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Deliberaz. G.R. Lombardia 28/12/2012, n. IX/4621

Approvazione della “Direttiva per il controllo degli scarichi degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane, ai sensi dell’allegato 5 alla parte terza del d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e successive modifiche e integrazioni” e revoca della deliberazione della giunta regionale 2 marzo 2011, n. 1393.
Con le modifiche introdotte dalla D. Dir. Gen.R. Lombardia 15/03/2013, n. 2365.
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[Premessa]



LA GIUNTA REGIONALE


Viste le direttive:

- 91/271/CEE, concernente il trattamento delle acque reflue urbane;

- 2000/60/CE, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque;

Visti:

- il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 ,R «Norme in materia ambientale» e successive modifiche e integrazioni;

- la legge regionale 12 dicembre 2003, n. 26 R «Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche» e successive modifiche e integrazioni;

- il regolamento regionale 24 marzo 2006, n. 3 R «Disciplina e regime autorizz

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ALLEGATO - DIRETTIVA PER IL CONTROLLO DEGLI SCARICHI DEGLI IMPIANTI DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE URBANE, AI SENSI DELL’ALLEGATO 5 ALLA PARTE TERZA DEL D.LGS. 3 APRILE 2006, N. 152 e s.m.i.

N10

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1. PREMESSA

Regione Lombardia ha approvato, con deliberazione della Giunta regionale 4 agosto 2005, n. 528, la «Direttiva per il controllo degli scarichi degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane».

La predetta direttiva era tesa a promuovere la massima collaborazione tra le strutture pubbliche cui sono demandate le attività di pianificazione e di controllo in materia di acque e i soggetti cui spetta l’erogazione del servizio idrico integrato per la piena applicazione delle procedure previste dalla legge sul contr

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2. DEFINIZIONI

Nella Direttiva si intende per:

a) «Abitante Equivalente» (A.E.): il carico organico biodegradabile avente una richiesta biochimica di ossigeno a 5 giorni (BOD5) pari a 60 grammi di ossigeno al giorno;

b) «agglomerato»: l’area in cui la popolazione, ovvero le attività produttive, sono concentrate in misura tale da rendere ammissibile, sia tecnicamente che economicamente in rapporto anche ai benefici ambientali conseguibili, la raccolta e il convogliamento in una fognatura dinamica delle acque reflue urbane verso un sistema di trattamento o verso un punto di recapito finale (d.lgs. 152/2006 e s.m.i. comma n, art. 74). Ai sensi dell’art. 4 del r.r. n. 3/06 R, gli agglomerati sono individuati dagli enti responsabili degli ATO con apposito atto, secondo le indicazioni della d.g.r. 17 maggio 06 n. 8/2557;

c) «autocontrolli»: i campionamenti in ingresso e in uscita e le rispettive analisi per i parametri di cui alle Tabelle 1 e 2 dell’Allegato 5 alla parte terza del d.lgs.152/2006 e s.m.i., effettuati dal Gestore in numero almeno uguale al numero minimo annuo di campioni fissato dall’Allegato st

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3. OBIETTIVI

Con la Direttiva si intendono perseguire i seguenti obiettivi:

a) attuare un sistema di controlli efficace e rispondente ai dettati della direttiva comunitaria 91/271/CEE, del d.lgs. 152/2006 e s.m.i. e del regolamento regionale 24 marzo 2006 n. 3 R (in se

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4. RIFERIMENTI NORMATIVI IN MATERIA DI ACQUE REFLUE URBANE
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4.1 La normativa comunitaria

La direttiva 2000/60/CE ha istituito un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, prevedendo in particolare il raggiungimento dell’obiettivo ambientale buono entro il 2015.

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4.2 La normativa nazionale

Il d.lgs.152/2006 e s.m.i. detta la disciplina in materia di tutela delle acque dall’inquinamen

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4.3 I provvedimenti distrettuali

In data 24 febbraio 2010, con delibera n. 1/2010, il Comitato Istituzionale dell’Autorit&a

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4.4 I provvedimenti regionali

Con deliberazione della Giunta regionale 29 marzo 2006, n. 2244 è stato approvato il Programma di tutela e uso delle acque (di seguito PTUA), ai sensi dell’art. 44 del d.lgs. 152/99 e dell’art. 55, comma 19 della l.r. 26/2003.

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5. CONTROLLI DELLE ACQUE REFLUE URBANE: SOGGETTI COINVOLTI

Ai sensi del d.lgs.152/2006 e s.m.i. e della l.r. 26/2003 l’autorità competente al controllo degli scarichi di acque reflue urbane è la Provincia, cui spetta il rilascio dell’autorizzazione per tale tipologia di scarichi.

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6. CONTROLLI
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6.1 Indicazioni generali

Il d.lgs. 152/2006 e s.m.i. prevede un numero minimo di controlli durante l’anno (gennaio - dicembre) per gli impianti di trattamento di potenzialità pari o superiore a 2.000 A.E per verificare il rispetto dei valori limite di emissione per:

- I parametri di cui alle Tabelle 1 e 2 dell’Allegato 5 alla Parte III del d.lgs. 152/2006 e s.m.i.;

- I parametri di cui alle Tabelle 4, 5 e 6 dell’Allegato B al r.r. 3/2006 R;

- eventuali ulteriori parametri/prescrizioni previsti nei provvedimenti di autorizzazione.

