Sent. C. Cass. civ. 18/08/1993, n. 8746

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE II

Con citazione del 16 maggio 1983 Marcello Bosi, Giannino Oddi e i coniugi Adelchi De Sabbata e Lucio Dominelli, premesso di essere proprietari di appartamenti posti rispettivamente al primo al secondo e terzo piano dell'edificio sito in Ascoli Piceno al viale M. Federici n. 81, che il condomino dell'appartamento sito al quinto piano Giuseppe Tantarelli a fine 1974 aveva voluto dotare l'edificio di un ascensore, con l'impegno di consentirne l'utilizzazione a tutti gli altri condomini, se e quando lo avessero voluto e sol che gli fosse rimborsata la spesa fatta, che esplicitamente si era offerto di anticipare; che lo stesso si era rifiutato di consentire l'inserimento di essi istanti nella utilizzazione dell'ascensore;

tanto premesso convenivano i

La prima parte del ricorso incidentale del Tantarelli con il quale si denuncia violazione degli artt. 102, 331 e 354 c.p.c. ha carattere pregiudiziale rispetto al ricorso principale e pertanto deve essere esaminata con precedenza.

Deduce il ricorrente che poiché egli è contitolare di una unità immobiliare insieme alla moglie Milena Scuro, mentre l'Oddi lo è insieme ai figli, tutti quanti erano legittimati attivi e passivi, per cui la sentenza di primo grado pronunciata a contraddittorio non integro era nulla e tale nullità avrebbe dovuto essere dichiarata in sede di appello.

La censura è inammissibile.

Il Tantarelli invero ha sollevato la questione della integrità del contraddittorio con l'atto di appello contro la sentenza di primo grado con il quale ha sostenuto che la pretesa dei condomini non partecipi dalla innovazione doveva essere rivolta contro tutti i condomini che vi avevano partecipato e non soltanto nei suoi confronti.

La Corte di appello ha disatteso tale eccezione sul rilievo che in virtù di un accordo con i condomini consenzienti il Tantarelli si era accollato l'onere delle spese dei condomini dissenzienti, anticipandole, per cui i condomini consenzienti erano carenti di interesse a partecipare al giudizio.

La questione della integrità del contraddittorio trova quindi il suo limite nei termini in cui essa è stata dedotta dal Tantarelli nel giudizio di appello, sicché la decisione relativa, non impugnata in maniera da impedire la formazione del giudicato sul punto, non può essere rimessa in discussione con motivi che vengano proposti per la prima volta in questa sede, in quanto la diversa soluzione di ammettere al contraddittorio alcuni compartecipi della comunione avrebbe l'effetto di annullare la portata del giudicato. Occorre procedere dunque all'esame del ricorso principale. Con il primo mot

La Corte rigetta entrambi i ricorsi e compensa le spese del giudizio di cassazione.