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Delib. G.R. Lombardia 07/10/2014, n. X/2461

Linee guida per la progettazione e gestione sostenibile delle discariche.
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- Errata corrige in B.U. 14.11.2014, n. 46
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[Premessa]



LA GIUNTA REGIONALE


Visti:

- la direttiva 1999/31/CE del Consiglio europeo, relativa alle discariche di rifiuti;

- il d.lgs. n. 36/2003 «Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti»;

- il d.lgs n. 152/2006 «Norme in materia ambientale»;

- il d.m. 27 settembre 2010 «Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica»;

- la l.r. 26/03 «Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche» ed in particolare l’art. 17 «Funzioni della Regione»;

Richiamate:

- la circolare regione Lombardia, Settore Ambiente ed Ecologia, n. 61818 del 27/12/93 «Controlli analitici sui rifiuti messi a dimora in discarica per rifiuti speciali e/o tossiconocivi»;

- la d.g.r. n. 65874 del 28/03/95 «Approvazione dei requisiti minimi e documentazione richiesta per la progettazione di discarica controllata per i rifiuti solidi urbani ed assimilabili e della metodologia di controllo relativa alla gestione ed alla protezione ambientale delle discariche di r.s.u. ed r.s.a.u.»;

- la d.g.r. n. 7788 del 18/01/02 «Approvazione dello schema e delle modalità di presentazione dell’istanza di aggiornamento dell’autorizzazione all’esercizio delle operazioni di recupero e/o smaltimento di rifiuti ai sensi del d.lgs. 22/97, in adeguamento alla Decisione della commissione delle Comunità Europee n. 2001/118/CE del 16 gennaio 2001 e s.m.i.»;

- la d.g.r. n. 14393 del 30/09/03 «Determinazioni in merito alla prima applicazione del d.lgs. 36/2003 di applicazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti e del d.m. 13 marzo 2003 relativo ai criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica»;

- la d.g.r. n. 1266 del 30/11/05 «Determinazioni in ordine alla realizzazione e la gestione delle discariche per rifiuti costituiti da materiali di costruzione contenenti amianto»;

- la circolare regione Lombardia, D.G. Reti e Servizi di Pubblica Utilità e Sviluppo Sostenibile, n. 29395 del 29/12/06 «Prima individuazione delle sottocategorie di discariche per rifiuti non pericolosi e conseguenti determinazioni in merito ai relativi criteri di ammissibilità dei rifiuti di cui all’art. 7 del d.m. ambiente e della tutela del territorio 3 agosto 2005»;

- la Circolare Regione Lombardia, D.G. Reti e Servizi di Pubblica Utili

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Allegato - Linee guida per la progettazione e gestione sostenibile delle discariche

1. Principi e ambiti

La nuova pianificazione dei rifiuti in Regione Lombardia, fondata sulla gestione integrata che si basa su prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio e recupero, prevede per la discarica il ruolo di chiudere il ciclo della materia, con tecniche e procedure atte a massimizzare l’immobilizzazione e l’innocuizzazione degli elementi e delle sostanze contenute nei rifiuti e a minimizzare per converso la mobilità e reattività degli stessi.


1.1 Principi ispiratori

Le discariche devono essere progettate, realizzate e gestite nel rispetto del principio della sostenibilità ambientale, cioè del raggiungimento di una qualità finale del deposito (rifiuti, emissioni, stabilità biologica e meccanica) in equilibrio con l’ambiente, entro il tempo di una generazione, comunque non superiore a 30 anni dalla data di chiusura della discarica o di suoi lotti funzionali.

La qualità finale (QFD) alla quale una discarica deve tendere per garantire la sostenibilità ambientale entro il termine del periodo di gestione post-operativa, è individuata dai valori obiettivo di cui all’Allegato B (Valori obiettivo di QFD), che il progetto, la gestione operativa e post-operativa devono perseguire.

Per il raggiungimento della sostenibilità ambientale la discarica deve ricevere rifiuti trattati al fine di ridurre preventivamente la mobilità degli elementi e delle sostanze in essi contenute, ovvero raggiungere lo stesso effetto con interventi in situ o combinazione di trattamenti ex situ e in situ.

In sede di progettazione devono essere dettagliatamente motivate, descritte, dimensionate e computate le metodologie e le tecnologie specificamente previste per il raggiungimento della sostenibilità ambientale.

