Sent. CGAR. Sicilia 22/03/1993, n. 112

1. Il bando di gara relativa all'aggiudicazione di un contratto pubblico, proprio in quanto atto diretto ad una serie indeterminata di destinatari e finalizzato a sollecitare le offerte delle singole imprese, deve indicare l'oggetto delle opere che si intendono appaltare o affidare in concessione, nonché, sia pure nelle linee generali, il contenuto del futuro rapporto convenzionale che si andrà ad instaurare con l'impresa che effettuerà l'offerta più vantaggiosa per l'Amministrazione, secondo le regole di gara; da ciò deriva che i principi di ermeneutica utilizzabili per intendere la portata del bando sono non tanto quelli propri degli atti amministrativi (tipicamente unilaterali ed autoritativi), quanto piuttosto quelli relativi agli accordi, e che devono essere ricavati dalle disposizioni relative all'ermeneutica in materia contrattuale, nonché dai principi relativi all'affidamento che ciascun soggetto ha titolo a fondare sulle dichiarazioni negoziali (o prenegoziali) altrui.