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Delib. G.R. Lombardia 30/12/2008, n. 8/8831

Determinazioni in merito all'esercizio uniforme e coordinato delle funzioni trasferite alle Province in materia di Autorizzazione Integrata Ambientale (art. 8, c. 2, l.r. n. 24/2006).
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[Premessa]

LA GIUNTA REGIONALE

Richiamati:

- la Direttiva 2008/1/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 gennaio 2008 che abroga e sostituisce la Direttiva 96/61/CE sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento;

- il d.lgs. 18 febbraio 2005, n. 59 Attuazione integrale della Direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento e successive modifiche ed integrazioni;

Richiamata altresì la legge regionale 5 gennaio 2000, n. 1, come successivamente integrata e modificata, concernente il riordino del sistema delle autonomie in Lombardia, in attuazione del d.lgs. 31 marzo 1988, n. 112;

Considerato che le Province lombarde, secondo quanto stabilito dall’art. 8, comma 2 della l.r. 24/2006, dall’1 gennaio 2008 sono l’Autorità competente al rilascio, al rinnovo e al riesame dell’autorizzazione integrata ambientale, ad esclusione delle autorizzazioni relative ad alcune attività di gestione rifiuti;

Rammentato che la Regione Lombardia ha rilasciato tutte le autorizzazioni integrate ambientali per gli impianti esistenti entro il termine previsto dalle menzionate normative;

Rilevato conseguentemente che l’attività delle Province in questa prima fase è dedicata soprattutto alla gestione delle istanze di modifica, sostanziale e non e l’autorizzazione di nuovi impianti produttivi in quanto i rinnovi delle autorizzazioni già rilasciate e con validi

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ALLEGATO A - INDICAZIONI PER L’ISTRUTTORIA A.I.A. DELL’INDUSTRIA CHIMICA E CHIMICO-FARMACEUTICA

Il presente documento ha lo scopo di coordinare le istruttorie tecniche del comparto relative all’autorizzazione integrata ambientale dell’industria chimica (punto 4 dell’All. 1 al d.lgs. 59/05) e chimico farmaceutica in particolare (4.5), al fine di:

- individu

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Definizioni:

Nell’ambito del presente documento si intende per:

a) impianto: l’unità tecnica permanente in cui sono svolte una o

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Campo di applicazione

Le indicazioni riportate nel presente allegato sono da utilizzarsi nell’ambito delle istruttorie per il rilas

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1. INQUINAMENTO ATMOSFERICO

Vengono definiti, sulla base delle indicazioni della normativa nazionale e regionale

- valori limite per gli inquinanti caratteristici del settore e prescr

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1.1. Industria chimica


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1.1.1. Valori limite

Valori limite per impianti nuovi dai quali si originano emissioni convogliate o di cui è prescritto il convo

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Tab. A1 - Valori limite emissioni

Inquinante

Sistema di abbattimento (vedi NOTA 4)

Requisiti minimi

Valori limite (mg/Nm³)

Note









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Tab. A2 - Valori limite CIV


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Tab. A3 - Valori limite polveri


CLASSE

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NOTE

1

Post combustori

a. In caso di presenza di sostanze clorurate, inserire limite per HCl: 10 mg/Nm³.

b. Al fine di valutare la necessità di inserire limiti per SO2-SO3, considerare la specifica situazione (presenza nelle materie prime di composti

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1.1.2. Sostanze pericolose

Se sono presenti sostanze che, a causa del loro contenuto di COV, sono classificate con le frasi di rischio:

- R45, R46, R49, R60, R61

- R40, R68

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1.1.3. Prescrizioni impiantistiche

Per i post-combustori termici e rigenerativi:

- devono essere rispettati i seguenti parametri operativi e di impianto: temperatura ≥ 750 °C in assenza di COV clorurati e tempo di permanenza ≥ 0,6 s.

- qualora si fosse in presenza di sostanze organiche clorurate si applicano i seguenti criteri.

