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Delib. G.R. Lombardia 29/12/2005, n. VIII/1681

Modalità per la pianificazione comunale (L.R. 12/2005, art. 7).
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[Premessa]


LA GIUNTA REGIONALE

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MODALITÀ PER LA PIANIFICAZIONE COMUNALE (L.R. 12/2005 ART. 7)
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PREMESSE

La consapevolezza che i moderni sistemi urbani sono caratterizzati da un complesso sistema di interdipendenza tra attori pubblici e privati e da una sovrapposizione di funzioni ed organizzazioni spaziali in cui il soggetto pubblico non è più il solo interlocutore di riferimento nella definizione delle trasformazioni territoriali, ha reso necessario un rinnovato sistema di pianificazione territoriale per la ricerca di condizioni di sviluppo compatibili con le risorse disponibili, “nel rispetto dell’ordinamento statale e comunitario, nonché delle peculiarità storiche, culturali, naturalistiche e paesaggistiche che connotano la Lombardia” (Art. 1 l.r. 12/05).

Il controllo, la gestione ed il coordinamento di obiettivi e finalità, spesso espressione di interessi soci

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SIGLE UTILIZZATE NEL DOCUMENTO

Ai fini di una maggior snellezza espositiva nel presente documento vengono utilizzate alcune sigle che si riportano di seguito per esteso:

ANAS Azienda Nazionale Autonoma delle Strade Statali

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CAPITOLO 1 - Il nuovo quadro della pianificazione comunale
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1.1 Indirizzi generali della legge riguardo la pianificazione comunale

Si possono preliminarmente evidenziare alcuni indirizzi generali che il dettato legislativo introduce riguardo il nuovo quadro di pianificazione comunale:

- l’univocità delle strategie attraverso l’articolazione di un piano che, nelle sue tre componenti, intende essere strumento di regia delle politiche e azioni settoriali ed avere natura strategica ed, insieme, operativa;

- il piano come processo in continua evoluzione, che deve generare un percorso circolare e continuo di perfezionamento ed arricchimento dello stesso, anche attraverso l’allestimento di un programma di monitoraggio (per la sua attuazione e gestione) che renda poss

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1.2 Rapporti tra PGT e livelli di pianificazione territoriale

Il percorso di circolarità introdotto dalla legge prevede che le scelte del Documento di Piano possano modificare le scelte della pianificazione provinciale e, analogamente, la pianificazione provinciale possa mutare la programmazione regionale.

In particolare il PGT, in fase di acquisizione del parere di compatibilità col PTCP, può proporre modifiche e integrazioni al PTCP stesso.

Il PGT, inoltre, nella definizione del quadro ricognitivo, può proporre delle variazioni alla programmazione regionale.

Le interrelazioni tra PTR, PTCP e PGT sono favorite da un certo parallelismo nelle fasi di costruzione degli strumenti stessi, i cui punti fondamentali sono:

- la definizione del quadro conoscitivo;

- l’individuazione degli obiettivi di sviluppo socio-economico;

- l’approccio per sistemi (insediativi, infrastrutturale, ambientale, paesaggistico, ecc.);

- la determinazione degli elementi di qualità (criteri di sostenibilità delle scelte di sviluppo, valutazione della sensibilità paesaggistica dei luoghi, compensazione ambientale);

- la difesa e la valorizzazione del suolo.

In particolare tra le tematiche del Documento di Piano, che nel loro insieme compongono lo scenario territoriale di riferimento comunale, e quelle che compongono il PTCP si individuano una

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1.3 Il PGT: un unico Piano articolato in tre atti
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1.3.1 Rapporti tra Documento di Piano, Piano dei Servizi e Piano delle Regole: pluralità degli atti, autonomia degli strumenti, unicità del processo di pianificazione

La legge regionale per il governo del territorio stabilisce che il PGT deve prendere in considerazione e definire l’assetto dell’intero territorio comunale.

Il PGT è uno strumento complesso, articolato in più atti, dotati ciascuno di propria autonomia tematica ma concepiti all’interno di un unico e coordinato processo di pianificazione. L’articolazione del PGT identifica il Documento di Piano come strumento che esplicita strategie, obiettivi ed azioni attraverso cui perseguire un quadro complessivo di sviluppo socio-economico ed infrastrutturale, considerando le risorse ambientali, paesaggistiche e culturali a disposizione come elementi essenziali e da valorizzare.

