasionali e degli errori umani, nel caso specifico si possono applicare più efficacemente altre tecniche simili, quali la ”Analisi dei modi ed effetti di guasto (FM |
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TIPOLOGIE DI EVENTI INCIDENTALIAlcune particolari tipologie di eventi incidentali, salvo casi eccezionali, potranno essere ragionevolmente escluse dal novero di quelle da pren |
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COLLASSO TERMICO CON BLEVE DEL SERBATOIOPuò essere ritenuto un rischio marginale nel caso in cui sia soddisfatta una delle seguenti co |
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COLLASSO TERMICO CON BLEVE DI AUTO/FERROCISTERNAPuò essere ritenuto un rischio marginale nel caso in cui l'unità è di categoria B o migliore e le rampe di carico/scarico sono: |
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ROTTURA MAGGIORE DI SERBATOIO, TUBAZIONE E MACCHINARIO DI MOVIMENTAZIONEPuò essere ritenuto marginale il rischio derivante da rottura di serbatoio, tubazione e macchinario di movimentazione con un diametro equivalente superiore a: 4“ se l'unità è di categoria C; |
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SCENARI INCIDENTALI E TERMINI DI SORGENTE1. La probabilità che l'innesco di una nube di GPL determini un'esplosione di nube di tipo non confinato (UVCE) anziché un Flash-Fire, dipende essenzialmente dalla geometria del luogo ove la nube si estende e dalla massa nei limiti di infiammabilità. Non è irragionevole supporre che tale probabilità, sia non trascurabile solo quando: - il rilascio interessi un ambiente essenzialmente chiuso; - quantità di vapore entro i limiti di infiammabilità sia maggiore di 1,5 t, se in ambiente parzialmente confinato (es. in presenza di grossi edifici o apparecchiature industriali nello spazio di sviluppo della nube); - quantità di vapore entro i limiti di infiammabilità sia maggiore di 5 t, se in ambiente non confinato. |
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4 - VALORI DI SOGLIAGli effetti fisici, derivati dagli scenari incidentali ipotizzabili, possono determinare danni a persone o strutture in funzione della loro intensità e della durata. Il danno è correlabile all'effetto fisico mediante modelli di vulnerabilità più o meno complessi. Ai fini valutativi, almeno nel caso dei depositi di GPL, è da ritenersi sufficientemente accurata una trattazione semplificata basata sul superamento di un valore di soglia, al di sotto del quale si ritiene |
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Tab. III/1 - Valori di riferimento per la valutazione degli effetti
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RADIAZIONE TERMICA STAZIONARIA (POOL-FIRE, JET-FIRE)I valori di soglia sono in questo caso espressi come potenza termica incidente per unità di superficie esposta (kW/m²). I valori numerici si riferisc |
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RADIAZIONE TERMICA VARIABILE (FIREBALL)Il fenomeno è caratterizzato da una radiazione termica variabile nel tempo e della durata dell'ordine di 10-40 secondi, indipendentemente dalla quantità di G |
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RADIAZIONE TERMICA ISTANTANEA (FLASH-FIRE)Considerata la breve durata di esposizione ad un irraggiamento significativo (1-3 sec. corrispondente al tempo di p |
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ONDA DI PRESSIONE (UVCE, VCE)Il valore di soglia preso a riferimento per i possibili effetti letali estesi si riferisce non solo alla letalità diretta dovuta all'onda d'urto in |
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PROIEZIONE DI FRAMMENTI (BLEVE)La proiezione del singolo frammento, eventualmente di grosse dimensioni, viene considerato essenzialm |
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5. DETERMINAZIONE DELLE DISTANZE DI DANNOLa determinazione delle distanze di danno dovrà essere stata eseguita dal fabbricante nella considerazione della specificità della propria situazione. Essa deve essere stata condotta in termini analitici e la sua correttezza sostanziale rimarrà comunque sotto la responsabilità del fabbricante, così come l'individuazione degli eventi incidentali credibil |
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Figura III/1 - (Pool-Fire): Butano |
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Figura III/2 - (Jet-Fire): Propano |
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Figura III/3 - (Fireball): Propano |
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Figure III/4a - UVCE: Rilascio istantaneo propano - Classe atmosferica D.5 |
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Figure III/4b - UVCE: Rilascio istantaneo propano - Classe atmosferica F.2La sostanza è stata assunta conservativamente come propano. Per la valutazione della quantità rilasciata in nube, in termini in contenuto del serbatoio, flash iniziale e trascinamento di aerosol, si sono assunte le stesse ipotesi di base del caso precedente |
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Figura III/4c - UVCE: Rilascio continuo propanoLa sostanza è stata assunta conservativamente come propano. Per la valutazione della portata di alimentazione della nube, si è assunto che, oltre al vapore d |