Considerando la % riferita alle sostanze organiche espresse in cloro:

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1.1.4. Ulteriori prescrizioni

Di seguito vengono fornite ulteriori indicazioni relative a limiti e prescrizioni sui Composti Organici Volatili per attività dell’industria chimica che possono ricadere anche nell’ambito di applicazione dell’articolo 275 del

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Tab. B1 - Limiti COV

Sistema di abbattimento

Inquinanti (COV)

Valori limite (mgC/Nm³) impianti esistenti

Valori limite (mgC/Nm³) impianti nuovi e impianti esistenti dopo il 2013

Emissione diffusa

(% di input di solvente)

Emissione totale

(% di input di consumo massimo teorico di solvente)

FABBRICAZIONE DI PRODOTTI FARMACEUTICI CON CONSUMO DI SOLVENTE > 50 t/anno

Post combustore (termico, rigenerativo, catalitico)

COV

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NOTE:

Riuso solvente

Per Tecniche che c

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PRESCRIZIONI IMPIANTISTICHE

Tenere presente, nella redazione del documento, le seguenti prescrizioni:

- Le sostanze o i preparati, classificati ai sensi del d.lgs. 3 febbraio 1997, n. 52, e successive modifiche, come cancerogeni, mutageni o tossici per la riproduzione, a causa del loro tenore di COV, e ai quali sono state assegnate etichette con le frasi di r

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1.1.5. Gestione delle emergenze: blow down

Nell’ambito della istruttoria tecnica degli impianti chimici e chimico-farmaceutici un aspetto rilevante da considerare sono le anomalie che possano comporta

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2. SUOLO

Al fine di minimizzare i rischi di contaminazione del suolo e della falda vengono di seguito individuate, in relazi

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2.1 Serbatoi di stoccaggio COV e CIV

I serbatoi di stoccaggio di composti organici volatili (COV), definiti tali dalla direttiva 99/13/CE, ed i serbatoi di stoccaggio di composti inorganici volatili (CIV) devono prevedere modalità costruttive, caratteristiche tecnologiche e siste

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2.1.1 Interventi da realizzare sui serbatoi fuori terra di stoccaggio di SOV o COV


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Tab. A - Caratteristiche serbatoi



CATEGORIA A

CATEGORIA B

CATEGORIA C COV appartenenti alla tabella A1 della parte II dell’allegato I alla Parte Quinta del d.lgs. 152/2006

a

Tipo di serbatoio

Fino a 20 mc Fuori terra

> 20 mc fuori Terra

Fuori terra

b

Tipo di carico

Circuito chiuso

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2.1.2 Interventi da realizzare sui serbatoi di stoccaggio di CIV

SOSTANZA

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2.1.3 Prescrizioni impiantistiche


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Abbattimento emissioni

I requisiti minimi da adottare per il contenimento degli inquinanti rilasciati in atmosfera dalle operazioni di sto

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Serbatoi a tetto galleggiante

I tetti galleggianti dei serbatoi devono essere dotati di due tenute.

La tenuta primaria deve essere immersa nel liquido stoccat

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Sistemi di contenimento

I serbatoi a singola parete devono essere sempre dotati di bacino di contenimento; il bacino deve essere dimensionato secondo le seguenti indicazioni minime:

- se il bacino è a servizio di un solo serbatoio, la sua capacità deve essere pari all’intero volume del serbatoio;

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2.2 Tubazioni

Per gli impianti nuovi le tubazioni devono essere progettate e realizzate in maniera che:

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2.3 Protezione del suolo e della falda

Al fine di garantire un adeguato livello di protezione del suolo e della falda si ritiene opportuno, per le istanze di complessi IPPC nuovi, qualora non previsto dal Decreto di VIA/Verifica di VIA, che:

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3. SCARICHI

Al fine di garantire un adeguato livello di protezione dei corpi idrici superficiali (CIS), nonché , il corretto dimensionamento e la gestione ottimale degli impianti di trattamento dei reflui, si ritiene opportuno che:

Per impianti nuovi o modifiche che implicano una variazione sostanziale del carico inquinante (concentrazione degli inquinanti e portata del refluo) dei reflui scaricati, l’autorità competente potrà richiedere:

- relazione riportante caratterizzazione del carico degli inquinanti in relazione ai vari cicli produttivi e metodologia di calcolo adottata per il dimensionamento dell’impianto di depurazione;

- che l’azienda effettui, nel periodo di messa a regime, una campagna specifica

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ALLEGATO B - INDICAZIONI SU FASI DI AVVIO, ARRESTO E MALFUNZIONAMENTO PER ATTIVITÀ INDUSTRIALI E DI GESTIONE RIFIUTI

L’autorizzazione integrata ambientale deve contenere le misure relative alle condizioni diverse da quelle di normale esercizio, in particolare le fasi di avvio e arresto degli impianti, p

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DEFINIZIONI

- fase di avvio degli impianti è il periodo di attività controllata fino al raggiungimento delle condiz

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INDICAZIONI GENERALI

L’Azienda deve fornire nell’ambito dell’istruttoria procedure, indicazioni e tempistiche adottate

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Fase di avvio

- durata della fase di avvio in caso di guasto e fermo impianti;

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Fermo impianto

- tempo necessario per fermare l’impianto e relativo parametro di controllo;

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Malfunzionamento

Ipotizzare:

- tipologia di guasto o malfunzionamento prevedibile;

- tempi di ripristino e garanzia del rispetto dei limiti o previsione di superamento degli stessi nei seguenti casi:

a) rottura impianto produttivo;

b) rottura sistema di abbattimento;

- tempo presumibilmente necessario

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1. Gestione Fasi Avvio - Arresto e Malfunzionamento

Per tutti gli impianti soggetti ad AIA:

Il Gestore del complesso IPPC deve comunicare tempestivamente all’Autorità Competente eventuali inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull’ambiente, secondo quanto previsto dall’art. 11 comma 3c) del d.lgs. 59/2005.

In tali casi la comunicazione, da trasmettere anche all’Autorità di Controllo e al Comune, dovrà riportare:

- la causa del malfunzionamento;

- le azioni intraprese per la mitigazione degli impatti e per il ripristino del nor

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D.1 Fase di avvio dei forni fusori

Considerato che per fase di avvio dei forni fusori si intende il periodo di riscaldo dei forni in assenza di carica

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D.2 Fase di arresto

Considerato che per fase di arresto dei forni fusori si intende il periodo di raffreddamento controllato del forno

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D.3 Guasto dei forni fusori


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Impianti i cui forni operano con cicli di fusione

In caso di guasto del sistema di abbattimento collegato al forno fusorio, quest’ultimo dovrà essere ar

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Impianti (quali vetrerie) i cui forni vengono fermati solo in casi estremi

In caso di guasto del sistema di abbattimento collegato al forno fusorio, l’Azienda dovrà entro 48 ore stimare la tipologia e l’entità del danno, le misur

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D.4 Fase transitoria dei forni fusori

Considerato che per fase transitoria si intende il periodo temporale che intercorre tra la fermata e il riavvio del forno, essa può protrarsi per una d

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E. Per tutti gli impianti, in presenza di emissioni dotate di by-pass occorre aggiungere la seguente prescrizione:

Entro n. ......... mesi dall’emanazione del presente atto, la ditta dovrà provvedere all’istallazione di un dispositivo, (contatore di funzioname

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2. Interventi sull’area alla cessazione dell’attività

Secondo quanto disposto all’art. 3 punto f) del d.lgs. n. 59 del 18 febbraio 2005, deve essere evitato qualsiasi rischio di inquinamento al momento della cessazione definitiva delle attività e il sito stesso deve essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale.