Esso quindi:

- definisce uno scenario territoriale condiviso dalla comunità , la quale, anche attraverso i suoi attori locali pubblici e privati, diviene essa stessa attuatrice;

- determina conseguentemente adeguate politiche di intervento per le varie funzioni;

- verifica la sostenibilità ambientale e la coerenza paes

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1.3.2 PGT e paesaggio

Gli articoli 76 e 77 della legge regionale 12/2005 esprimono compiti e opportunità paesaggistiche del livello comunale in riferimento alla tutela e valorizzazione del paesaggio. L’art 102 prevede che fino all’approvazione del PTR, con contenuti ed efficacia di piano territoriale paesaggistico previsto dagli articoli 19 e 76, conserva validità ed efficacia il Piano Territoriale Paesistico Regionale vigente.

La pianificazione comunale deve quindi, in tal senso, rispondere innanzitutto ai criteri di coerenza e integrazione del Piano del paesaggio, come definito dalla Parte I delle norme del PTPR, per sua definizione in costante affinamento ed ora in aggiornamento per legge.

Ris

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1.4 Adeguamento dei piani comunali
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1.4.1 Modalità

Al fine di agevolare la predisposizione dei PGT la legge sottolinea la possibilità da parte dei Comuni di avvalersi, tramite opportuni c

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1.4.2 Tempi

La legge regionale impone il termine di un anno a partire dall’entrata in vigore della legge stessa, entro il quale i Comuni debbono deliberare l&rsqu

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1.5 Validità dei piani comunali

La legge stabilisce in cinque anni la validità del Documento di Piano, al termine dei quali il Comune deve provvedere all’approvazione di un nuovo Documento, mentre non co

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Capitolo 2 - Il Documento di Piano

La caratteristica fondamentale del Documento di Piano è quella di possedere contemporaneamente una dimensione strategica, che si traduce ne

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2.1 I contenuti
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2.1.1 Il quadro conoscitivo e orientativo

La variabilità delle condizioni territoriali e quindi dei contenuti dei vari PGT rendono difficile, almeno in una fase di prima applicazio

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il quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento per lo sviluppo economico e sociale del Comune (art. 8 comma 1 lettera a) considerando:

- l’indagine sul sistema socio-economico locale (es. analisi delle caratteristiche del sistema produttivo/commerciale, delle caratteristiche della popolazione attiva, del quadro occupazionale, dello sviluppo economico in atto, della lettura dei trend evolutivi);

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il quadro conoscitivo del territorio comunale come risultante delle trasformazioni avvenute (art. 8 comma 1 lettera b).

Il quadro conoscitivo si propone come quadro unitario e organizzato delle informazioni territoriali, strumento utile per un approccio integrato al territorio stesso.

Le informazioni e la loro organizzazione devono quindi essere tali da agevolare le diverse chiavi di lettura che necessariamente il PGT deve incrociare al fine di comprendere:

- assetto e dinamiche di funzionamento dei sistemi insediativi; o organizzazione e tendenze evolutive delle attività economiche;

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Sistema delle infrastrutture e della mobilità.

È importante che le indagini sul sistema della mobilità, analizzando le problematiche r

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Sistema urbano

Le indagini sull’assetto urbano e insediativo devono approfondire sia gli aspetti funzionali che morfologi

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Sistema agricolo

L’indagine sul territorio agricolo, in termini integrati e sintetici, dovrà individuare la dinamica evolutiva di usi e funzioname

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Aree e beni di particolare rilevanza

La legge pone l’accento sulla necessità che il quadro conoscitivo compia una ricognizion

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l’assetto geologico, idrogeologico e sismico (art. 8, comma 1, lettera c).

Il Documento di Piano deve contenere inoltre la definizione dell’assetto geologico, idrogeologico e sismico comunale, sulla base di criteri ed indirizzi emanati dall

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2.1.2 Lo scenario strategico di Piano

Il quadro conoscitivo e orientativo costituisce pertanto il riferimento per:

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l’individuazione degli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione a valenza strategica per la politica territoriale del Comune (art. 8, comma 2, lettera a).

La legge indica chiaramente una condizione da rispettare ed un’esigenza da soddisfare: gli obiettivi strategici comunali devono risultare coerenti con eventuali previsioni ad efficacia prevalente di livello sovracomunale; gli obiettivi strategici

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2.1.3 Le determinazioni di Piano

Lo scenario strategico costituisce il riferimento per le fasi successive di elaborazione del Document

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la determinazione degli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT (art. 8, comma 2, lettera b).

