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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
D. Min. Politiche Agricole, Alim. e Forest. 31/07/2015
D. Min. Politiche Agricole, Alim. e Forest. 31/07/2015
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[Premessa]IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI Vista la direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque; |
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Art. 1.1. Sono approvate le Linee guida, allegate al presente decreto, per la regolamentazio |
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Art. 2.1. Le modalità di quantificazione dei volumi idrici impiegati dagli utilizzato |
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Art. 3.1. È istituito presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali un tavolo permanente, coordinato dal Capo del Dip |
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Allegato - Linee guida per la regolamentazione da parte delle regioni delle modalità di quantificazione dei volumi idrici ad uso irriguo - (Accordo di partenariato 2014-2020: 6.1 settore delle risorse idriche)Premessa Nell'ambito degli impegni per il rispetto della condizionalità ex ante, l'Accordo di Partenariato 2014-2020 prevede per il settore 6.1 - Risorse idriche l’“Emanazione di Linee guida statali applicabili al FEASR, per la definizione di criteri omogenei in base ai quali le Regioni regolamenteranno le modalità di quantificazione dei volumi idrici impiegati dagli utilizzatori finali per l'uso irriguo al fine di promuovere l'impiego di misuratori e l'applicazione di prezzi dell'acqua in base ai volumi utilizzati, sia per gli utenti associati, sia per l'autoconsumo”. N1 A tale scopo è stato istituito un gruppo di lavoro cui è stata affidata la redazione delle presenti linee guida nazionali, che contengono indicazioni tecniche per la quantificazione dei volumi prelevati/utilizzati a scopo irriguo, nonché le caratteristiche della piattaforma informatica scelta come strumento di riferimento per monitorare nel tempo i volumi idrici impiegati a fini irrigui, in cui convogliare ed organizzare le informazioni prodotte. Tale strumento è stato individuato nel SIGRIAN (Sistema Informativo Nazionale per la Gestione delle Risorse Idriche in Agricoltura), database georeferenziato finalizzato alla raccolta ed elaborazione delle informazioni relative all'uso irriguo dell'acqua, che rappresenterà la banca dati unica di riferimento per il settore irriguo a servizio di tutte le amministrazioni e gli enti competenti. È previsto, inoltre, il potenziamento del sistema attraverso l'integrazione con la banca dati ISTAT e con altre banche dati disponibili a livello nazionale e regionale. A livello nazionale, l'unità di riferimento è il Distretto Idrografico competente. Le attività oggetto delle presenti Linee guida sono svolte in stretto coordinamento con il Piano di gestione delle acque ed, indirettamente, con il Piano di gestione delle alluvioni, al fine di una ottimizzazione della gestione delle risorse idriche e delle situazioni di crisi. Tale coordinamento è garantito dalla istituzione del Tavolo permanente previsto al capitolo 6. Nonostante la vigenza di atti di riferimento legislativi in materia, la situazione conoscitiva dei volumi irrigui appare ancora frammentata. Pertanto, obiettivo prioritario delle presenti linee guida è quello di fornire criteri ed indirizzi tecnici per il monitoraggio quantitativo dei volumi irrigui al fine di acquisire un quadro conoscitivo da utilizzare anche per la redazione dei bilanci idrici. Infatti, affinché sia possibile approntare politiche per una gestione sostenibile dell'acqua, è necessario disporre di informazioni idrologiche, idrogeologiche e di fabbisogno di acqua, affidabili ed adeguate in termini spaziali e temporali. Il quadro informativo si baserà, in generale, su dati derivanti da misurazioni dirette dei prelievi da corpi idrici superficiali e sotterranei e dei volumi utilizzati da parte degli utilizzatori finali. Laddove risulterà tecnicamente impossibile o economicamente svantaggioso provvedere all'installazione di adeguati misuratori, le informazioni saranno integrate con stime la cui metodologia, che dovrà essere scientificamente validata e condivisa dai soggetti interessati, è rinviata ad un successivo provvedimento. Nella valutazione dell'opportunità di ricorrere a misurazioni o a stime degli utilizzi idrici nel settore agricolo, si dovrà tenere conto delle differenze gestionali, organizzative ed economiche esistenti tra le gestioni consortili e quelle da auto-approvvigionamento. Inoltre, nell'individuare la tipologia di misuratori più adatta e la necessità o meno della loro installazione sarà necessario tener presente le diverse realtà territoriali. L'applicazione