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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
Lazio: pubblicato il Piano regionale di gestione dei rifiuti
Il Piano regionale di gestione dei rifiuti (PRGR) è stato approvato con la Delib. C.R. Lazio 05/08/2020, n. 4 che aggiorna il precedente approvato con la Delib. C.R. Lazio 18/01/2012, n. 14.
Punto cardine del provvedimento è il passaggio da un'economia di tipo lineare, in cui il rifiuto viene smaltito in discarica o nei termovalorizzatori, a un'economia di tipo circolare, in cui la quantità dei rifiuti da smaltire diminuisce sempre più, mentre il resto viene recuperato per essere riutilizzato; questo principio, dettato dalla normativa europea, viene introdotto nel Piano con azioni volte a diminuire la produzione dei rifiuti, all'aumento della raccolta differenziata, al riciclo e al riuso.
In concreto, con il Piano è previsto che alla Regione spetti la pianificazione mentre sono i Comuni ad essere responsabili del trattamento e dello smaltimento.
La Regione viene divisa in cinque Ambiti territoriali ottimali (ATO), che corrispondono alle quattro Province (Frosinone, Latina, Viterbo e Rieti) e all'Area metropolitana di Roma. Autosufficienza, dei singoli ATO e di conseguenza dell'intera Regione, e riequilibrio territoriale degli impianti sono i due capisaldi del Piano; ciascun ATO dovrà raggiungere l'autosufficienza nel trattamento e nello smaltimento dei rifiuti e verrà approvata una legge per regolare il loro funzionamento e quello degli enti di gestione. Non vengono previsti nuovi termovalorizzatori; la Regione, infatti, vista la progressiva diminuzione dei rifiuti da smaltire prevista dal Piano, ritiene sufficiente la capacità dell'unico impianto in funzione attualmente, quello di San Vittore, in Provincia di Frosinone.
Ultimo punto di rilievo presente per la prima volta nel Piano rifiuti è il rafforzamento del sistema dei controlli, sia sulle nuove autorizzazioni richieste che sugli impianti esistenti.
Per quanto riguarda, infine i nuovi impianti, in tutta la delibera si dà preferenza a interventi pubblici, anche prevedendo finanziamenti ai Comuni, rispetto a quelli privati.