La legge individua a proposito della definizione di questi obiettivi un percorso, che deve trovare adeguata documentazione negli elaborati del Documento di Piano, contraddistinto da una particolare attenzione a valenze di tipo qualitativo come la riqualificazione del territorio, l’utilizzazione ottimale delle risorse territoriali a disposizione e la conseguente minimizzazione di consumo di suolo libero. Risulta pertanto discriminante, nell

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la determinazione delle politiche di intervento per i diversi sistemi funzionali (art. 8, comma 2, lettera c).

Il Documento di Piano deve formulare, in coerenza con gli obiettivi a valenza strategica prefissati e con le politiche per la mobilità, specifiche politiche di intervento e linee di azione per la residenza (includendo anche il settore dell’edilizia residenziale pubblica) e per le attività produttive primarie, secondarie e terziarie, con particolare attenzione alle politiche da attivare per il settore della distribuzione commerciale.

Appare importante sottolineare che qualora le scelte di pianificazione comportino la possibilità di realizzare interventi a rilevanza sovracomunale, questi ultimi debbano trovare negli elaborati del Documento di Piano adeguata evidenziazione attraverso la specifica individuazione cartografica di riferimento, la descrizione particolareggiata delle destinazioni funzionali previste, la dimostrazione della sostenibilit&agrav

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la dimostrazione della compatibilità delle politiche di intervento individuate con le risorse economiche attivabili dall’Amministrazione Comunale (art. 8, comma 2, lettera d).

Viene sottolineata l’importanza della dimensione temporale e l’aspetto della sostenibilit&a

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l’individuazione degli ambiti di trasformazione (art. 8, comma 2, lettera e).

Gli ambiti territoriali coinvolti negli interventi di trasformazione devono essere adeguatamente individuati cartograficamente nella tavola delle Previsioni di Piano, allo scopo di garantire la possibilità di valutare le aree interessate in riferimento al contesto territoriale con cui si relazionano.

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determinare le modalità di recepimento delle eventuali previsioni prevalenti contenute nei piani di livello sovracomunale (art. 8, comma 2, lettera f).

Il Documento di Piano, attraverso la composizione del quadro ricognitivo e programmatorio deve evidenziare puntualmente l’esistenza di previsioni contenute in atti di pianificazione e programmazione di Enti sovracomunali

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definire eventuali criteri di compensazione, di perequazione e di incentivazione (art. 8, comma 2, lettera g).

La perequazione urbanistica, qualificabile come strumento di gestione del piano, è incentrata su un’equa ed uniforme distribuzione di diritti edificatori indipendentemente dalla localizzazione delle aree per attrezzature pubbliche e dei relativi obblighi nei confronti del Comune.

All’istituto della perequazione è collegata la trasferibilità o commercializzazione dei diritti edificatori tra proprietari all’interno del comparto, nonché tra comparti ove le previsioni del piano prevedono incrementi di edificabilità in grado di accogliere ulteriori quote, ovvero forme di compensazione tra i fabbisogni dei vari comparti.

La scelta di avvalersi della perequazione è rimessa alla determinazione dell’Ente Locale ed è pertanto un’ opzione facoltativa e non obbligatoria.

Tale possibilità di opzione è da attribuirsi alla ancora scarsa disponibilità di esperienze compiute, oltre che alla indubbia complessità progettuale e gestionale.

Trattandosi inoltre di una tecnica che deve essere messa a punto in ogni singolo contesto, a partire dalle criticità e dagli obiettivi di piano, la scelta del metodo più idoneo non può che essere aperta a più soluzioni.

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2.1.4 La Tavola delle Previsioni di Piano

Anche al fine di dare impulso al sistema delle conoscenze in modo circolare e consentire l’interscambio informativo tra le varie banche dati che costituiscono il Sistema Informativo Territoriale è necessario che il Documento di Piano venga corredato, oltre che dal quadro conoscitivo descritto al paragrafo 2.1.1, anche da una Tavola grafica, in scala 1:10.000 (Tavola delle Previsioni di Piano), che, senza assumere valore conformativo dei suoli ,rappresenti almeno:

a) il perimetro del territorio comunale;

b) gli ambiti di trasformazione;

c) gli ambiti del tessuto urbano consolidato, con evidenziazione essenziale dei nuclei di antic

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2.2 La Valutazione Ambientale nel processo di formazione del Documento di Piano

L’art. 4 comma 2 della legge per il governo del territorio precisa che il Documento di Piano, in quanto atto che elabora gli obiettivi strategici e le politiche di sviluppo del territorio comunale, deve essere sottoposto a Valutazione Ambientale, di cui alla Direttiva 2001/42/CEE, con la finalità di promuovere lo sviluppo sostenibile ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente, tenendo conto anche della caratterizzazione paesaggistica dei luoghi.