delle linee guida potrà rappresentare un utile supporto in relazione alle esigenze di pianificazione e rendicontazione dei Piani di Gestione dei Distretti idrografici previsti dalla direttiva quadro 2000/60 CE e configurarsi come misure regolatorie dei piani stessi. Inoltre, ove fossero disponibili informazioni sui volumi idrici nelle reti ad uso plurimo queste saranno rilevate e potranno essere utili, oltre che per la conoscenza quantitativa della risorsa distribuita a fini irrigui, per le valutazioni dei rischi di alluvione e per determinare i servizi ecosistemici generati, valorizzando così le conoscenze, le competenze e le azioni dei consorzi di bonifica e di irrigazione. In questo modo si potrà assolvere anche alle raccomandazioni della Commissione (comunicazione n. 120 del 9 marzo 2015), che afferma che “Le misure di ritenzione naturale delle acque sono un esempio di misure che possono contribuire simultaneamente alla realizzazione degli obiettivi della direttiva acque e a quelli della direttiva alluvioni, rafforzando e preservando la capacità naturale di ritenzione e stoccaggio delle falde acquifere, del suolo e degli ecosistemi”. L'applicazione delle metodologie e degli strumenti messi a punto dalle linee guida e dai conseguenti regolamenti regionali potranno fornire un utile contributo agli adempimenti per gli investimenti irrigui previsti dall'art. 46 del regolamento (UE) n. 1305/2013 sul sostegno allo sviluppo rurale. L'individuazione di criteri e modalità condivise di monitoraggio degli utilizzi (tramite misurazione o stima) potrà favorire, infatti, la quantificazione e la certificazione del risparmio idrico (potenziale e reale) reso possibile dall'investimento da finanziare. Le presenti linee guida nazionali hanno, dunque, la finalità di definire i criteri, sia per l'irrigazione collettiva, sia per l'auto-approvvigionamento, secondo cui le Regioni dovranno indicare: le modalità di misurazione dei volumi irrigui prelevati e restituiti; le modalità di quantificazione dei volumi irrigui per i quali saranno date indicazioni su: il riferimento rispetto al quale valutare i volumi (singolo utente o testa del distretto irriguo, come da definizione SIGRIAN); le modalità di misurazione dei volumi in base a: presenza di misuratori; possibilità di inserimento di misuratori, anche in funzione del contesto territoriale e del beneficio atteso (analisi costi/efficacia); le modalità di stima degli utilizzi attraverso una metodologia condivisa da individuare (alternativa o nelle more dell'installazione dei misuratori); le modalità di raccolta e trasmissione dei dati al SIGRIAN, che costituisce la banca dati di riferimento ai fini del monitoraggio; le modalità di aggiornamento periodico dei dati, al fine di monitorare nel tempo l'impiego dell'acqua a scopo irriguo. L'obbligo di misurazione dei volumi prelevati e restituiti è previsto dall'art. 95 del d.lgs. 152/06, già recepito da alcune Regioni con propri regolamenti. Tali regolamenti dovranno armonizzarsi, se necessario, con le disposizioni delle presenti linee guida. Al fine di supportare la definizione dei criteri sopra esposti e la futura definizione dei regolamenti regionali, nell'ambito dell'elaborazione delle linee guida è stata aggiornata la relativa base conoscitiva, elaborando attraverso il SIGRIAN i dati forniti dalle autorità competenti, relativamente a: contesto di riferimento per distretto idrografico, ponendo particolare, ma non esclusiva attenzione alle aree ad irrigazione collettiva, con riferimento a: superfici (SAU, superficie irrigata), tipologie di coltivazioni, infrastrutture; individuazione delle fonti di approvvigionamento (prelievo) ad uso irriguo e dei punti di restituzione al reticolo idrografico, indicando l'eventuale presenza e tipo di misuratore; individuazione dei principali punti di consegna provvisti di misuratori; informazioni su presenza e uso di sistemi di consiglio irriguo; informazioni su prelievi e usi dell'auto-approvvigionamento. Le esigenze irrigue massime e minime delle aree consortili per distretto idrografico saranno definite successivamente. Le presenti linee guida sono state sviluppate seguendo i seguenti principi chiave: Principio 1 - costruire un quadro conoscitivo aggiornato circa le esigenze irrigue del contesto agricolo italiano, l'attuale diffusione della quantificazione dei volumi idrici a fini irrigui e le relative disposizioni normative già in atto a livello regionale. Principio 2 - proporre strumenti e metodologie per la quantificazione dei volumi prelevati/utilizzati a scopo irriguo, con diverso livello di dettaglio in relazione ai differenti contesti territoriali, diverse modalità di prelievo e di rilascio e strutture organizzative. Principio 3 - avviare la predisposizione di una piattaforma di riferimento unica e condivisa per la raccolta e l'elaborazione delle informazioni relative all'uso irriguo, a servizio di tutte le amministrazioni ed enti competenti. 