Circ. Ass.R. Sicilia 07/03/2016, n. 1369/GAB

Con Decreto Assessoriale n. 75 del 29/01/2016R, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n. 7 del 12 febbraio 2016, è stata data attuazione all'art. 3, comma 1, della L.R. 11 agosto 2015 n. 19R.

Sono stati dunque individuati i confini dei nove Ambiti territoriali ottimali in cui il territorio siciliano viene suddiviso ai fini della gestione del servizio idrico integrato; individuazione che ripropone la delimitazione già esistente ai sensi del D.P. Reg. n. 114 del 16 maggio 2001 e successivo D.P. Reg. n. 16 del 29 gennaio 2002, stante l'impossibilità geofisica di delimitarli in modo differente (vedi relazione allegata al decreto assessoriale).

Ciò premesso, la presente circolare intende chiarire i passaggi imposti dalla normativa vigente, al fine di assicurare un'applicazione quanto più celere ed omogenea alla legge regionale 11 agosto 2015, n. 19 con riguardo al nuovo assetto organizzativo del servizio idrico integrato nel territorio regionale.

1. Art. 5, comma 2, l.r. n. 19/2015 - Un primo chiarimento concerne l'interpretazione dell'art. 5, comma 2, l.r. n.19/2015, che testualmente dispone "Le funzioni dei commissari straordinari e liquidatori delle soppresse Autorità d'ambito, coincidenti con i commissari straordinari di cui alla legge regionale 27 marzo 2013, n. 7, articolo 1, commi 3 e 4, in ciascun Ambito territoriale ottimale di ciascuna provincia, sono prorogate sino alla costituzione degli ATO di cui all'articolo 3.......".

Il richiamato "articolo 3" disciplina sia il procedimento di individuazione degli "Ambiti territoriali ottimali (ATO)" (v. comma 1), sia la costituzione degli Enti di governo, denominati Assemblee territoriali idriche (v. comma 2) e, quindi, è di tutta evidenza che la disposizione di cui all'art. 5, comma 2, l.r. cit. è poco chiara poiché, da un lato, il termine "costituzione" non può che riferirsi alla costituzione degli Enti di governo, dall'altro, l'utilizzo dell'acronimo "ATO" rinvia agli Ambiti territoriali, che dovevano essere solo "individuati" (recte: delimitati), creando così una commistione tra due concetti diversi.

Tuttavia, secondo consolidati canoni ermeneutici le norme dubbie vanno interpretate in coerenza con i principi generali dell'ordinamento giuridico. Pertanto, sulla norma che ci occupa va detto che uno dei principi cardine dell'azione amministrativa è quello di continuità: principio questo che ha una delle sue concrete applicazioni proprio in tema di enti pubblici.

L'esigenza di continuità è consustanziale alla garanzia di evitare che una funzione amministrativa essenziale possa subire "forzate stasi" contrarie al principio costituzionale di buon andamento dell'azione amministrativa. Alla luce del richiamato principio, unitamente alla circostanza che l'art.5, comma 2, l.r. cit, fa rinvio genericamente all'articolo 3 - e non (solo) al primo comma dello stesso - deve concludersi che la suddetta norma può e soprattutto deve essere interpretata, i

Parte di provvedimento in formato grafico

Parte di provvedimento in formato grafico