L’applicazione della Valutazione Ambientale al Documento di Piano costituisce una novità introdotta dall’art. 4 della legge regionale.

La predisposizione del PGT richiede un significativo cambiamento nell’approccio culturale e nell’uso delle tecniche disciplinari di elaborazione dei piani, in quanto il processo di valutazione della sostenibilità deve integrarsi nel processo pianificatorio fin dal suo inizio, diventarne parte integrante, rappresentarne un decisivo fattore di governance e di legittimazione delle scelte.

Il percorso di formazione del Documento di Piano si articola nelle seguenti fasi:

- fase di avvio del procedimento;

- fase di impostazione;

- fase di elaborazione;

- fase di adozione ed approvazione;

- fase di attuazione e gestione.

Relativamente alla fase di avvio del procedimento si prevede che, prima del conferimento dell’incarico per la redazione degli atti del PGT, lo sviluppo di azioni di comunicazione, di pubblicizzazione e di sollecitazione della partecipazione attiva della cittadinanza, al fine di incentivare la collaborazione di chiunque abbia interesse, anche per la tutela degli interessi diffusi, a presentare suggerimenti e proposte.

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Capitolo 3 - Il Piano dei Servizi

Con la legge regionale 12/05, il Piano dei Servizi strumento già noto ai Comuni in quanto introdotto nella legislazione urbanistica regionale nel 2001, acquista valore di atto autonomo, a riconoscimento della centralità delle politiche ed azioni di governo inerenti le aree e le strutture pubbliche e di interesse pubblico o generale e della dotazione ed offerta di servizi.

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3.1 Contenuti conoscitivi e normativi

Il Piano dei Servizi concorre al perseguimento degli obiettivi dichiarati nel Documento di Piano per realizzare un coerente disegno di pianificazione sotto l’aspetto della corretta dotazione di aree per attrezzature pubbliche nonché per assicurare, attraverso il sistema dei servizi l’integrazione tra le diverse componenti del tessuto edificato e garantire un’adeguata ed omogenea accessibilità ai diversi servizi a tutta la popolazione comunale.

In questo senso il Piano dei Servizi determina importanti ricadute in termini di disegno del territorio, in quanto struttura portante del sistema urbano e, in particolare, dello spazio pubblico della città.

Il Piano dei Servizi, basandosi sul quadro conoscitivo e orientativo del territorio comunale definito dal Documento di Piano e sulla scorta di eventuali ulteriori e specifiche indagini sulla situazione locale deve in particolare:

- inquadrare il Comune nel contesto territoriale che rappresenta l’ ambito di riferimento per la fruizione dei servizi, al fine di valutare, rispetto a

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3.2 Determinazione del numero di utenti dei servizi

Il Piano dei Servizi in riferimento alla corretta quantificazione dell’offerta deve contenere la determinazione del numero degli utenti dei servizi medesimi.

A questo proposito si deve fare riferimento ad una popolazione reale, cioè alla popolazione stabilmente residente nell’ambito del Comune, cui si deve aggiungere la popolazione di nuovo insediamento prefigurata dagli

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3.3 Programmazione economica, operatività e flessibilità

Il Piano dei Servizi si caratterizza anche per una dimensione programmatoria: si configura infatti come atto che coordina ed orienta plurimi centri di spesa in funzione di finalità ed obiettivi predeterminati e deve esplicitare la sostenibilità dei costi degli interventi individuati.

Il Piano dei Servizi deve esplicitare la sostenibilità economico - finanziaria delle sue previsioni in relazione alle varie modalità di intervento ed alle programmazioni in corso, con particolare riferimento al programma triennale dei lavori pubblici.

Il fatto che la legge regionale ponga in evidenza la necessità di una stretta correlazione tra programmazione e sostenibilità finanziaria degli interventi mette in particolare rilievo la funzione di governo del piano, che deve saper coordinare e finalizzare tutte le forze e le risorse della società, pubbliche e private, su progetti concertati e sostenibili.