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Figura III/5° - UVCE: Flash-Fire: Rilascio istantaneo propano |
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Figura III/5b-Flash-Fire: Rilascio continuo propano
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APPENDICE IV - CATEGORIZZAZIONE DEI DEPOSITI DI GPL ED ELEMENTI UTILI PER LA VALUTAZIONE DELLA LORO COMPATIBILITÀ TERRITORIALE |
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1 - CLASSIFICAZIONE DEL DEPOSITOL'intero deposito deve essere classificato globalmente, sulla base delle risultanze derivanti dall'applicazione di quanto previsto in Appendice II, individuandone la classe di appartenenza in conformità ai seguenti criteri. I classe |
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2 - CATEGORIZZAZIONE DEL TERRITORIOLa valutazione della vulnerabilità del territorio circostante il deposito, in relazione ai possibili danni derivanti da eventi incidentali, va effettuata mediante l'individuazione delle aree di insediamento ascrivibili alle seguenti categorie di vulnerabilità. Indipendentemente da queste, occorre tener conto dell'eventuale presenza di vie di comunicazione stradale o autostradale o di ferrovie da considerare in sede di pianificazione di emergenza esterna, che dovrà prevedere sistemi automatici di informazione e allarme, garantendo la sicurezza delle persone trasportate. Qualora l'analisi di rischio evidenzi la possibilità che tali infrastrutture rientrino nelle aree di danno individuate, dovranno predisporsi idonei interventi, sia di protezione che gestionali, atti a remotizzare l'entità delle conseguenze (per esempio: elevazione del muro di cinta sul fronte prospiciente l'infrastruttura, installazione di rilevatori di gas ed impianti fissi a monitori ad azionamento automatico per la diluizione della nube di gas, efficace coordinamento tra il deposito e l'ente gestore dell'infrastruttura finalizzato alla rapida intercettazione del traffico, ecc.). Categoria A |
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3 - ELEMENTI UTILI PER LA VALUTAZIONE DELLA COMPATIBILITÀ TERRITORIALEFatto salvo quanto disposto in materia di localizzazione per queste tipologie di attività dalle norme generali di sicurezza vigenti e premesso che, per l'insediamento dei nuovi impianti, vanno preferite le aree agricole-rurali o, in seconda istanza, quelle industriali o artigianali a densità medio-bassa, la compatibilità del deposito con il territorio circostante va valutata in relazione alla sovrapposizione delle tipologie di insediamento, categorizzate in termini di vulnerabilità come al precedente punto 2, con l'inviluppo delle aree di danno determinate dai singoli eventi incidentali, così come definite nell'Appendice III. Nel valutare la compatibilità si dovrà tenere conto anche di tutti i fattori, eventualmente specifici dell'impianto o del sito, che non sono definibili in termini tecnici o determinabili a priori. Pertanto, e in particolare per i depositi esistenti, si dovrà tenere conto, tra l'altro di: presenza di specifiche misure di carattere gestionale, riconosciute efficaci ma non esplicitamente previste in questa linea-guida; |
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CATEGORIE TERRITORIALI COMPATIBILI CON LA PRESENZA DI DEPOSITI DI GPL Tab. IV/1 - Depositi nuovi
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Tab. IV/2 - Depositi esistenti
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APPENDICE V - ADEGUAMENTI DEI DEPOSITI |
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PREMESSAL'applicazione del metodo indicizzato alle singole unità e la conseguente categorizzazione fornisce una chiara indicazione circa il livello di rischio associato all'esercizio dell'unità. Dall'attento esame dei valori attribui |
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5.1. INDICAZIONI DI CARATTERE GENERALEDi seguito vengono esaminate le varie possibilità in funzione della categorizzazione della singola unità. a) Unità in categoria ”A“ L'unità è da considerarsi di elevato standard tecnologico. Ulteriori provvedimenti migliorativi potranno essere esclusivamente prescritti in considerazione di particolari situazioni di aggravio di rischio connesse alla corografia delle aree circostanti il deposito. Nella indicazione dei tempi di attuazione dovrà tenersi conto delle esigenze di natura imprenditoriale. |
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5.2. PROCEDURE PER IL TRAVASO DI AUTOBOTTI E FERROCISTERNEL'esperienza storica ha mostrato che gli incidenti di maggiore rilevanza hanno origine e si sviluppano al punto di travaso in concomitanza delle operazioni di carico e scarico, essenzialmente per l'inadeguatezza e/o il mancato rispetto delle procedure operative. L'incidente assume quasi sempre proporzioni significative in ragione delle oggettive difficoltà di intercettazione del GPL che fuoriesce dall'autobotte o ferrocisterna in travaso. Indipendentemente dalle norme di esercizio dettate dal DM 13/10/94, la cui totale applicazione deve comunque essere garantita, si rende necessario attuare ulteriori provvedimenti di natura gestionale al fine di remotizzare al massimo la possibilità di incidenti al punto di travaso. Ad integrazione delle norme di esercizio stabilite dal DM 13/10/94 dovrà quindi prevedersi: 1 |
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