D. Leg.vo 08/07/2003, n. 277

Il D. Leg.vo 8.7.2003, n. 277, che recepisce nell’ordinamento italiano la direttiva 2001/19/CE, relativa alle condizioni che consentono a un cittadino europeo con qualifica professionale di architetto acquisita in uno Stato membro di esercitare, a determinate condizioni, la sua professione in un altro Stato membro.
In particolare l’art. 7 del provvedimento introduce modifiche al D. Leg.vo 27.1.1992, n. 129, recante «Attuazione delle direttive n. 85/384/CEE, n. 85/614/CEE e n. 86/17/CEE in materia di riconoscimento dei diplomi, delle certificazioni ed altri titoli nel settore dell’architettura».
L’art. 4 del citato D. Leg.vo 129/1992 disciplina il procedimento per il riconoscimento del proprio titolo ai fini dell’ammissione all’esercizio dell’attività di architetto nel territorio italiano.
La principale novità introdotta dal provvedimento in esame è rappresentata dalla possibilità che siano ammesse alla procedura per il riconoscimento di cui al citato art. 4 persone che, avendo lavorato per sette o più anni nel settore dell’architettura sotto la sorveglianza di un architetto o di uno studio di architetti, abbiano superato con successo un esame di architettura di livello universitario, equivalente all’esame disciplinato dal comma 1, lettera b), del medesimo D. Leg.vo 129/1992, a seguito di specifica formazione acquisita nell’ambito di un sistema di promozione sociale o di studi universitari a tempo ridotto.

Errata Corrige in G.U. 12/11/2003, n. 263.