Il Piano dei Servizi rappresenta, in quest’ottica,

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3.4 La mappatura delle previsioni del Piano dei Servizi

La collocazione spaziale dei servizi e le relative interrelazioni con il tessuto urbano devono essere rappresentate ad una scala non inferiore a 1:10.000 e con riferimento all’intero territorio comunale.

In particolare devono essere e

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Capitolo 4 - Il Piano delle Regole

Il Piano delle Regole si connota come lo strumento di controllo della qualità urbana e territoriale.

Esso considera e disciplina, cartograficamente e con norme, l’intero territorio comunale, fatta eccezione per le aree comprese negli ambiti di trasformazione di espansione individuati dal Documento di Piano, che si attuano tramite piani attuativi, secondo criteri, anche insediativi e morfologici, dettati direttamente dal Documento di Piano stesso.

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4.1 Recepimento dei contenuti prescrittivi sovraordinati

Il Piano delle Regole, basandosi sul quadro conoscitivo del territorio comunale definito dal Documento di Piano e sulla scorta di eventuali ulteriori indagini conoscitive, su una base cartografica alla scala indicativa 1:2000, e in ogni caso non inferiore a 1:10.000, individua e recepisce innanzitutto:

a) le previsioni sovraordinate, prevalenti e vincolanti, contenute nel Piano Territoriale Regionale, nei Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali, nei piani di settore sovraordinati;

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4.2 Individuazione degli ambiti e delle aree da assoggettare a specifica disciplina

In secondo luogo il Piano delle Regole, sempre facendo riferimento al quadro conoscitivo del territorio comunale definito nel Documento di Piano e su una base cartografica di dettaglio alla scala indicativa 1:2000, deve individuare:

1) gli ambiti del tessuto urbano consolidato, costituito dall’insieme delle parti di territorio su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli, comprendendo in esso le aree libere intercluse o di completamento;

In particolare identifica:

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4.3 Contenuti normativi
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4.3.1 Il Tessuto urbano consolidato

In riferimento agli ambiti del tessuto urbano il Piano delle regole fa riferimento ad alcuni temi strategici del Piano di Governo del Territorio, quali il riuso ed il con conseguente contenimento delle aree di espansione, la riqualificazione urbana e il risanamento dei centri storici, il ruolo dell’ambiente e del paesaggio come strumenti di valorizzazione del territorio. Il Piano delle Regole è lo strumento che deve governare la forma urbana garantendone la qualità in relazione alle proprie peculiarità, assicurando l’ottimale integrazione tra le diverse componenti del tessuto edificato.

Il Piano deve fornire le regole prestazionali, i requisiti e i riferimenti per la progettazione in grado di garantire sia le forme di tutela dei centri storici, sia l’omogeneità del tessuto consolidato, sia la qualità della città futura indirizzando i connotati funzionali, morfologici e tipologici dei progetti.

Facendo riferimento al sistema conoscitivo del Documento di Piano e, più specificatamente, all’individuazione dei seguenti elementi:

- struttura e forma urbana;

- rapporti tra forma della città e forma del territorio (morfologia territoriale, idrogr

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4.3.2 Le aree destinate all’attività agricola

In riferimento alle aree destinate all’agricoltura il Piano delle Regole deve assicurare un coerente disegno pianificatorio anche sotto l’aspetto più generale della sostenibilità complessiva della programmazione territoriale comunale.

Il Piano delle Regole nell’individuazione delle aree destinate all’agricoltura deve coerenziarsi con gli ambiti destinati all’attività agricola, così come definiti nei PTCP nonché tener conto dei criteri e delle modalità esplicitati nei PTCP medesimi e funzionali a tale individuazione.

L’efficacia dei contenuti dei PTCP in materia ha infatti, ai sensi dell’art. 18, comma 2, lett. c) della l.r. 12/05, carattere prevalente sulla pianificazione comunale, fermo restando la possibilità da parte del Comune di apportare, in sede di redazione del Piano delle Regole, rettifiche, precisazioni e miglioramenti all’individuazione degli ambiti agricoli effettuata in sede di PTCP, qualora derivanti da oggettivi riscontri emergenti da indagini più specifiche condotte alla scala comuna

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4.3.3 Le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche

In riferimento a queste aree il Piano delle Regole recepisce le prescrizioni paesaggistiche cogenti e immediatamente prevalenti e si conforma agli indirizzi, agli obiettivi di qualità paesaggistica e ai parametri dettati dalla

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4.3.4 Le aree non soggette a trasformazione urbanistica

Per “aree non soggette a trasformazione urbanistica” si intendono tutte quelle parti del territorio comunale esterne al tessuto urbano consolidato ed alle aree destinate all’agricoltura, che, per ragioni oggettive e/o per scelta di piano, sono sottratte a qualunque forma di utilizzazione che comporti uno scostamento urbanisticamente significativo rispetto allo stato di fatto.

