Par. Aut. Vigilanza Contratti Pubbl. 12/01/2011, n. 3

In data 27 maggio 2010 è pervenuta l’istanza di parere indicata in epigrafe, con la quale l’impresa DGE SYSTEM s.r.l. ha lamentato l’incongruità, l’irragionevolezza e la sproporzione dei requisiti di capacità economico-finanziaria richiesti dal bando per la partecipazione alla procedura di gara in oggetto, ritenuti discriminatori e restrittivi della concorrenza in quanto la lex specialis richiederebbe - a suo dire - un importo per servizi analoghi, nonché un fatturato globale nel triennio precedente, rispettivamente doppio e quadruplo rispetto al servizio posto a base di gara.

Ai fini della definizione della questione controversa sottoposta a questa Autorità con l’istanza di parere in esame si deve, preliminarmente, evidenziare che costituisce ius receptum (cfr. ex plurimis Cons. Stato, Sez. V, 19 novembre 2009, n. 7247; 6 aprile 2009, n. 2138; Sez. IV, 12 giugno 2007, n. 3103; Sez. VI, 10 gennaio 2007, n. 37), l'affermazione secondo cui i bandi di gare d’appalto possono prevedere requisiti di partecipazione perfino più rigorosi di quelli indicati dalla legge, purché non discriminanti ed abnormi rispetto alle regole proprie del settore.

L’esercizio di detto potere discrezionale costituisce, in realtà, precipua attuazione dei principi costituzionali di imparzialità e buon andamento dell'azione amministrativa, predicati dall’art. 97 della Costituzione, e si sostanzia, quindi, nel potere-dovere assegnato all'amministrazione di apprestare (proprio attraverso l’individuazione degli specifici requisiti di ammissione

ritiene, nei limiti di cui in motivazione, che la richiesta dei requisiti di capacit&