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Sent. C. Stato 13/05/2003, n. 2524

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1. Edilizia ed urbanistica - Attività edilizia - Vincolo archeologico - Materiali di interesse ancora interrati - Irrilevanza - Condizioni.
1. Ai fini dell'assoggettamento di una zona al vincolo di interesse archeologico non ha rilevanza che i materiali da tutelare siano stati già portati alla luce o siano ancora interrati ma è sufficiente che il complesso sia ben definito e che il vincolo sia adeguato alle richieste finalità di pubblico interesse.

1a. - Sul vincolo archeologico all'attività edilizia ved. C. Stato VI 12 dicembre 2002 n. 6791 R e 4 novembre 2002 n. 5997 R e 9 maggio 2002 n. 2525, R (Presupposto per l'imposizione del vincolo archeologico è l'effettiva esistenza delle cose da tutelare); C. Stato VI 4 novembre 2002 n. 5997 (Condizioni per l'imposizione del vincolo archeologico su intere zone contenenti ruderi); C. Stato VI 4 settembre 2002 n. 4429 R [Condizioni per l'ammissibilità del vincolo archeologico su vasta zona in cui sono disseminati reperti (ruderi)]; Cass. pen. III 6 agosto 2002 n. 29099 [R=WP6AG0229099] (Ammissibilità del vincolo archeologico sui «tratturi»); C. Stato VI 3 luglio 2002 n. 3633 R (Tutela, con vincolo archeologico, del territorio in cui si trovano beni di particolare interesse ex L. 39/1089); VI 7 maggio 2001 n. 2522 R (1. Il vincolo archeologico può essere imposto anche se i ruderi non sono stati materialmente trovati ma l'Amministrazione ritiene che esistano - 2. Il vincolo archeologico è ammissibile anche su una vasta zona in cui sono disseminati ruderi); Csi 21 novembre 2000 n. 449 R (È necessario un apposito provvedimento amministrativo per definire una zona di interesse archeologico) e Cass. pen. III 20 ottobre 1999 n. 11965 [R=WP20O9911965] [Su violazione del vincolo (artistico, storico, archeologico) e concessione in sanatoria].

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