Si deve quindi intendere che rientrino in questa definizione:

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4.4 La rappresentazione cartografica del Piano delle Regole

La cartografia che accompagna il Piano delle Regole deve rispondere a due esigenze:

- consentire una visione d’insieme, estesa all’intero territorio comunale, dei contenuti di piano

- assicurare la possibilità di r

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4.5 Qualità del progetto

È indubitabile che oggi si avverta sempre più forte l’esigenza di una nuova cultura capace di produrre buoni progetti, fattibili amministrativamente e largamente condivisi sul territorio.

Il Piano delle Regole ha il compito di promuovere la qualità e la specificità dei contesti, e salvaguardare l’insieme di valori che rappresenta la connotazione e l’esse

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ALLEGATO A - CONTENUTI PAESAGGISTICI DEL PGT
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PREMESSE
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La tutela del paesaggio: evoluzione del quadro di riferimento

Nel corso del tempo i concetti di paesaggio e di tutela hanno registrato una evoluzione indubbiamente significativa agli effetti delle pratiche di gestione da parte delle amministrazioni pubbliche. Il termine “paesaggio” ha conosciuto un progressivo arricchimento di significato: alla fine degli anni ’30 designava ambiti “eccezionali” individuati secondo un’accezione elitaria fortemente selettiva, successivamente si è confrontato con la componente ambientale e con la percezione culturale, per tenere poi conto anche della percezione condivisa e riconosciuta dai cittadini, fino a coincidere con la qualità di tutto il territorio nei suoi molteplici aspetti.

Anche l’esercizio della tutela ha ampliato il suo campo d’azione integrando l’azione di controllo degli interventi per limitare gli effetti negativi di de-qualificazione del paesaggio con l’opera di ri-qualificazione basata sulla promozione di interventi di elevata qualità progettuale, particolarmente opportuni per costruire nuovi paesaggi nei territori degradati, in attuazione del principio di tutela attiva, molto interessante ma anche molto difficoltoso, in quanto diffuso convincimento che la qualità paesistica costituisce un bene collettivo non solo culturale, ma anche economico.

Tutelare il paesaggio riguarda comunque il governo delle sue trasformazioni dovute all’intervento dell’uomo o agli eventi naturali, ivi compreso il progressivo decadimento delle componenti antropiche e biotiche del territorio (edifici, opere d’arte delle infrastrutture, ecc. ma anche alpeggi, forme di appoderamento e loro delimitazioni ecc.) causato dal trascorrere del tempo e dall’abbandono degli usi e delle pratiche che le avevano determinate, che richiede interventi programmati di manutenzione per evitare la perdita degli elementi qualificanti del paesaggio. Ogni iniziativa di politica paesistico/territoriale deve pertanto confrontarsi con la finalità di fornire strumenti utili al governo delle trasformazioni.

È infatti competenza delle Amministrazioni comunali governare responsabilmente le trasformazioni locali del paesaggio, inteso nella sua accezione più ampia di bene collettivo che travalica visioni puntuali o localistiche.

La legislazione nazionale con il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, approvato come Decreto Legislativo n. 42 il 22 gennaio 2004 ed entrato in vigore il 1° maggio 2004, non fornisce indicazioni dirette circa la struttura dei Piani territoriali e dei Piani urbanistici comunali.

Al piano urbanistico comunale viene tuttavia attribuito un particolare valore conclusivo del processo di costruzione del complessivo sistema di tutela del Codice, assunto anche dalla l.r. 12/2005; infatti, l’attivazione di alcune delle più importanti innovazioni, come la possibilità di escludere dall’obbligo di rilascio dell’autorizzazione paesistica specifici ambiti assoggettai a tutela, è condizionata dalla disponibilità di piani urbanistici loca

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IL QUADRO CONOSCITIVO, UN RIFERIMENTO COMUNE
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La fase ricognitiva (art 8 comma 1 lettera b)

Una completa conoscenza dei luoghi, come afferma il PTPR, è il presupposto ineludibile per una attenta tutela e gestione paesaggistica degli stessi.