Nell’ambito della discarica può essere previsto il deposito di frazioni merceologicamente omogenee ai fini di favorirne un eventuale successivo recupero con la tecnica del “landfill mining”.

La discarica non deve costituire di per sé destinazione d’uso ma essere progettata in funzione di un ripristino ambientale coerente con una specifica destinazione d’uso, nel rispetto della più generale pianificazione territoriale.

Le opere connesse alla infrastrutturazione territoriale e quelle atte a garantire la funzionalità della prevista destinazione d’uso devono essere oggetto di specifica progettazione, con realizzazione contestualmente congrua con le varie fasi costruttive della discarica.

I progetti di discariche che non rispondono al criterio della sostenibilità ambientale non sono più accettabili.


1.2 Ambito di applicazione

Queste Linee Guida sono emanate con riferimento allo stesso ambito applicativo e nel rispetto del d.lgs. 36/03, pertanto con le esclusioni previste dall’art. 3 del citato decreto. Le presenti Linee Guida non riguardano le strutture di deposito dei rifiuti di estrazione, disciplinate dal d. lgs 117/08.

Le Linee Guida dettano i requisiti tecnici minimi, applicativi e interpretativi del d.lgs. 36/03, ai quali si devono adeguare in Lombardia la progettazione, l’autorizzazione, la realizzazione, la gestione operativa e post-operativa delle discariche.


2. Tipologia di rifiuti e accettabilità

2.1 Ammissibilità dei rifiuti in discarica

I criteri di ammissibilità sono stabiliti dal d.m. 27/09/2010, ma in coerenza con la gerarchia della gestione dei rifiuti e dalla lettura coordinata di norme nazionali e comunitarie si applicano le specifiche limitazioni, di cui all’Allegato A (Criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica).

Regione potrà definire ulteriori linee guida relative ai limiti di ammissibilità ed alle caratteristiche costruttive e gestionali delle sottocategorie di discarica individuate in base all’art. 7 del d.m. 27/09/2010; in particolare potranno essere definiti i limiti alla presenza di rifiuti contenenti sostanze organiche facilmente biodegradabili non previamente trattati, per i quali la discarica non viene considerata quale sistema di smaltimento più idoneo.

Nelle more dell’emanazione di tali linee guida, si evidenzia che la norma individua le discariche per rifiuti pericolosi come categoria a grado di tutela ambientale superiore a quelle per rifiuti non pericolosi, come affermato all’art. 1, comma 4 del d.m. 27/09/2010 che reca: “le discariche per rifiuti pericolosi hanno un livello di tutela ambientale superiore a quelle per rifiuti non pericolosi”. Tale affermazione è avvalorata dalle differenze previste per i presidi ambientali (barriera di fondo, copertura, etc…) e per l’importo delle garanzie finanziarie.

Il citato articolo del d.m. 27/09/2010 afferma inoltre che: “è ammesso il conferimento di rifiuti che soddisfano i criteri per l’ammissione ad ogni categoria di discarica in discariche aventi un livello di tutela superiore”.

Per coerenza della norma e per garantire un adeguato livello di tutela ambientale si ritiene perciò che le Autorità competenti, nel valutare le singole richieste di sottocategorie, debbano considerare che in linea generale è incongruo che i limiti di ammissibilità stabiliti per le discariche di rifiuti non pericolosi inquadrate in una sottocategoria eccedano i limiti stabiliti dal d.m. 27/09/2010 per le discariche per rifiuti pericolosi, con l’eccezione dei parametri citati esplicitamente nell’articolo 7, c.2.

In relazione all’art. 5, comma 3, del d.m. 27/09/2010 che pone, tra gli altri, il divieto allo smaltimento nelle discariche d’inerti dei rifiuti contaminati o contenenti amianto “…in quantità tali da aumentare il rischio per l’ambiente o da determinare il loro smaltimento in una discarica appartenente ad una categoria diversa”, si ritiene che un rifiuto possa considerarsi “contenente o contaminato da amianto” quando il rifiuto sia classificabile come pericoloso, ossia quando l’amianto in esso contenuto sia uguale o superiore allo 0,1% in peso secondo quanto stabilito al punto 3.4 dell’All. D degli Allegati alla parte IV del D.lgs. 152/06 con riferimento ai limiti per la classificazione dei rifiuti pericolosi contenenti sostanze cancerogene (categoria 1 o 2).


