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ISSN 1721-4890
Fondata nel 1933
Direttore Dino de Paolis
“Art. 2 - (Disposizioni in materia di edilizia residenziale pubblica. Modifiche alle leggi regionali 10 giugno 1996, n. 13, 20 aprile 1985, n. 31, 5 dicembre 1991, n. 83 e 5 gennaio 2000, n. 1)
1. L’articolo 13 della legge regionale 10 giugno 1996, n. 13 (Norme per il riordino degli enti di edilizia residenziale pubblica ed istituzione delle aziende lombarde per l’edilizia residenziale) è abrogato.
2. Alla legge regionale 20 aprile 1985, n. 31 (Cessione in proprietà di alloggi degli I.A.C.P. costruiti senza il contributo o il concorso dello Stato) sono apportate le seguenti modifiche:
a) al titolo della legge, dopo le parole “dello Stato” sono aggiunte, in fine, le parole “e norme per la valorizzazione e razionalizzazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica”;
b) al comma 1 dell’articolo 1 dopo le parole “o il concorso dello Stato” sono aggiunte, in fine, le parole “, e le modalità di valorizzazione e razionalizzazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica”;
c) al comma 2 dell’articolo 1 dopo le parole “patrimonio degli Istituti stessi” sono aggiunte, in fine, le parole “, nonché sostenere economicamente le azioni volte all’incremento del patrimonio di comuni e istituti”;
d) l’articolo 7 è abrogato;
e) al comma 1 dell’articolo 11 le parole: “le somme ricavate a norma della presente legge” sono sostituite dalle parole “le somme ricavate dalle vendite di cui agli articoli precedenti”;
f) dopo l’articolo 11 è inserito il seguente articolo:
“Art. 11 bis - (Valorizzazione e razionalizzazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica)
1. Fermi restando i piani di vendita già adottati e le procedure in esecuzione degli stessi in base alle norme dei precedenti articoli, è consentita la vendita degli alloggi e relative pertinenze, liberi da inquilini, di proprietà delle ALER o dei comuni, soggetti al regolamento regionale 10 febbraio 2004, n. 1 (Criteri generali per l’assegnazione e la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (art. 3, comma 41, lett. m), della l.r. 1/2000)) per esigenze di razionalizzazione ed economicità della gestione del patrimonio, in presenza di una delle seguenti ipotesi:
a) alloggi collocati in edifici in condominio;
b) alloggi ubicati in aree o immobili di pregio, la cui vendita risulta economicamente vantaggiosa ai fini dello sviluppo e dell’incremento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica.
2. Alle vendite di cui al comma 1 si procede con asta pubblica, ponendo a base d’asta il valore di mercato dell’alloggio libero determinato mediante apposita perizia.
3. Le vendite relative agli alloggi in condominio nel quale l’ALER o il comune abbiano la maggioranza dei millesimi sono condizionate all’esito positivo della vendita di tutti gli alloggi ancora erp dell’intero edificio.
4. I proventi delle vendite sono destinati all’incremento e al recupero del patrimonio di edilizia residenziale pubblica.
5. I piani di vendita, elaborati dall’ente proprietario ai sensi e per gli effetti del presente articolo, sono autorizzati dalla Giunta regionale previa valutazione del fabbisogno di edilizia residenziale pubblica sul territorio comunale e del piano di reimpiego.
6. Per le medesime esigenze di razionalizzazione ed economicità della gestione del patrimonio, nonché al fine di promuovere l’inserimento nei quartieri di edilizia residenziale pubblica di nuove categorie sociali, e con le procedure di cui ai commi 4 e 5, le ALER e i comuni possono prevedere specifici progetti per la destinazione a canone moderato di cui al r.r. 1/2004, degli ulteriori alloggi derivanti da ristrutturazioni, senza ridurre il numero di alloggi destinati a canone sociale e per rispondere, in particolare, alle esigenze abitative di nuclei familiari soggetti a provvedimenti di sfratto, giovani coppie e famiglie numerose.
7. Gli alloggi vuoti di cui le ALER ottengono la disponibilità ai sensi dell’articolo 6 sono venduti ai sensi del presente articolo.”.
3. Alla legge regionale 5 dicembre 1983, n. 91 (Disciplina dell’assegnazione e della gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica) è apportata la seguente modifica:
a) l’articolo 31 è sostituito dal seguente:
“Art. 31 - (Fondo sociale)
1. L’ente gestore istituisce, secondo le modalità stabilite dalla Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare, un fondo sociale per gli assegnatari che non sono in grado di sostenere i seguenti oneri:
a) il pagamento del canone di locazione;
b) i servizi prestati dall’ente;
c) la mobilità.
2. Il Fondo sociale, al netto delle quote di amministrazione e manutenzione, è alimentato:
a) per le finalità di cui alle lettere a) e c) del comma 1, dai canoni percepiti dall’ente gestore per la locazione di immobili per uso diverso da quello di abitazione, quali negozi, autorimesse, laboratori, oltre ad eventuali stanziamenti aggiuntivi previsti dal consiglio di amministrazione in relazione al fabbisogno;
b) per le finalità di cui alla lettera b) del comma 1, dalle risorse di cui alla lettera a) e da risorse integrative messe a disposizione dal comune. A tal fine il comune, congiuntamente all’ente gestore, verifica i casi di bisogno tenendo conto degli interventi attuati nell’ambito delle politiche sociali comunali ai sensi dell’articolo 13 del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali).
3. Per gli adempimenti inerenti alla gestione del Fondo sociale, l’ente gestore nomina una speciale commissione garantendo la rappresentanza delle organizzazioni degli assegnatari e dei comuni interessati; la commissione formula anche proposte circa l’entità dei contributi da erogare.”.
4. A far tempo dell’entrata in vigore della presente legge, l’ente gestore aggiorna la composizione della commissione di cui al comma 3 dell’articolo 31 della l.r. 91/1983.
5. Alla l.r. 1/2000 sono apportate le seguenti modifiche:
a) i commi 44, 45, 46 e 47 dell’articolo 3 sono abrogati;
b) alla lettera b) del comma 51 dell’articolo 3 è aggiunto, in fine, il seguente periodo: “ da effettuarsi con le modalità operative previste dalle norme emanate in forza della lettera m) del comma 41 e dal comma 51 bis”;
c) dopo il comma 51 bis dell’articolo 3 è inserito il seguente:
“51 ter. La Giunta regionale, in caso di reiterato inadempimento del comune all’obbligo di procedere, d’intesa con il soggetto gestore, all’assegnazione di alloggi, utilizzando le graduatorie formate ai sensi di legge, previa contestazione dell’inottemperanza e diffida a provvedere al comune competente, esaminati gli eventuali scritti e memorie pervenuti dal comune medesimo, al fine di evitare danni erariali, provvede alla nomina di un commissario ad acta per l’espletamento delle attività di assegnazione.”;
d) omissis”.”
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