Risoluz. Ag. Entrate 14/03/2008, n. 97/E

L'Agenzia delle Entrate torna sul tema dell'inversione contabile nell'edilizia e ribadisce che l'Iva dovuta per le prestazioni di servizi rese in tale settore deve essere assolta secondo detto meccanismo se entrambi i soggetti appartengono al comparto dell'edilizia e il loro rapporto è regolato da un contratto di subappalto.
L'applicazione del regime Iva del reverse-charge a talune prestazioni di servizi rese nel settore edile è stata introdotta dall'art.1, comma 44, della L. 244/2007, che ha modificato l'art 17, comma 6, lettera a), del D.P.R. 633/1972 (Decreto Iva), definendo l'applicabilità dell'inversione contabile “alle prestazioni di servizi, compresa la prestazione di manodopera, rese nel settore edile da soggetti subappaltatori nei confronti delle imprese che svolgono l'attività di costruzione o ristrutturazione di immobili ovvero nei confronti dell'appaltatore principale o di un altro subappaltatore”.
L'Agenzia ha analizzato il caso di una società che ha stipulato un contratto di subappalto, per la realizzazione di un complesso immobiliare, con una società immobiliare di investimento la quale, a sua volta, ha stipulato un contratto di appalto per la progettazione esecutiva/costruttiva del complesso stesso con una società titolare del progetto di massima. Nella fattispecie in esame l'Agenzia ha chiarito che essendo soddisfatto il requisito di sussistenza del contratto di subappalto, l'Iva dovuta per le prestazioni di servizi rese in esecuzione del contratto di subappalto dovrà essere assolta secondo le modalità del regime di inversione contabile, qualora sia accertata l'appartenenza di entrambi i soggetti al comparto dell'edilizia. Tale requisito sussiste qualora le attività svolte siano riconducibili alla sezione F della tabella di classificazione delle attività economiche ATECOFIN 2004.