3. Trattamento dei rifiuti

3.1 Obiettivi

Il trattamento dei rifiuti, prima del deposito in discarica (ex situ) e, se necessario, dopo il loro deposito (in situ), deve avere l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale sia sul breve che sul medio e lungo termine, nel rispetto del principio della sostenibilità ambientale.

La scelta del tipo di trattamento deve essere motivata ed articolata nei diversi aspetti: obiettivi, tipologia di processo, tecnologia e livello di maturità, referenze, dimensionamento, risultati attesi.

I trattamenti effettuati sui rifiuti possono combinare trattamenti ex-situ e trattamenti in situ.

Si richiama l’art. 7 comma 1 del d.lgs. 36/03, per il quale i rifiuti possono essere collocati in discarica solo dopo trattamento.

Tale disposizione non si applica:

a) ai rifiuti inerti il cui trattamento non sia tecnicamente fattibile;

b) ai rifiuti il cui trattamento non contribuisce al raggiungimento delle finalità di cui all’articolo 1 del d.lgs. 36/03, riducendo la quantità dei rifiuti o i rischi per la salute umana e l’ambiente, e non risulta indispensabile ai fini del rispetto dei limiti fissati dalla normativa vigente.


3.2 Trattamenti ex situ

A titolo esemplificativo tra i trattamenti eleggibili per il trattamento ex situ dei rifiuti, in funzione anche della loro tipologia, rientrano i seguenti:

- selezione manuale e/o meccanica e recupero frazioni valorizzabili;

- trattamento meccanico-biologico;

- trattamento chimico e/o chimico-fisico;

- trattamento termico;

- lavaggio, ecc.


3.3 Trattamenti in situ

Tra i trattamenti che si possono effettuare sui rifiuti già depositati, sia nella fase di gestione operativa con conferimenti, sia nella fase successiva alla chiusura, rientrano, a titolo esemplificativo, i seguenti:

- aerobizzazione della discarica, eventualmente anche dopo una fase di gestione anaerobica con produzione di gas, con immissione naturale (discarica semi-aerobica) o forzata (aerazione in situ);

- dilavamento naturale (copertura aperta/flushing) o forzato (infiltrazioni di acqua/ricircolo percolato);

- sistemi combinati anaerobici-aerobici, ecc.


4. PROGETTAZIONE

Tutti gli atti pianificatori e progettuali devono essere conformi a quanto previsto dal d.lgs. 36/03.


4.1 Pianificazione

Per quanto concerne la localizzazione dell’impianto, si deve far riferimento ai paragrafi 1.1 e 2.1 dell’Allegato 1 del d.lgs. 36/03 ed ai criteri localizzativi stabiliti dal Programma Regionale Gestione Rifiuti e dai Piani Provinciali Gestione Rifiuti.


4.2 Scelta del sito/ubicazione

Qualora l’opera ricada all’interno delle aree nelle quali gli impianti non vanno “di norma” ubicati secondo il d.lgs. 36/03, dovrà essere documentata dal proponente la presenza di specifiche ragioni che giustifichino tale ubicazione, nonché la presenza degli idonei interventi correttivi previsti dai sopraccitati paragrafi 1.1 e 2.1; dovrà essere in particolare approfondita la valutazione di possibili alternative localizzative.

Ai sensi del citato paragrafo 2.1, in tali aree non possono comunque mai essere ubicate discariche per rifiuti pericolosi.


4.3 Documentazione di progetto

Ai fini dell’Autorizzazione il progetto deve contenere tutta la documentazione di seguito specificata, fatto comunque salvo quanto previsto dalla normativa vigente.

Tutti gli elaborati devono essere presentati anche in formato digitale.


4.3.1 Documentazione di rito N1

a. carta di identità del richiedente e, se diverso dal richiedente, del gestore;

b. indirizzo PEC del gestore;

c. dichiarazione sostitutiva di certificazioni (v. fac-simile di cui all’Allegato C);

d. organigramma del personale adibito alla gestione della discarica;

e. dichiarazione sostitutiva dell’Atto di notorietà di accettazione dell’incarico di direttore tecnico della discarica;

f. estremi del versamento degli oneri istruttori;

g. documentazione relativa ad eventuali opere edilizie per le quali si chiede che l’autorizzazione sostituisca i titoli abilitativi edilizi.

