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Circ.Ass.R. Sicilia 08/11/2002

Istruzioni generali per la redazione dei progetti di restauro nei beni architettonici di valore storico artistico in zona sismica.
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[Premessa]


Le iniziative ed i comportamenti atti a limitare i danni al patrimonio culturale in caso di sisma, unite alla certezza che i costi nell'ottica della prevenzione sono certamente inferiori a quelli per il ripristino post-calamità, sono elementi estremamente dibattuti in campo nazionale.

È stato evidenziato come in passato siano emerse carenze di conoscenze e di sensibilità operative e tecniche atte a fronteggiare la gravità del fenomeno che hanno comportato molte volte l'uso di mezzi impropri, di invasività di tecniche esecutive conseguenti all'impiego di metodologie e tecnologie usate ordinariamente nel ripristino dell'edilizia convenzionale, oltre che l'inadeguatezza dei criteri scientifici-realizzativi utilizzati sia nella fase di prevenzione che nel momento immediatamente successivo alla calamità e nel recupero post-sismico.

Un punto qualificante per la protezione del patrimonio culturale deve coniugare in maniera appropriata il restauro architettonico con l'intervento di miglioramento sismico, il quale deve diventare una componente essenziale e sempre presente negli interventi sul patrimonio culturale.

Inoltre, l'analisi sul campo ha evidenziato che edifici da poco restaurati hanno subíto danni significativi anche con terremoti di modesta magnitudo, mettendo in evidenza una vulnerabilità del patrimonio monumentale troppo alta per essere accettata; ne discende che

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Allegato - ISTRUZIONI GENERALI PER LA REDAZIONE DEI PROGETTI DI RESTAURO NEI BENI ARCHITETTONICI DI VALORE STORICO-ARTISTICO IN ZONA SISMICA
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A - OGGETTO E SCOPO

N1 Le presenti istruzioni generali hanno lo scopo di fornire prescrizioni per la predisposizione e la organizzazione di idonei progetti riguardanti gli interventi di restauro nei beni architettonici di valore storico-artistico esistenti in zona sismica, soggetti a tutela ai sensi della le

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B - RIFERIMENTI LEGISLATIVI E NORMATIVI

Legge 1° giugno 1939, n. 1089 R e successive modificazioni recante la "Tutela delle cose di interesse artistico e storico".

Legge 21 giugno 1939, n. 1497 R e successive modificazioni recante la "Protezione delle bellezze naturali".

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C - CRITERI GENERALI
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C.1. Definizione degli interventi di miglioramento ed adeguamento

Gli interventi di restauro di cui alle presenti istruzioni devono essere ricondotti alla tipologia di interventi di miglioramento di cui al punto C.9.1.2 delle "Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche".

Secondo la suddetta norma, infatti, tale tipologia di interventi si applica, in particolare, al caso di beni architettonici di cui all'art. 16 della legge 2 febbraio 1974, n. 64, in quanto compatibile con le esigenze di tutela e di conservazione del bene culturale.

Gli interventi di adeguamento antisismico sono limitati nei beni architettonici di cui alle presenti istruzioni solo ad alcuni casi di seguito descritti.

Ai sensi del citato decreto ministeriale 16 gennaio 1996, si intende per intervento di miglioramento antisismico "l'esecuzione di una o più opere riguardanti singoli elementi strutturali dell'edificio, con lo scopo di conseguire un maggiore grado di sicurezza senza peraltro modificarne in maniera sostanziale il comportamento globale". Nello ste

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C.2. Miglioramento, sue modalità e comportamento statico

Il sistema delle operazioni tecniche necessarie per effettuare il tipo di intervento di miglioramento di cui al punto C.1 deve essere concepito e definito dopo che sia stato individuato il comportamento strutturale del bene architettonico nel suo stato originario e nelle fasi costruttive realizzate successivamente ove chiaramente distinguibili.

Lo stato originario e le fasi successive non possono essere rigidamente disgiunti poiché fanno parte di un unico processo di trasformazione del manufat

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C.3. Operazioni progettuali

Il restauro architettonico consiste in una serie organica di operazioni tecniche specifiche predisposte ai fini di cui all'art. 1 della circolare n. 117

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a) Progetto preliminare

Il progetto preliminare dei lavori sui complessi architettonici, oltre quanto stabilito dall'art. 16,

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b) Progetto definitivo

Il progetto definitivo dei lavori sui complessi architettonici, oltre a quanto stabilito dall'art. 16

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c) Progetto esecutivo

Il progetto esecutivo dei lavori sui complessi architettonici, oltre a quanto previsto dal comma 5 de

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a) Progetto preliminare

L'obiettivo principale degli studi preliminari consiste:

- nell'individuare e des

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Finalità e modalità di intervento del progetto preliminare

La finalità del progetto preliminare consiste nell'impostare ed elaborare un modello scientifico di conoscenza e di raccogliere su questa base i dati specifici con il contributo di diversi settori disciplinari.