1. Strumenti Lo strumento di riferimento per il monitoraggio dei volumi irrigui è il SIGRIAN (Sistema Informativo Nazionale per la Gestione delle Risorse Idriche in Agricoltura). Il SIGRIAN raccoglie tutte le informazioni di natura gestionale, infrastrutturale e agronomica relative all'irrigazione gestita in modo collettivo, a livello nazionale. Si tratta di un geodatabase, in cui tutte le informazioni sono associate a dati geografici, collegati tra loro nei diversi campi, con funzione anche di banca dati storica utile ai fini di analisi dell'evoluzione dell'uso irriguo dell'acqua nelle diverse aree del Paese. Il SIGRIAN è stato realizzato con il supporto tecnico e metodologico del CREA, su iniziativa del MiPAAF e delle Regioni e Province autonome. Allo stato attuale, i dati contenuti nel database permettono di avere informazioni puntuali sulle strutture dell'irrigazione collettiva, quali: l'organizzazione e l'assetto economico-gestionale degli Enti competenti in materia di irrigazione; le superfici interessate all'irrigazione; le destinazioni d'uso della risorsa irrigua (colture irrigate e volumi irrigui); gli schemi irrigui (fonti di approvvigionamento, sviluppo e caratteristiche delle reti irrigue). È prevista l'integrazione in SIGRIAN di dati (misurati e stimati) relativi all'auto-approvvigionamento, con il supporto delle amministrazioni competenti in materia e, ove possibile, dell'ISTAT, con l'obiettivo di completare il quadro conoscitivo del sistema irriguo nazionale. L'Ente di riferimento per la gestione del SIGRIAN è il CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'economia agraria), ente nazionale di ricerca con competenza scientifica nel settore agricolo, ittico e forestale, con personalità giuridica di diritto pubblico vigilato dal MiPAAF, con autonomia scientifica, statutaria, organizzativa, amministrativa e finanziaria e recentemente istituito per effetto dell'unione del CRA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura) e dell'INEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria). L'Ente di riferimento per il coordinamento delle fasi di rilevamento, aggiornamento e il trasferimento dei dati al SIGRIAN, per gli associati, è l'ANBI, Associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue. Ai consorzi di bonifica e di irrigazione, infatti, il decreto 152/2006, all'art. 166 confermando quanto già previsto all'art. 27 della legge 36/94, attribuisce la facoltà di realizzare e gestire le reti a prevalente scopo irriguo, gli impianti per l'utilizzazione in agricoltura di acque reflue, gli acquedotti rurali e gli altri impianti funzionali ai sistemi irrigui e di bonifica e, previa domanda alle competenti autorità corredata dal progetto delle opere da realizzare, hanno facoltà di utilizzare le acque fluenti nei canali e nei cavi consortili per usi che comportino la restituzione delle acque e siano compatibili con le successive utilizzazioni, ivi compresi la produzione di energia idroelettrica e l'approvvigionamento di imprese produttive. È considerato dato finale della banca dati SIGRIAN, disponibile per tutte le amministrazioni e/o enti competenti, quello che avrà superato il processo di validazione tecnica ad opera della Regione di riferimento. 2. Definizioni Le definizioni di seguito riportate sono, in buona parte, estratte dal glossario SIGRIAN, alla cui stesura hanno partecipato, oltre al CREA, il MiPAAF, le Regioni e Province Autonome e l'ANBI. Tali definizioni corrispondono alle voci attualmente utilizzate dal sistema SIGRIAN per la classificazione delle informazioni. Di seguito si riportano le principali definizioni, per aree tematiche. Per maggiori dettagli si rimanda al manuale SIGRIAN. N2 Aspetti gestionali. Irrigazione collettiva: irrigazione gestita ad opera di Enti irrigui. Auto-approvvigionamento: prelievi idrici ad uso irriguo effettuati autonomamente da singoli utenti. Ente gestore: ente titolato e responsabile sotto gli aspetti tecnici e amministrativi della gestione delle fonti e/o delle reti irrigue e/o dei depuratori. È in genere titolare di una concessione e gestore di una rete. Ente irriguo: unità giuridica di base di organizzazione dell'irrigazione a livello territoriale in termini di gestione/manutenzione delle reti irrigue e di organizzazione della distribuzione di risorsa idrica a fini irrigui. L'Ente irriguo può erogare i servizi definiti dal decreto ministeriale 24 febbraio 2015, n. 39, lettera d) di cui al punto 1.1, allegato A. Il territorio di competenza dell'Ente irriguo è suddiviso in più Comprensori irrigui, a loro volta organizzati in Distretti irrigui. |
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