Tale documentazione deve contenere tutto quanto richiesto dalle norme per una equivalente opera edilizia, al fine di consentire al Comune di esprimere il proprio parere sugli aspetti urbanistici ed edilizi.


4.3.2 Elaborati grafici

a. stralcio P.G.T. o di altro strumento urbanistico vigente, comprensivo del sistema viabilistico;

b. estratto mappa catastale scala 1:1.000 o 1:2.000;

c. stralcio CTR 1:10.000 con l’esatta indicazione dell’area interessata dall’intervento;

d. carta geomorfologica generale (scala 1:5.000) che evidenzi, con opportune simbologie, le aree soggette ai diversi rischi geologici (frane, valanghe, esondazioni, sismi, erosioni spondali, ecc.) e che riporti anche le principali linee di deflusso idrico superficiale;

e. carta idrogeologica generale (scala 1:5.000 o 1: 10.000) indicante l’andamento delle linee isopiezometriche, con intervallo di 1 m, relative al periodo di massima ricarica dalla/e falda/e (con riferimento storico almeno agli ultimi 20 anni), le principali direttrici di flusso sotterraneo, gli spartiacque sotterranei, la delimitazione dei bacini imbriferi (per le aree di montagna); tale cartografia deve essere corredata da sezioni idrogeologiche esplicative finalizzate alla ricostruzione geometrica ed idrodinamica dell’acquifero; in caso di presenza di due o più falde potenzialmente interessate dalla discarica, queste devono essere rappresentate con graficismi che ne consentano una chiara distinzione, anche all’interno di un unico elaborato cartografico;

f. carta dei vincoli - stato di fatto (scala 1:10.000) riportante ogni tipo di vincolo esistente sul territorio (urbanistico, archeologico, culturale, paesaggistico, ambientale, sismico, aree di danno industrie RIR, ecc.), cui si deve aggiungere l’indicazione, nella zona dell’impianto, di eventuali impianti o reti tecnologiche (reti aeree e/o cavi interrati dall’energia elettrica, condutture di metano e/o di acqua, ecc.);

g. carta dei pozzi (scala 1:5000), che indichi i pozzi di distribuzione acqua potabile mediante infrastrutture di pubblico interesse (ex d.lgs. 152/06), i pozzi privati ad uso potabile, agricolo o industriale, nonché l’ubicazione dei piezometri preesistenti alla discarica;

h. rilievo altimetrico dello stato di fatto in quote assolute: planimetria e sezioni (scala 1:1.000) realizzati con una maglia non superiore a 20 m e contenente altresì i capisaldi di riferimento, agganciati a capisaldi IGM o a vertici della rete di raffittimento regionale, a cui doversi riferire per ogni ulteriore valutazione;

i. sistemazione generale dell’area: planimetria e sezioni (scala 1:1.000) dell’area dopo gli interventi di rimodellamento del fondo e/o delle pareti/scarpate;

j. piano di posa dell’argilla: planimetria (scala 1:1000) e sezioni (in scala idonea);

k. sistema di impermeabilizzazione: planimetria (scala 1:1.000 o 1:500) e sezioni (scala 1:10 o 1:20); particolari relativi al fondo e alle scarpate e in generale sezioni tipo e, ove necessario per una completa comprensione, specifiche sezioni identificate sulla tavola precedente e ogni particolare costruttivo del sistema; deve essere indicato il sistema di raccolta e allontanamento delle acque meteoriche durante la fase di coltivazione della discarica;

l. sistema di controllo infratelo (se previsto): planimetria (scala 1:1.000 o 1:500) con andamento delle tubazioni di raccolta del liquido infratelo, indicazioni di sezioni e pendenze, particolari costruttivi e caratteristiche del pozzo;

m. sistema di raccolta del percolato: planimetria (scala 1:1.000 o 1:500) con andamento delle tubazioni di raccolta del percolato, indicazione di sezioni e pendenze e particolari costruttivi, con caratteristiche del pozzo di raccolta e dei serbatoi di stoccaggio;

