Con il presente decreto, il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha approvato le “Linee guida sulla messa in opera del calcestruzzo strutturale” e le “Linee guida per la valutazione del calcestruzzo in opera”, al fine di adeguare agli sviluppi tecnici, scientifici e normativi intercorsi le precedenti Linee guida del febbraio 2008, che conseguentemente sono sostituite.
Entrambi i documenti si applicano prevalentemente al calcestruzzo per uso strutturale, armato e non, ordinario e precompresso, usualmente impiegato nelle costruzioni. Talune disposizioni, laddove applicabili, possono anche essere ritenute valide in relazione ai numerosi altri tipi di calcestruzzo conosciuti ed utilizzati (ad esempio: calcestruzzo leggero, calcestruzzo ad alta resistenza, calcestruzzo fibro-rinforzato, calcestruzzo autocompattante, calcestruzzo proiettato, ecc.), che peraltro potranno essere – che potranno essere oggetto di future specifiche Linee guida.
Le Linee guida per la messa in opera del calcestruzzo strutturale hanno lo scopo di illustrare ed esaminare l’insieme delle lavorazioni e dei processi finalizzati ad una corretta messa in opera, intendendo con tale accezione l’insieme delle specifiche operazioni di movimentazione, getto, compattazione e maturazione, atte a realizzare un calcestruzzo strutturale con le caratteristiche di resistenza e di durabilità previste dal progetto.
Quanto invece alle Linee guida per la valutazione del calcestruzzo in opera, queste si propongono di fornire indicazioni finalizzate a normalizzare le procedure, evitare errori riconducibili a procedure improprie che possano pregiudicare le attese, in termini di resistenza e di durabilità, alla base del progetto nonché di scongiurare gli errori derivanti dalla inappropriata interpretazione dei risultati delle prove distruttive e non. Esse pertanto illustrano i sistemi di valutazione delle caratteristiche meccaniche del calcestruzzo in opera effettuata, sia con metodi diretti (carotaggio), che con metodi indiretti (metodo sclerometrico, metodo a ultrasuoni, metodo basato sulla forza di estrazione di inserti, metodo basato sulla profondità di penetrazione di sonde).
Sono altresì indicati, per ogni metodo, i relativi principi di funzionamento, la taratura della strumentazione utilizzata, le modalità di esecuzione delle prove, nonché l’idonea elaborazione delle misure, per la quale sono necessarie appropriate curve di correlazione, evidenziando i limiti e le precauzioni nell’applicazione di ciascuno dei metodi indiretti per la valutazione della resistenza meccanica in situ che a volte, nell’uso corrente, viene affidata a generici grafici di correlazione forniti dal fabbricante a corredo delle apparecchiature di prova. Al riguardo, con riferimento alle vigenti Norme tecniche per le costruzioni, si richiama l’attenzione sul paragrafo relativo alle prescrizioni generali per il collaudo statico che, tra gli accertamenti discrezionali “utili per formarsi il convincimento della sicurezza di un’opera”, cita il ricorso alle prove non distruttive.