Il quadro conoscitivo assume dal punto di vista del paesaggio un ruolo fondamentale nella definizione e nell’aggiornamento delle scelte di pianificazione ma costituisce anche lo strumento quotidiano per la gestione dei progetti di trasformazione e il monitoraggio.

La conoscenza paesaggistica attraversa le diverse componenti del territorio, naturali e antropiche, considerandone

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La carta condivisa del paesaggio e dei suoi processi di costruzione

Le informazioni raccolte e gli elementi significativi rilevati possono essere riportati in un unico elaborato, indicato come Carta del paesaggio, il cui compito è raccogliere in forma organica tutte le indicazioni, acquisite nella fase ricognitiva, attinenti alla qualità e alle condizioni del paesaggio nelle sue diverse componenti. Ciò anche - e soprattutto - allo scopo di passare da una rappresentazione del paesaggio come mero “repertorio di beni” a una lettura che metta adeguatamente in evidenza le relazioni tra i beni stessi, e in particolare quelle relazioni di continuità e di contiguità spaziale e visiva che costituiscono lo specifico della dimensione paesaggistica in quanto distinta dalle dimensioni storica, naturalistica, geomorfologica ecc.

Per carta del paesaggio non si intende qui un singolo elaborato cartografico, ma un apparato descrittivo e rappresentativo, che può essere composto da una o più carte, da testi discorsivi e da elenchi o repertori, tali comunque da comunicare efficacemente la struttura del paesaggio locale e la presenza in esso di emergenze e di criticità, in termini comprensibili alla generalità dei cittadini e non solo agli addetti ai lavori. Tali ela

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La fase valutativa: giudizio di rilevanza e di integrità

Nel percorso di costruzione del piano, tra la fase ricognitiva e quella dispositiva o programmatica, è necessariamente presente un momento di interpretazione e valutazione, cioè di esplicitazione dei valori e delle qualità del paesaggio riconosciuti. Si tratta in sostanza di arrivare ad una descrizione sintetica ed interpretativa che ponga in evidenza i caratteri paesaggistici qualificanti e rilevanti, i punti di forza e quelli di debolezza della struttura paesaggistica comunale.

È opportuno che tale percorso di interpretazione e valutazione sia reso esplicito, in ossequio ai principi di trasparenza delle attività che conducono alla formazione degli strumenti e di partecipazione diffusa dei cittadini e delle loro associazioni, enunciati dal comma 5 dell’art. 2 della Legge regionale 12/2005.

Nelle pagine che seguono si danno alcune indicazioni per integrare tale operazione

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Il giudizio di rilevanza

La rilevanza è il primo dei due criteri di giudizio indicati dal Codice.

Rilevanza può essere sinonimo di importanza e anche, trattando di paesaggio, di bellezza (o del suo contrario) di significato, di identità. La rilevanza paesistica può essere intesa in senso positivo o

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L’approccio giuridico-amministrativo

In questo caso, il giudizio si baserà essenzialmente sui provvedimenti di tutela che interessa

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L’approccio tecnico-disciplinare

Dal punto di vista tecnico-disciplinare, si deve dare atto che non esistono protocolli universalmente accettati per valutare la rilevanza paesistica di un territorio, né criteri di giudizio universalmente condivisi. Ciò non significa che si cada inevitabilmente nell’arbitrarietà del gusto individuale immotivato e immotivabile. Si possono infatti indicare criteri, utilizzabili per attribuire un valore in modo argomentato, che si stanno sedimentando nella prassi corrente.

In tal senso in Lombardia, si può fare riferimento, oltre che al PTPR e alle indicazioni contenute nei PTCP delle singole province, almeno a due pu

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L’approccio sociale-partecipativo

Come noto, la Convenzione europea attribuisce molta importanza alla percezione sociale del paesaggio. Sul piano operativo, ciò comporta di introdurre tra i criteri di valutazione anche la dimensione percettiva e simbolica che le diverse componenti del paesaggio assumono per le popolazioni direttamente interessate, sia al livello locale, sia entro un ambito più vasto. La consapevolezza di come il pae

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Il giudizio di integrità

L’integrità è il secondo dei criteri di giudizio indicati dal Codice.