n. piano di posa dei rifiuti (scala 1:1.000 o 1:500) con le quote ubicate in corrispondenza di quelle del rilievo altimetrico;

o. orografia di fine conferimento: planimetria (con isoipse distanziate al massimo di 1 m) e sezioni (scala 1:1.000 o 1:500); le quote assolute qui riportate si intendono riferite al momento del termine del conferimento dei rifiuti, comprensive del solo strato di regolarizzazione, e sono quelle che non devono essere superate in alcun momento della vita della discarica;

p. planimetria generale dell’eventuale copertura provvisoria, con schemi grafici e sezioni quotati, nel numero, nell’articolazione e nelle scale opportune per consentire l’individuazione di massima di tutte le caratteristiche spaziali, tipologiche, funzionali e tecnologiche dell’intervento; ripristino finale (scala 1:1.000 o 1:500): devono essere riportati il profilo e le quote a pacchetto di chiusura completato e quelle previste (assunte come indicative in forza della loro graduale variazione nel tempo) a fine assestamento.

Viene riportato il sistema di raccolta delle acque meteoriche (anche nei particolari costruttivi) e sono indicati il corpo idrico ricettore o le modalità di allontanamento delle stesse ed il tracciato della strada perimetrale interna alla discarica;

q. quadro programmatico (scala 1:1.000) contenente la planimetria generale di approntamento con indicata la sequenza di coltivazione dei vari bacini; è qui da evidenziare l’esistenza di opere transitorie differenti dalla situazione progettuale definitiva prospettata nelle altre tavole previste;

r. carta geolitologica (scala 1:5.000), con sezioni di riferimento esplicative atte ad illustrare le principali caratteristiche geologiche dell’area;

s. carta litologica tecnica di dettaglio (scala 1:1.000 o 1:2.000), che rappresenti la situazione litologica locale del sito di discarica, con ricostruzione, dal punto di vista geotecnico, della successione stratigrafica dei terreni direttamente interessati;

t. carta idrogeologica di dettaglio (scala 1:1.000 o 1:2.000) del sito destinato all’intervento e di un opportuno intorno, indicante l’andamento delle linee isopiezometriche (con intervallo di 0,5 m) riferite alla massima escursione positiva storica e prevedibile della/e falda/e, la direttrice di flusso dell’acquifero, l’ubicazione dei piezometri già in esercizio, di quelli previsti per il monitoraggio (con relativo interasse) e dei pozzi di spurgo; in caso di presenza di due o più falde potenzialmente interessate dalla discarica, queste devono essere rappresentate con graficismi che ne consentano una chiara distinzione, anche all’interno di un unico elaborato cartografico;

u. carta della vulnerabilità idrogeologica (scala 1:1.000 o 1:2.000) della/e falda/e riferita all’area di discarica e un opportuno intorno, realizzata adottando metodologie consolidate (drastic index, Civita, ecc.);

v. planimetrie (scala 1:500) e particolari (in scala idonea) dell’impianto di biogas, dell’impianto di captazione completo di andamento e caratteristiche dei pozzi di captazione, andamento e caratteristiche delle tubazioni, ubicazione e sistemi di controllo delle sottostazioni, dell’ impianto di combustione;

w. servizi (1:200, 1:100) piante e sezioni dei vari servizi interessanti la discarica (uffici, capannoni, servizi igienici, ecc.);

x. planimetria generale del ripristino previsto, con schemi grafici e sezioni quotati, nel numero, nell’articolazione e nelle scale opportune per consentire l’individuazione di massima di tutte le caratteristiche spaziali, tipologiche, funzionali e tecnologiche dell’intervento;

y. planimetrie relative al progetto del verde (sia relativo alla fase di gestione operativa che al ripristino finale) con distribuzione planimetrica della vegetazione ed indicazione delle specie arboree ed arbustive da utilizzare.