In ragione della complessità dello stato di conservazione e dei caratteri storico-a

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1. Quadro delle conoscenze

Il quadro delle conoscenze consiste in una prima lettura dello stato esistente e nella indicazione de

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2. Settori d'indagine
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2.1. Analisi storico-critica

L'analisi storico-critica del bene architettonico deve tendere alla conoscenza della complessit&agrav

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2.2. Rilievo dei manufatti

Il rilievo dei manufatti predisposto attraverso due elaborazioni distinte e complementari:

- rilievo morfologico descrittivo svolto alla scala metrica ad

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2.3. Diagnostica sul campo ed in laboratorio

La diagnostica si rivolge alla determinazione delle caratteristiche meccaniche e fisico-chimiche dei materiali presenti nel complesso architett

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2.4. Individuazione del comportamento strutturale ed analisi del degrado e dei dissesti.

Per quanto riguarda i beni architettonici, l'individuazione del comportamento strutturale ed analisi del degrado e dei dissesti deve essere basato sul rilievo dei manufatti e sul rilievo del degrado delle parti in elevazione, tenendo conto che le opere di fondazione rientrano nell'organismo strutturale. Tali osservazioni debbono essere inserite in una specifica relazione strutturale.

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2.5. Apporti di altre discipline

Le altre indagini disciplinari partecipano alla conoscenza dei caratteri di base della tipologia degli insediamenti nei quali è inserito il manufatto considerato, o della classe di manufatti cui appartiene il bene culturale considerato. Essi sono di vario tipo ed afferenza e vanno attivate in ragione della

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3. Relazione programmatica

Nella relazione programmatica sono delineati gli esiti della elaborazione dei settori di indagine int

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b) Progetto definitivo

Il progetto definitivo oltre a quanto stabilito dal comma 4 del l'art. 16 della legge 2 giugno 1995, n. 216, deve riguardare l'intero complesso architettonico

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c) Progetto esecutivo

Il progetto esecutivo, oltre a quanto stabilito dal comma 5 dell'art. 16 della legge:

- prescrive le modalità esecutive delle operazioni tecniche da eseguire;

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C.4. OPERAZIONI TECNICHE DI INTERVENTO

Le operazioni tecniche di intervento sono di regola rivolte a singole parti del bene architettonico, nel quadro della indispensabile visione di insieme che ne estenda il beneficio all'intero manufatto edilizio. Il loro scopo può consistere:

- nella ricostituzione di capacità strutturali venute meno;

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C.4.1. Fondazioni

Salvo i casi che presentano dissesti analoghi a quelli descritti nel punto C.9.3.3 a) del decreto ministeriale 16 gennaio 1996 e salvo le riscontrate inadeguatezze, non si pone, in generale, la necessità di interventi in fondazione.

Nei casi in cui i dissesti del manufatto appaiono dovuti a movimenti di fon

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C.4.2. Pareti murarie

Gli interventi dovranno utilizzare materiali con caratteristiche fisico-chimiche e meccaniche analoghe e comunque il più possibile compatibili con quelli dei materiali in opera.

A seconda dei casi si procederà:

- a riparazioni localizzate di parti lesionate o degradate;

- a ricostituire la compagine muraria, in corrispondenza di manomissioni quali cavità, vani di varia natura, scarichi e canne fumarie, ecc., la

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C.4.3. Pilastri e colonne

Tenendo presente che pilastri e colonne sono essenzialmente destinati a sopportare carichi verticali con modeste eccentricità, gli interventi vanno configurati nel modo seguente:

- ricostituire la resistenza iniziale a sforzo normale, ove perduta,

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C.4.4. Archi e volte

Gli interventi sulle strutture ad arco o a volta possono essere realizzati con il ricorso alla tradizionale tecnica delle catene, che compensino le spinte indotte sulle murature di appoggio e ne impediscano l'allo

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C.4.5. Solai

In presenza di azioni sismiche i solai assumono un ruolo fondamentale di collegamento tra pareti murarie e di trasmissione di sforzi orizzontali. A tal fine è essenziale, di norma, che essi siano efficacemente collegati alle murature e possiedano una sufficiente rigidezza nel piano.

Compatibilmente con il rispetto delle precedenti finalità è

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C.4.6. Scale

Per tutti gli interventi riguardanti scale in muratura portante, di norma, se ne prevede la conservaz

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C.4.7. Tetti

Ove i tetti presentino orditure spingenti, come nel caso di puntoni inclinati privi di semicatene in piano, la spinta deve essere compensata.

È in linea generale opportuno il mantenimento dei tetti in legno evitando interventi che comportino aumenti di masse nella parte più alta dell'edificio o formazione di elementi eccessivament

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C.4.8. Altri interventiIncatenamenti metallici

La pratica tradizionale di inserire catene e tiranti in metallo va considerata, in via generale, come la risposta di maggiore efficacia in funzione antisismica rispetto all'impatto causato sul manufatto, per cui si richiede che essa vada adottata sistematicamente.

Scopo delle catene è quello di impedire il collasso dell

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C.5. Consuntivo scientifico

Al termine dei lavori deve essere predisposto il consuntivo scientifico quale ultima fase del processo di conoscenza e del restauro e quale premessa per il futuro programma di intervento sul complesso

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  • Redazione Legislazione Tecnica