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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
Par. Cons. Sup. LL.PP. 14/12/2010, n. 155
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Testo del documentoConsiglio Superiore dei Lavori Pubblici LA SEZIONE I VISTE la nota n. 1978888 del 26/07/2010 con la quale il Coordinamento Regionale Prevenzione Sismica della Regione Toscana - Ufficio Tecnico del Genio Civile - Area vasta Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo ha trasmesso la richiesta di pareri in oggetto; ESAMINATI gli atti; UDITA la Commissione relatrice (AVAGNINA, NUTI, BRAGA, D'ASDIA, LUCCHESE, RUSSO) PREMESSO Il Coordinamento Regionale Prevenzione Sismica della Regione Toscana - Ufficio Tecnico del Genio Civile - Area vasta Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo, con nota n. 197888 del 26 luglio 2010, ha posto, al Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, alcuni quesiti. Della nota predetta si riporta soltanto il testo dei quesiti stessi Quesito n. 1 Coefficiente di struttura q Secondo quanto disposto dal Cap. 7 Par. 7.2 del D.M 14/01/2008 si individuano due tipologie di comportamento strutturale nel caso dì azione sismica: (...) Le costruzioni soggette all'azione sismica, non dotate di appositi dispositivi dissipativi, devono essere progettate in accordo con i seguenti comportamenti strutturali: a) comportamento strutturale non-dissipativo; b) comportamento strutturale dissipativo. Nel comportamento strutturale non dissipativo. cui ci si riferisce quando si progetta per gli stati limite di esercizio, [...] Nel comportamento strutturale dissipativo. cui ci si riferisce quando si progetta per gli stati limite ultimi, [...]. In base a tale criterio di progetto le strutture dissipative si dividono a loro volta in due Classi di duttilità (A e B), ma tutte, obbligatoriamente, devono essere progettate con procedimenti tipici di gerarchia delle resistenze per garantire dissipazione e duttilità: (...) Nel caso la struttura abbia comportamento strutturale dissipativo. si distinguono due livelli di Capacità Dissipativo o Classi di Duttilità (CD): - Classe di duttilità afta (CD "A"); - Classe di duttilità bassa (CD "B"). La differenza tra le due classi risiede nella entità delle plasticizzazioni cui ci si riconduce in fase di progettazione; per ambedue le classi onde assicurare alla struttura un comportamento dissipativo e duttile evitando rotture fragili e la formazione di meccanismi instabili imprevisti, si fa ricorso ai procedimenti tipici della gerarchia delle resistenze. (...) Inoltre in base al Cap. 7 Par. 7.3.1. del D.M. 14/01/2008 si dispone che, nel caso di analisi lineare di strutture non dissipative, si debba adottare un fattore di struttura unitario: (...) Quando si utilizza l'analisi lineare per sistemi non dissipativi, come avviene per gli stati limite di esercizio, gli effetti delle azioni sismiche sono calcolati, quale che sia la modellazione per esse utilizzata, riferendosi allo spettro di progetto ottenuto assumendo un/attore di struttura q unitario {§3.2.3.4}. Dalle generalità illustrate nel Cap. 7 Par. 7.4.1, però, sembra esclusa l'ipotesi di progettare una struttura non dissipativa in cemento armato vista la necessità di conferire, a queste tipologie strutturali, una adeguata capacità dissipativa in campo plastico: (...) L'impostazione delle presenti norme, con le regole di progetto che da essa discendono, prevede che le costruzioni in cemento armato posseggano in ogni caso una adeguata capacità di dissipare energia in campo inelastico per azioni cicliche ripetute, senza che ciò comporti riduzioni significative della resistenza nei confronti delle azioni sia verticali che orizzontali. (...) |
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