In tal senso si propon

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ALLEGATO C - STRUTTURA E CONTENUTI DELL’ALLEGATO TECNICO DELL’AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE PER ATTIVITÀ INDUSTRIALI E DI GESTIONE RIFIUTI

Data l’eterogeneità delle attività IPPC, risulta impraticabile definire nel dettaglio i contenu

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CONTENUTI DELL’ALLEGATO TECNICO

L’Allegato tecnico all’AIA, sia per gli impianti esistenti che quelli nuovi o modificati, è stru

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1) Paragrafo A “Quadro Amministrativo - Territoriale”

Il Quadro A deve contenere:

- una descrizione del sito di ubicazione del complesso IPPC che tenga conto delle peculiarità o criticità ambientali del territorio circostante l’insediamento industriale e degli event

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2) Paragrafo B “Quadro Produttivo-impiantistico”

Il Quadro B è una sezione puramente descrittiva del complesso IPPC; in particolare, deve contenere:

- la descrizione della capacità produttiva intesa co

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3) Paragrafo C “Quadro Ambientale”

Il Quadro C deve contenere la descrizione degli impatti ambientali riconducibili ad ogni singola attività IPPC e NON; in particolare, devono essere descritti i seguenti aspetti:

- le emissioni in atmosfera convogliate, diffuse, fuggitive ed odorigene, specificandone le fonti e le caratteristiche - portata, temperatura, altezza e sezione dei camini, tipi di inquinanti e loro concentrazione, nonché il metodo utilizzato per la loro valutazione (misurato (M), stimato (S), calcolato (C)); in particolare, per gli impianti nuovi ubicati in situazioni ambientali particolarmente critiche si possono riportare sinteticamente i risultati della modellazione degli inquinanti emessi in atmosfera presentata dal richiedente in fase di istanza ovvero nell’ambito della procedura di VIA;

- le caratteristiche dei sistemi di abbattimento delle emissioni in atmosfera eventualmente presenti; in particolare l’allegato deve ri

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4) Paragrafo D “Quadro Integrato”

Il Quadro D è deputato all’analisi integrata dell’impatto ambientale del complesso IPPC, tale quadro deve riportare:

- l’indicazione delle linee guida utilizzate per valutare l’applicazione delle Migliori Tecniche Disponibili ovvero l&rsqu

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5) Paragrafo E “Quadro prescrittivo”

Il Quadro E contiene le prescrizioni relativamente all’esercizio del complesso IPPC. L’assetto prescrittivo deve essere modellato utilizzando le prescrizioni e i valori limite più restrittivi individuati dalle norme di settore (nazionali, regionali e provinciali) ovvero applicando le indicazioni previste dalle Linee Guida MTD di settore.

In particolare le prescrizioni dovranno affrontare i seguenti aspetti, suddivisi per tematica:

- emissioni in atmosfera; devono essere specificati i

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6) Paragrafo F “Piano di monitoraggio”

Il quadro F contiene il piano di monitoraggio predisposto dall’Autorità Competente, sentito il parere

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ALLEGATO D - MODALITÀ PRESENTAZIONE DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE AIA DI COMPETENZA PROVINCIALE PER IMPIANTI NUOVI, ESISTENTI O PER RICHIESTA DI MODIFICA SOSTANZIALE


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Presentazione della domanda alla Provincia

La domanda diretta ad ottenere l’Autorizzazione Integrata Ambientale/IPPC deve essere indirizzata all’ufficio competente individuato dall’Amministrazione provinciale.

I documenti da presentare sono i s

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Indicazioni sulla documentazione:

Il doc. 1 (DOMANDA) deve essere redatto sulla base del modello predisposto dalle singole Amministrazioni Provinciali o, qualora non ancora predisposto, sulla base del fac-simile allegato al presente decreto (Allegato G).

