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05/02/2019

Ordine di demolizione e data di realizzazione dell’opera abusiva

Il Consiglio di Stato ha affermato che spetta al comune che ha pronunciato l'ordine di demolizione provare che il manufatto sia stato realizzato in epoca nella quale sarebbe servito un apposito titolo abilitativo.

Nel caso di specie, il comune aveva emesso un ordine di demolizione e irrogato una sanzione pecuniaria con riferimento alla realizzazione - in parte su suolo pubblico e in parte su area cortilizia privata - di una piazzola d'ingresso e di una scala in muratura, idonee a colmare lo spazio verticale di oltre cm 130 esistente tra il piano stradale e la soglia d'ingresso ad un immobile, adibito a civile abitazione.

Il Consiglio di Stato ha ritenuto che il comune non avesse fornito una prova inconfutabile del fatto che i manufatti contestati fossero stati realizzati in un'epoca nella quale si pretendevano, per essi, titoli abilitativi previi e, di conseguenza, ha ritenuto illegittime e da annullare sia l’ordinanza comunale recante l'ordine di demolizione sia, derivatamente, l'ordinanza di irrogazione della sanzione pecuniaria.

Secondo la C. Stato 10/12/2018, n. 6970, infatti, nei casi in cui sia l'ente locale a promuovere un provvedimento ad effetti negativi per il privato, compete innanzi tutto allo stesso l'onere di una precisa, circostanziata e non confutabile dimostrazione delle circostanze che condurrebbero a ritenere che uno o più manufatti siano stati edificati in epoca nella quale, per la loro realizzazione, sarebbe servito un apposito titolo abilitativo.
 

Dalla redazione