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Circ.Min. LL.PP. 27/09/1963, n. 4555

Istruzioni per l'applicazione della L.167/62 recante disposizioni per favorire l'acquisizione di aree fabbricabili per l'edilizia economica e popolare.
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[Premessa]

Con circolare n. 2611 del 15 luglio 1962R vennero impartite istruzioni per l' applicazione della legge n. 167,

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I

- L' art. 3 della legge n. 167R stabilisce che, ove si manifesti l' esigenza di reperire aree per la formazione dei piani di zona non destinate ad edilizia residenziale nei piani regolatori vigenti o si renda comunque necessario apportare modifiche a questi ultimi si può procedere con varianti agli stessi.


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A) Inesistenza di piano regolatore.

Qualora non esista alcun piano regolatore é necessario che il piano di zona venga inquadrato i

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B) Inesistenza di piano regolatore nei Comuni obbligati a formare il piano regolatore generale ai sensi dell' art. 8 della legge urbanistica.

Per i Comuni inclusi negli elenchi di cui all' art. 8 della legge urbanistica possono presentarsi due diverse situazioni a seconda che i Comuni:

1) non abbiano ancora ottemperato all' obbligo di redigere il piano regolatore generale;

2) lo abbiano soltanto deliberato.


Nella prima ipotesi non vi é dubbio che il Comune debba provvedere mediante l' adozione di un programma di fabbrica

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C) Esistenza di un piano regolatore generale approvato ai sensi della legge urbanistica 17 agosto 1942, n. 1150.

Qualora non sia possibile inquadrare il piano delle zone nel vigente piano regolatore generale senza

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D) Esistenza di un piano di ricostruzione approvato ai sensi del decreto legislativo 1° marzo 1945, n. 154 e successive modificazioni.

Un Comune provvisto di un piano di ricostruzione approvato a norma delle citate disposizioni deve considerarsi dotato di piano regolatore ai sensi e per gIi effetti dell' art. 3 della legge 167.

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E) Esistenza di un piano regolatore approvato prima della entrata in vigore della legge urbanistica.

I piani approvati con provvedimenti speciali prima della legge urbanistica prevedono, com' é noto,

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F) Esistenza contemporanea di un piano di ricostruzione e di un piano regolatore approvato prima della legge urbanistica.

Se i piani di ricostruzione e regolatore sono stati a suo tempo coordinati tra loro, l' approvazione

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II.

- La determinazione del fabbisogno delle aree deve essere condotta con criteri che, sulla base di dati analitici e di accurate indagini, giustifichino l' attendibilità delle previsioni.


Tali criteri sono rimessi al giudizio dell' autorità comunale, in rapporto alle singole e varie situazioni. Tuttavia allo scopo di fornire una direttiva di carattere generale, alla quale normalmente i Comuni dovranno riferirsi, viene qui appresso illustrato un metodo generale per la predetta determinazione del fabbisogno


Anzitutto, si dovrà partire dallo studio del prevedibile incremento della popolazione nel periodo decennale stabilito dalla legge.


A tal fine occorrerà rilevare la media degli incrementi annui dell' ultimo decennio e metterla a raffronto con la media degli incrementi annui più recenti (es. quelli verificatisi nell' ultimo triennio), così da riscontrare se gli incrementi siano in progresso -e cioé superiori alla media del decennio decorso- ovvero in regresso.


Sulla base di questa prima osservazione sarà possibile formulare una prima previsione in aumento medio per il prossimo decennio: questo incremento potrà tuttavia essere corretto, avuto riguardo ad alcuni fattori, in relazione ai quali saranno da applicare aumenti o diminuzioni percentuali, in ordine alle incidenze positive o negative che ciascuno di essi potrà presumibilmente portare sul primo dato ricavato (incremento medio annuo futuro)


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III

- Per quanto riguarda le aree da destinare alle strade ed agli altri spazi aperti al pubblico, agli edifici pubblici, ai giardini, ai mercati, agli impianti sportivi e ad altre attrezzature di interesse comune, esse dovranno essere giustificate dettagliatamente zona per zona e definite, in percentuali, in rapporto alla dimensione ed alle esigenze del quartiere.

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IV.

- É stato chiesto se tutta l' edilizia economica e popolare debba svolgersi -nei prossimi dieci anni- entro il perimetro del piano di zona e se, in attesa dell' approvazione di tali piani, i progetti per la costruzione di alloggi a carattere economico e popolare, già presentati dagli Enti di cui all' art. 10 della legge, possano essere esaminati ed approvati dagli Uffici del Genio Civile e dai Provveditorati alle OO.PP. anche nel caso in cui non ricadano nei piani zonali approvati.


Al riguardo va in primo luogo chiarito che scopo essenziale della legge n. 167 é quello di assicurare anche attraverso lo strumento dell' espropriazione, la disponibilità di aree a basso costo sia per l' edilizia privata a carattere prevalentemente economico e sia per l' edilizia pubblica a carattere popolare, e garantire che l' attività edilizia nel settore di cui trattasi non si s

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V.

- L' art. 1 della legge attribuisce, tra l' altro, la facoltà ai Comuni che si trovano nelle condizioni indicate nello stesso articolo di costituirsi in consorzio per la formazione di un unico piano zonale.