Se il concetto di integrità può essere di relativamente facile definizione per un paesaggio “vergine” (la foresta primaria o il pack polare o il deserto), non altrettanto può dirsi per i nostri paesaggi fortemente antropizzati. Non vale per un paesaggio la nozione di integrità che si applica a un oggetto (quadro o mobile) che si intende integro quando vi sono presenti tutti e soli gli elementi originari. Già nel caso di un edificio questo criterio è meno univoco, e per un paesaggio naturalmente ancora meno.

In termini generali, si può definire l’integrità come una condizione del territorio riferibile alle permanenze. In termini più specifici, la si può definire come quella condizione nella quale tutti gli elementi che compongono un paesaggio ci appaiono legati gli uni agli altri da rapporti di affinità e di coesione, ovvero riconducibili a una medesima identità, intesa in duplice modo: come chiara leggibilità del rapporto tra fattori naturali e opere dell’uomo, e come coerenza linguistica e organicità spaziale di queste ultime. È questa una condizione tipica del passato, che si è andata spesso perdendo nelle epoche più recenti. È quella specificità dell’organizzazione fisica del territorio, in termini materici e morfologici, evidente anche alla percezione visiva e simbolico-culturale, che viene anche definita come “architettura dei luoghi” in specifici e riconoscibili contesti locali e come “sistemi di paesaggio”, nell’orizzonte più ampio, in riferimento ad organizzazioni spaziali, ma non solo, frutto di una logica e di una volont&ag

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La carta della sensibilità paesaggistica dei luoghi e il monitoraggio dello stato del paesaggio

Sulla scorta dei passaggi ricognitivi e interpretativi sopradescritti, è possibile passare alla definizione della cosiddetta carta della “sensibilità paesistica” dei luoghi, che individuerà nel territorio comunale gli ambiti, gli elementi e i sistemi a maggiore o minore sensibilità/vulnerabilità dal punto di vista pa

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IL DOCUMENTO DI PIANO

Il lavoro conoscitivo compiuto riguarda, come detto, il “paesaggio che c’è”. Un piano deve però governare i processi in corso, rispondere alle domande di trasformazione emergenti e adeguarsi alle previsioni sovra-ordinate, esprimendo una sua chiara proposta sul “paesaggio verso il quale si va”.

Questo significa innanzitutto indagare cosa implichi dar corso alle trasformazioni in essere, già previste e programmate, o prevedibili, in riferimento alla sensibilità paesistica dei luoghi sopra indagata.

Dal confronto tra il paesaggio che c’è (quadro conoscitivo) e quello che potrebbe esserci (quadro programmatico) possono essere individuate le criticità, i rischi ma anche le potenzialità e opportunità paesistiche che si offrono per lo sviluppo locale.

Appare quindi utile mettere bene a fuoco i seguenti aspetti prima di definire nel dettaglio gli obiettivi di qualità paesaggistica del PGT.

Questa operazione è propria del Documento di Piano in quanto conduce ad esplicitare poi in modo trasparente la strategia paesistica assunta sia in riferimento alla tutela delle emergenze e caratterizzazioni paesaggistiche locali sia in riferimento alla gestione delle trasformazioni che interesseranno il territorio comunale nonché alla riposta a specifiche domande e tendenze trasformative. Questo genere di valutazioni si trova poi a dialogare con quelle relative alle diverse componenti ambientali all’interno delle procedura di VAS.

Un primo imp

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PIANO DELLE REGOLE

Il piano delle regole individua aree, ambiti e immobili che caratterizzano a diverso titolo lo “stato dei luoghi”, articolati secondo categorie distinte, ma non reciprocamente esclusive, per le quali il PGT formula regole volte a disciplinare o ad escludere gli interventi.

Il rapporto tra il “

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l tessuto urbano consolidato

- immobili assoggettati a tutela: descrizione e norme di tutela (art. 10 commi 1 e 2);

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Le aree destinate all’agricoltura (art. 10 commi 1 e 4)

- criteri di intervento: edilizia rurale esistente e nuove costruzioni;

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Le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologico (art. 10 commi 1 e 4)

- ambiti di interesse geo-morfologico: descrizione, norme e criteri di intervento;

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Le aree non soggette a trasformazione (art. 10 commi 1 e 4)

- descrizione e criteri paesaggistici di intervento.

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PIANO DEI SERVIZI

Il Piano dei Servizi contribuisce alla attuazione della strategia paesaggistica definita dal Documento di Piano in coerenza con la disciplina e i criteri definiti dal Piano delle Regole.

I livelli s

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