Risoluz. Ag. Entrate 12/11/2008, n. 432/E

L'Agenzia delle Entrate ha chiarito che il meccanismo dell'inversione contabile è applicabile anche nei contratti di servizi integrati, comunemente denominati global service, qualora prevalgano i lavori edili, in quanto in tale circostanza detta tipologia contrattuale è assimilabile all'appalto.

Nel provvedimento in oggetto l'Agenzia in primo luogo ribadisce i requisiti per l'applicazione dell'inversione contabile, di cui all'art. 17 del D.P.R. 633/1972, ai subappalti nel settore edile, come disposto all'art. 1, comma 44, della L. 296/2006 (Finanziaria 2007). A tal riguardo, i requisiti richiesti sono:

• esistenza di un rapporto di subappalto. Il regime si applica alle prestazioni rese da un soggetto subappaltatore nei confronti di un altro soggetto che a sua volta si pone quale appaltatore principale o subappaltatore;
• appartenenza di entrambi i soggetti al comparto dell'edilizia. Tale requisito sussiste qualora entrambi i soggetti svolgano attività riconducibili alle categorie di attività elencate nella sezione F (“Costruzioni”) della tabella ATECOFIN 2004, sostituita dalla Tabella ATECO 2007.

Nella fattispecie in esame l'Agenzia ha dovuto chiarire la posizione di una società, affidataria della realizzazione di opere di riparazione, manutenzione ed adeguamento di impianti da parte di altra società, a sua volta affidataria con contratto di global service per conto di un ente locale proprietario degli immobili relativi ai suddetti impianti. Per far ciò è comunque necessario chiarire la natura di detto contratto e la sua eventuale assimilabilità all'appalto.

In particolare il “global service” è uno schema negoziale al quale si ricorre maggiormente nel campo delle manutenzioni immobiliari, ed ha lo scopo di affidare unitariamente a soggetti terzi in possesso di specifica qualificazione professionale la realizzazione di una pluralità di prestazioni miranti, nel loro insieme, alla gestione e manutenzione di un bene. Detta tipologia contrattuale, proprio per le prestazioni di risultato che la contraddistinguono, è stata assimilata dalla giurisprudenza del Consiglio di Stato ad un contratto di appalto che potrà essere di lavori o di servizi a seconda della prevalenza economica delle prestazioni dell'una o dell'altra categoria o dell'oggetto principale del contratto stesso (cfr. Consiglio di Stato, Sez. IV, 21.2.2005, n. 537).
Il Consiglio di Stato ha inoltre precisato che la natura del contratto non può mutare per la presenza, all'interno dell'appalto, di prestazioni aventi rilievo quantitativo o funzionale minoritario rispetto alle prestazioni qualificabili come lavori edili.

In virtù delle considerazioni sopra esposte, si deve ritenere che il contratto di global service in oggetto integri gli estremi di un appalto di lavori qualora emerga la prevalenza delle prestazioni di lavori o, comunque, la funzione accessoria degli altri servizi rispetto ai lavori di manutenzione. Solo in tale circostanza, quindi, il rapporto a questo subordinato si configura come subappalto.
Per quanto concerne il requisito di appartenenza al comparto edilizia, l'Agenzia ha ribadito che per l'applicazione del reverse charge è necessario fare riferimento all'attività effettivamente svolta dalla società, e che quest'ultima è tenuta ad assumerne coerentemente il codice corrispondente.