4.3.3 Contenuti dello studio di compatibilità ambientale (per progetti di nuovi impianti non soggetti a VIA o a verifica di VIA)

a. indicazione della localizzazione riferita alla potenziale incidenza spaziale e territoriale dell’intervento, all’impatto sulle risorse naturali, alla corrispondenza ai piani urbanistici, paesaggistici, territoriali e di settore nonché agli atti di programmazione negoziata, agli eventuali vincoli paesaggistici, archeologici, demaniali ed idrogeologici, supportata da adeguata cartografia. Lo studio deve prendere in esame un’area compresa nel raggio di almeno 5 km dall’ubicazione dell’impianto;

b. individuazione degli eventuali impianti di recupero e/o smaltimento autorizzati presenti nell’area in esame;

c. descrizione delle principali alternative, per quanto riguarda l’ubicazione e la concezione dell’opera, che sono state prese in esame. Nel caso di localizzazione in contrasto con le previsioni del P.G.T. o di altro strumento urbanistico vigente, vanno indicate le motivazioni che hanno portato a tale scelta;

d. descrizione delle matrici ambientali potenzialmente soggette a subire effetti dall’impianto e dalle connesse attività di trasporto;

e. descrizione dei dispositivi di prevenzione, eliminazione e/o mitigazione, rapportata alle prescrizioni della normativa vigente e agli effetti delle emissioni in atmosfera, degli scarichi idrici e delle emissioni sonore prodotte dall’impianto.


4.3.4 Contenuti della relazione tecnica

a. indicare la localizzazione dell’impianto (ubicazione, mappale, foglio, superficie occupata, accesso);

b. riferire sull’idoneità delle reti esterne dei servizi atti a soddisfare le esigenze connesse all’esercizio dell’impianto (viabilità, acquedotto, fognatura, ecc.);

c. descrivere puntualmente eventuali ulteriori operazioni di recupero e/o smaltimento effettuate;

i. descrivere e dimensionare dettagliatamente tutti i trattamenti previsti per i rifiuti, prima, durante o dopo la fase di deposito;

ii. descrivere, sulla base di referenziate esperienze, i risultati attesi dei trattamenti proposti;

d. definire e stimare gli andamenti attesi nel tempo per la qualità delle emissioni, avuto riguardo agli obiettivi di sostenibilità;

e. descrivere le caratteristiche tecniche del sistema di raccolta e di smaltimento delle acque reflue e meteoriche e relativo al punto di scarico (fognatura, c.i.s., ecc.);

f. valutare puntualmente i criteri localizzativi individuati al punto 1.1 dell’allegato 1 al d. lgs. 36/03, dal Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti e dal Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti;

g. nel caso in cui la discarica ricada in un Ambito Territoriale Estrattivo (ATE), lo stato di fatto ed amministrativo dell’ATE stesso e della cava; il rapporto tra le prescrizioni del piano cave, del piano di gestione produttiva e delle autorizzazioni all’escavazione, rispetto a quanto previsto per la discarica;

h. documentazione fotografica esauriente dell’area interessata e dei capisaldi di riferimento per rilievi altimetrici;

i. esiti delle indagini dirette (scavi trincee, sondaggi) e/o indirette (elettromagnetiche, geoelettriche, sismiche, aerofotogrammetriche, ecc.) atte ad evidenziare l’eventuale presenza di preesistenti discariche ed a indicarne le caratteristiche (merceologiche, di ampiezza e di profondità, ecc.) nell’area della discarica;

j. calcolo del bilancio di eventuali sterri e riporti previsti nell’approntamento della discarica, con l’indicazione delle origini, destini e natura del materiale e modalità di gestione, in conformità alla normativa di riferimento;

k. verifica della stabilità degli argini dei gradoni, del fronte rifiuti, della copertura e degli argini interni, effettuata anche in prospettiva sismica;

l. verifica della portanza del fondo della discarica (indicare i metodi di calcolo) e calcolo dei cedimenti attesi, anche in relazione alla funzionalità del sistema di raccolta e drenaggio del percolato ed al mantenimento delle pendenze del fondo;

m. calcolo della capacità complessiva della discarica con riferimento al grado (%) stimato di compattazione dei rifiuti e programmazione della coltivazione delle

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Allegato A - Criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica

Parte di provvedimento in formato grafico

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Allegato B - Valori obiettivo di QFD

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Allegato C - Dichiarazione sostitutiva di certificazioni

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Allegato D - Utilizzo di rifiuti per la costruzione delle discariche N4

Parte di provvedimento in formato grafico

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Allegato E - Procedure amministrative

Parte di provvedimento in formato grafico

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Allegato F - Procedure di collaudo e chiusura discariche di inerti

Parte di provvedimento in formato grafico

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