Il Consorzio, così costituito, dovrà redigere un piano che, per espressa disposizione di legge, é unico: un solo progetto, cioé, sia dal punto di vista formale e sia per quanto riguarda il contenuto.


Sotto tale ultimo profilo va precisato che, ovviamente, la estensione delle zone da includere nel piano consorziale va determinata in relazione al fabbisogno decennale dell' edilizia economica e popolare riferito a tutti i

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VI.

- All' art. 2 la legge stabilisce il termine di 180 giorni dalla sua entrata in vigore per la deliberazione del piano di zona: termine prorogabile con provvedimento del Ministro per i Lavori Pubblici. Tale termine (che con disegno di legge all' esame de

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VII.

- L' art. 3, 3° comma, della legge n. 167,R prevede la possibilità che vengano comprese nei piani anche le aree su cui insistono immobili da demolire per ragioni igienico-sanitarie.


Tale norma é stata variamente interpretata d

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VIII.

- Alcuni Comuni ed Enti di cui all' art. 10 -3° comma- hanno formulato quesiti in merito alla legittimità o quanto meno alla opportunità di includere nei piani di zona aree di proprietà dei menzionati Enti e sulle quali questi intendono realizzare i loro programmi costruttivi secondo i fini istituzionali.


La legge n. 167

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IX.

- L' art. 4 della legge precisa gli elementi che formano il contenuto del piano di zona. Essi corrispondono sostanzialmente a quelli indicati nell' art. 13 della legge urbanistica per i piani particolareggiati.


Una previsione dettagliata é certamente opportuna in relazione al carattere esecutivo del piano di zona. Peraltro, la disposizione ha fatto sorgere alcune perplessità nelle Amministrazioni comunali che, nell' applicazione, si sono trovate di fronte a difficoltà di ordine pratico. Invero, soprattutto per i grandi Comuni, i cui piani di zona investono vaste porzioni di territorio, la precisazione particolareggiata della sistemazione urbanistica richiede elaborazioni lunghe e complesse rese più difficoltose dalla brevità dei termini previsti.


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X.

- Una questione di non lieve importanza é quella riguardante i rapporti tra piano di zona e piano regolatore generale ai fini della determinazione dei limiti tecnico-giuridici al di là dei quali il piano di zona deve essere considerato come variante al piano regolatore vigente.


Al riguardo é da far presente la difficoltà di stabilire dei criteri di carattere generale poiché, data la variet&agr

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XI.

- L' art. 6 stabilisce, tra l' altro, che del deposito del progetto del piano di zona deve essere da

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XII.

- Nella circolare del 14 luglio 1962, n. 2611si esprimeva l' avviso che le delibere di adozione dei piani di zona stante il breve termine entro il quale i progetti devono essere depositati a libera visione, dovessero essere semplicemente trasmesse al Prefetto ai sensi dell' articolo 98 del T.U. della legge comunale e provinciale.


Riesaminata attentame

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XIII.

- Il penultimo comma dell' art. 6 stabilisce che il piano di zona deve essere comunicato alle "Amministrazioni centrali dello Stato" non solo quando sulle aree comprese nel piano esistano vincoli nell' interesse pubblico, ma anche quando le aree stesse siano "in uso di dette Amministrazioni". Il riferimento fatto dalla legge alle Amministrazioni centrali non é senza rilevanza, dato che la presentazione di osservazioni da parte di queste ultime determina, ai sensi dell' art. 8 la competenza all' approvazione dei piani da parte del Ministero dei Lavori Pubblici.

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XIV.

- La legge n. 167 stabilisce che all' atto di approvazione del piano di zona -decreto ministeriale o provveditoriale- venga data la più ampia pubblicità: e pertanto ne prescrive, all' art. 8, l' inserzione pe

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XV.

- L' art. 9 stabilisce, tra l' altro, che il piano di zona ha durata decennale, salvo proroghe da concedere con decreto del Ministro dei Lavori Pubblici per un periodo non eccedente i due anni.


La disposizione merita un chiarimento, poiché qualche Comune ha conside

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XVI.

- La norma di cui all' art. 10 della legge che consente ai Comuni di acquisire, per la costituzione del proprio patrimonio di aeree, "fino ad un massimo del 50% delle aree comprese nel piano" é stata fonte di alcuni dubbi interpretativi.


Invero, un

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XVII.

- La legge 167R prevede, come si é già ripetutamente detto, che il Comune può acquisire, per urbanizzarle e rivenderle fino al 50% delle aree edificabili comprese nel piano, mentre il restante 50% é destinato all' attività degli Enti di cui all' art. 10. 3° comma.


Per quanto riguarda l' urbanizzazione del cosiddetto patrimonio comunale occorre precisare, ad integrazione di quanto già detto nella precedente circolare, quali sono le opere riguardanti tale urbanizzazione.


Non vi é dubbio che tra tali opere rientrino in ogni caso quelle cosiddette di urbanizzazione primaria e cioé: strade residenziali, passaggi pedonali, spazi di sosta e parcheggio, fognature, rete idrica, rete di distribuzione dell' energia elettrica, pubblica illuminazione e spazi verdi di quartiere, ecc.


Sono da ritenere altresì comprese tra le opere di urbanizzazione anche altre opere in quant

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XVIII.

- Al paragrafo 16 della circolare n. 2611 del 15 luglio 1962,

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