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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
Delib. CIPE 06/08/2015, n. 65
Delib. CIPE 06/08/2015, n. 65
Delib. CIPE 06/08/2015, n. 65
Testo coordinato con le modifiche introdotte da:
- Delib. CIPE 01/05/2016, n. 6
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[Premessa]IL COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA Visto l'art. 7, commi 26 e 27, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78R, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, che, tra l'altro, attribuisce al Presidente del Consiglio dei ministri la gestione del Fondo aree sottoutilizzate (FAS) istituito con gli articoli 60 e 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (finanziaria 2003); Visto il decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 88R recante disposizioni in materia di risorse aggiuntive ed interventi speciali per la rimozione di squilibri economici e sociali in attuazione dell'art. 16 della legge 5 maggio 2009 n. 42, che all'art. 4 dispone, tra l'altro, che il FAS assuma la denominazione di Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) e sia finalizzato a dare unità programmatica e finanziaria all'insieme degli interventi aggiuntivi a finanziamento nazionale che sono rivolti al riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree del Paese; Visto il decreto legislativo 29 dicembre 2011, n. 229R, recante l'attuazione dell'art. 30, comma 9, lettere e), f) e g) della legge 31 dicembre 2009, n. 196, in materia di procedure di monitoraggio sullo stato di attuazione delle opere pubbliche, di verifica dell'utilizzo dei finanziamenti nei tempi previsti e costituzione del «Fondo opere» e del «Fondo progetti»; Visto l'art. 10 del decreto legge 31 agosto 2013, n. 101R, convertito con modificazioni dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, che ha ripartito le funzioni relative alla politica di coesione attribuite precedentemente al Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica del Ministero dello sviluppo economico tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e l'Agenzia per la coesione territoriale, sottoposta alla vigilanza del Presidente del Consiglio dei ministri o del ministro delegato; |
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1. Strumenti1.1. Per raggiungere gli obiettivi della Strategia, come indicati nelle premesse, sono previsti i seguenti strumenti: a) contributi in conto capitale agli investimenti privati; b) contributi in forma di voucher agli utenti finali; c) credito di imposta per gli interventi infrastrutturali; d) garanzia dello Stato sui mutui stipulati o sulle obbligazioni di progetto emesse per il finanziamento degli investimenti finalizzati all'attuazione del piano; e) intervento pubblico diretto, per realizzare con finanziamenti pubblici collegamenti NGA in aree nelle quali gli operatori privati non sono interessati a investire neanche a fronte di contributi pubblici; f) forme di Partnership pubblico-privato (PPP) che prevedano un rapporto di collaborazione tra il soggetto pubblico e uno o più soggetti privati, individuati tramite procedura di evidenza pubblica, che co-investano per la realizzazione delle infrastrutture di accesso. 1.2. Fermo restando che gli strumenti di aiuto potranno essere utilizzati solo se giudicati compatibili con la normativa in tema di aiuti di Stato da parte della Commissione europea, e che le due fo |
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2. Utilizzo degli strumenti nei diversi cluster2.1. Nel cluster A gli operatori privati sono in grado di fornire la connessione con reti ultraveloci nell'arco di un triennio, senza alcun contributo pubblico. L'intervento previsto in queste aree territoriali è pertanto sul lato della domanda tramite l'emissione di voucher agli utenti finali. 2.2. Il cluster B è fornito di una infrastruttura per la banda ultralarga a 30 Mbps, mentre il raggiungimento di reti ultraveloci |
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3. Modalità di attuazione della Strategia3.1. In conformità alla struttura di governance descritta nella Strategia, è prevista l'istituzione del Comitato per la Banda Ultra Larga (CoBUL) che ne coordinerà l'attuazione e monitorerà la combinazione degli strumenti in ognuno dei cluster, così come l'intensità d'uso delle diverse misure in funzione dello scostamento rispetto agli obiettivi sopra definiti, determinato dal fallimento di mercato esistente e sulla base di revisioni periodiche effettuate tenendo conto dell'aggiornamento annuale del fabbisogno in base ai piani d'investimento degli operatori privati e all'evoluzione tecnologica e favorendo soluzioni che garantiscano un utilizzo efficace delle risorse pubbliche, in base a valutazioni di costi benefici, dando priorità a soluzioni che evitino duplicazioni di costi infrastrutturali, anche mediante l'utilizzo di infrastrutture già esistenti. Eventuali combinazioni tra gli strumenti di aiuto dovranno essere modulate in modo da mantenere il rapporto complessivo tra contributi pubblici (non superiori al 70% dell'investimento complessivo) e capitale privato (non inferiore al 30% dell'investimento complessivo). 3.2. Il modello di attuazione della Strategia si articola in 4 macro fasi sulla base del percorso tracciato dagli Orientamenti dal punto 61) al punto 65). 3.3. Fase 0: Aggiornamento dei cluster A, B, C e D. Sulla base della consultazione condotta da Infratel per |
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4. Assegnazione di risorse4.1. Per la realizzazione del piano di investimenti per la diffusione della Banda ultra larga, a valere sulle risorse del FSC per il ciclo di programmazione 2014-2020, sono destinati fino a 3,5 miliardi di euro, di cui 2,2 miliardi di euro sono assegnati, nell'ambito del piano stralcio di cui all'art. 1, comma 703, lettera d) della legge n. 190/2014, a interventi di immediata attivazione per il finanziamento dello strumento di cui al punto 1.1, lettera e), come sopra definito, da utilizzare nelle aree bianche (cluster C e D).N1 4.1. bis Una quota fino allo 0,5 per cento dei 2,2 miliardi di euro assegnati con il punto 4.1 verrà destinata per attività di comunicazione istituzionale e connesse, ritenute essenziali per garantire l'efficacia dell'azione amministrativa e la celerità nella realizzazione delle opere, ai fini del perseguimento degli obiettivi indicati nella Strategia nazionale, sia dal lato dell'offerta che da quello della domanda di servizi di connettività ultraveloce per attività di: 1. azioni di informazione e comunicazione del Piano; |
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5. Monitoraggio5.1. Per quanto riguarda il monitoraggio del Piano restano ferme le disposizioni normative e le procedure vigenti nell'ambito del Fondo utilizzando allo scopo le infrastrut |
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