Deliberaz. G.R. Sardegna 18/07/2017, n. 35/32

L'Assessore degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica riferisce che la legge regionale 4 febbraio 2016, n. 2 ha dettato norme in materia di riordino territoriale e di unioni di comuni e soggiunge che l'art. 4 disciplina la procedura di approvazione del Piano di riordino territoriale.

Fa presente che l'adozione del Piano costituisce l'intelaiatura della riforma del sistema delle autonomie locali ed è di primaria importanza per il processo associativo dei comuni.

Infatti, la ratio della legge regionale n. 2 del 2016 si sostanzia nel promuovere l'associazionismo dei comuni attraverso le unioni di comuni, le quali trovano negli ambiti ottimali il riferimento territoriale idoneo ad assicurare la coesione tra le comunità; inoltre, l'adesione obbligatoria all'unione da parte di tutti i comuni, fatte salve le eccezioni di cui alla medesima legge regionale, esprime la volontà del legislatore regionale di eliminare, laddove presente, il divario qualitativo nell'offerta del servizio erogato e di garantire, conseguentemente, l'uniformità dei livelli essenziali delle prestazioni nell'intero territorio regionale.

Si evince, quindi, l'importanza strategica che riveste il Piano di riordino territoriale nel futuro delle autonomie locali della Sardegna, il quale si basa su aree geografiche adeguate a favorire "standard" di efficienza e di efficacia nell'erogazione dei servizi pubblici e non isolate performance da parte dei singoli enti locali.

In particolare, informa che il Piano di riordino territoriale comprende tutti i comuni della Sardegna e definisce gli ambiti territoriali delle unioni, delle reti urbane e di quelle metropolitane, tenendo conto della conformazione delle regioni storiche della Sardegna (cfr A. Mori "Sardegna" Volume XVIII da "Le Regioni d'Italia") e salvaguardando, nel rispetto delle disposizioni della stessa legge regionale e della continuità territoriale dei comuni, le unioni di comu