Sent.C. Stato 29/10/2009, n. 6688

1. In relazione alle finalità proprie della consulenza tecnica d’ufficio, che sono quelle di aiutare il giudice nella valutazione degli elementi acquisiti o nella soluzione di questioni che comportino specifiche conoscenze, la suddetta consulenza non può essere disposta al fine di esonerare la parte dal fornire le prove di quanto assume ed è quindi legittimamente negata dal giudice qualora la parte tenda con essa a supplire alle deficienze delle proprie allegazioni od offerte di prova ovvero a compiere un’indagine esplorativa alla ricerca di elementi di fatto o circostanze non provati; peraltro l’ammissione della consulenza tecnica d’ufficio rientra nei poteri discrezionali del giudice ed è quindi rimessa al suo prudente apprezzamento, sicché il giudice può decidere anche di non ammettere tale consulenza solo allorquando abbia già acquisito elementi sufficienti a fondare il proprio convincimento.