Sent. C. Cass. civ. 27/03/2013, n. 7766

Con ordinanza del 15 giugno 2010 il Tribunale di Bologna respinse l'opposizione proposta, ai sensi del D.P.R. n. 115 del 2002, art. 170 dall'avv. N.G. avverso il decreto che aveva liquidato all'ing. L.U. il compenso per la consulenza tecnica da questi prestata nel giudizio promosso dal N. nei confronti della Milana Costruzioni s.r.l., impresa a cui aveva commissionato il lavori di

Il primo motivo di ricorso denunzia violazione e falsa applicazione del D.M. 30 maggio 2002, artt. 11 e 12 anche in relazione all'art. 2229 c.c. e segg. e dell'art. 2223 cod. civ. e vizio di insufficiente motivazione, censurando la decisione impugnata per avere liquidato il compenso del consulente tecnico d'ufficio sulla base del criterio percentuale stabilito dall'art. 11 del decreto citato, mentre, poiché l'indagine svolta dal consulente aveva ad oggetto un mero riscontro contabile dell'attività svolta dall'impresa costruttrice, andava nella specie applicato l'art. 12, che prevede un compenso tra un minimo e un massimo, inferiore a quello riconosciuto.

Il mezzo è infondato.

Il D.M. 30 maggio 2002, art. 11, dispone che "Per la perizia o la consulenza tecnica in materia di costruzioni edilizie, impianti industriali, impianti di servizi generali, impianti elettrici, macchine isolate e loro parti, ferrovie, strade e canali, opere idrauliche, acquedotti e fognature, ponti, manufatti isolati e strutture speciali, progetti di bonifica agraria e simili", stabilendo che spetta al perito o

Rigetta il ricorso.