Il doc. 2 (ALLEGATI TECNICI) è costituito da:

a) Una copia dei seguenti elaborati grafici (che possono essere presentati singolarmente, secondo l’elenco sotto riportato, o accorpando più informazioni omogenee, purché risultino comprensibili; essi devono rappresentare le principali caratteristiche del complesso IPPC ed essere redatti nelle opportune scale in relazione all’estensione del complesso stesso e comunque tale da consentire l’individuazione delle planimetrie nel formato A0):

Stralcio (in formato almeno A3) della Carta Tecnica Regionale alla scala 1:10.000 in cui è evidenziato il perimetro del complesso, centrato rispetto al foglio, ed il limite del territorio di riferimento, con le indicazioni delle aree soggette a vincoli ambientali

Stralcio del PRG vigente e di quello eventualmente adottato dai Comuni ricompresi nel raggio di riferimento dell’inquadramento territoriale, in cui è evidenziato il perimetro del complesso (in copia conforme)

Planimetria a scala di dettaglio (orientativamente 1:200) con la destinazione d’uso delle aree interne del complesso e l’indicazione delle linee produttive e delle apparecchiature, suddivise per attività IPPC e non IPPC, evidenziate con un numero d’ordine di riferimento

Emissioni idr

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Presentazione della domanda a Comune/i, ARPA Lombardia e altri Enti

Al Protocollo del/dei Comune/i di ubicazione dell’impianto e di ARPA Competente per Territorio occorre presentare i seguenti documenti:

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ALLEGATO E - PROCEDURA PER IL RILASCIO DELL’AIA - IMPIANTI NUOVI, E MODIFICHE SOSTANZIALI PER ATTIVITÀ DI COMPETENZA DELLA PROVINCIA


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Fase d’iniziativa

1. L’Amministrazione Provinciale individua gli uffici presso i quali deve essere presentata la domanda e dove sono depositati i documenti e gli atti inerenti il procedimento.

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Fase istruttoria


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Qualora sia in atto una convenzione tra Autorità competente e ARPA che individua quest’ultima quale soggetto incaricato per l’istruttoria tecnica

6. ARPA comunica alla Provincia, agli Enti e al Gestore il nome del referente dell’istruttoria successivamente alla data di avvio del procedimento;

7. ARPA effettua l’istruttoria

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Qualora NON vi sia in atto nessuna convenzione tra Autorità competente e ARPA per la gestione dell’istruttoria tecnica

6bis. La Provincia nell’ambito della comunicazione dell’Avvio del Procedimento di cui al punto 4 individua il referente dell’istruttoria tecnica.

7bis. La Provincia ef

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Fase decisoria

12. Qualora la Provincia ritenga di convocare la conferenza dei servizi decisoria, invia l’allegato tecnico predisposto da ARPA, ovvero dal competente ufficio della Provincia

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ALLEGATO F - PROCEDURA PER LA GESTIONE DELLE MODIFICHE NON SOSTANZIALI (D.G.R. 20 GIUGNO 2008 N. 8/7492)

Ai sensi della d.g.r. della Regione Lombardia n. 7492 del 20 giugno 2008 le modifiche impiantistiche non sostanzial

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1. Modifiche che richiedono l’aggiornamento dell’AT

In caso di aggiornamento dell’autorizzazione prima del paragrafo A1 Inquadramento del complesso e del sito dell’allegato tecnico si introdurrà un paragrafo A0 Inquadramento Modifica dove viene descritta sinteticamente la modifica comunicata.

Per la gestione delle modifiche non sostanziali, l’Autorità competente, in considerazione della rilevanza delle variazioni da apportare all’allegato tecnico, pu&o

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2. Modifiche che non richiedono l’aggiornamento dell’AT

Nel caso in cui non vi è la necessità di aggiornare l’atto autorizzativo l’Autorità

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ALLEGATO G - FAC-SIMILE DOMANDA PER IMPIANTI NUOVI E MODIFICHE SOSTANZIALI

M1

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ALLEGATO H - FAC-SIMILE DI COMUNICAZIONE DI MODIFICA NON SOSTANZIALE

M2

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