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Tabella A - Dimensioni di impianti di acque reflue urbane (DP) autorizzabili in rapporto alla frazione di servito dell’agglomerato (AG) di appartenenza


Solo 1 DP a servizio dell’AG

Più DP a servizio dell’AG

Frazione depurata dell’AG ≥ 98,00%

Potenzialità autorizzabile compresa tra la capacità organica di progetto ed il 98,00% del carico generato dall’AG

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6.2 Esecuzione dei controlli - impianti di trattamento a servizio di agglomerati di dimensione ≥ a 2000 A.E.

La Tabella B riporta il numero minimo di campioni per la verifica del rispetto dei valori limite di emissione stabiliti per i parametri delle Tabelle 1, 2 e 3 dell&rsqu

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Tabella B - N° campioni annuali per la verifica di conformità di impianti a servizio di agglomerati (AG) con dimensione maggiore o uguale a 2.000 A.E. (d.lgs.152/2006 e s.m.i.)


Dimensione dell’AG

N° campioni per i parametri di Tab. 1

N° campioni per i parametri di Tab. 2

N° campioni per i parametri di Tab. 3

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Tabella C - N° campionamenti annuali eseguiti da ARPA Lombardia in base alla dimensione dell’agglomerato (AG) servito dall’impianto (Tabelle 1 e 2, Allegato 5 del d.lgs.152/2006 e s.m.i. e le corrispondenti del r.r.3/2006)


Dimensione dell’AG

N° campioni per il primo anno e anno successivo a quello in cui sia stata accertata l’irregolarità dello scarico rispetto ai parametri della Tab. 1

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Tabella D - N° di controlli annuali effettuati da ARPA sugli impianti che ricevono scarichi industriali per conformità ai limiti previsti per i parametri Tab. 3 d.lgs.152/2006 e s.m.i.


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6.3 Esecuzione dei controlli - impianti di trattamento a servizio di agglomerati < di 2.000 A.E.

Ai sensi dell’art. 36 del r.r. 3/2006 gli accertamenti per la verifica del rispetto dei valori limite di emissione per gli scarichi di acque reflue urbane provenienti da impianti di trattamento autorizzati a trattare un cari

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Tabella E – N° campioni che il Gestore deve eseguire per verifica della conformità ai parametri di tab. 2 del 3 r.r.3/2006

Dimensione dell’AG

N° campioni per il 1° anno e anno successivo a quello in cui sia stata accertata la irregolarità dello scarico

N° campioni

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7. AUTOCONTROLLI
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7.1 Indicazioni generali

Gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane soggetti agli autocontrolli sono quelli con potenzialità autorizzata maggiore o uguale a 2.000 A.E..

Ai fini della presente Direttiva il numero minimo annuo (gennaio - dicembre) di autocontrolli da effettuare presso un impianto si stabilisce in base alla dimensione dell’agglomerato servito. Ai sensi del punto 1.1 dell’Allegato 5 alla parte III del d.lgs. 152/2006 e s.m.i

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7.2 Esecuzione degli autocontrolli

Di seguito sono specificate le modalità di esecuzione degli autocontrolli:

a) per gli impianti con potenzialità autorizzata comp

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8. IDONEITÀ DEL SISTEMA DI RILEVAMENTO E DI TRASMISSIONE DEI DATI E GIUDIZIO DI CONFORMITÀ
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8.1. Idoneità del sistema di rilevamento e di trasmissione dei dati del Gestore

Il sistema di rilevamento e di trasmissione dei dati del Gestore deve essere valutato dal Dipartimento ARPA di competenza, all’avvio dell’impianto e annualmente, con l’emissione del giudizio di conformità, salvo valutazioni specifiche che emergano durante le attività di controllo, per verificare che il Gestore abbia i requisiti che garantiscono modalità di campionamento e analisi equivalenti a quelle adottate da ARPA. Se il Gestore rispetta i requisiti richiesti il sistema di rilevamento e di trasmissione dei dati è considerato idoneo.

In caso contrario è attribuita una idoneità con riserva. ARPA comunica

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Tabella F - Caratteristiche tecniche della strumentazione da utilizzare per i controlli e gli autocontrolli per gli impianti di trattamento con potenzialità autorizzata pari o superiore a 2.000 A.E.

Potenzialità impianto

Ingresso impianto

Uscita impianto

2.000 ≤ A.E. < 10.000

S.A.P. fisso o portatile, comunque refrigerato, rispondente alla norma ISO 5667-10:1992, non necessariamente collegato a sistemi di misura della portata, ma comunque programmabile in modo da rendere il prelievo correlato alla stessa

S.A.P. fisso o portatile, comunque refrigerato, rispondente alla norma ISO 5667-10:1992, non necessariamente collegato a sistemi di misura della portata, ma comunque programmabile in modo da rendere il prelievo correlato alla stessa

A.E. ≥ 10.000

S.A.P. fisso e refrigerato, rispondente alla norma ISO 5667-10:1992 collegato ad un sistema di misura della portata

S.A.P. fisso e refrigerato, rispondente alla norma ISO 5667-10:1992 collegato ad un sistema di misura della portata


In ogni caso, il programma di prelievo impostato nel S.A.P. concordato tra il Dipartimento ARPA e il Gestore una volta stabilito non dovrà subire modifiche se non preventivamente comunicate e contestualmente validate da ARPA.

Per garantire l’omogeneità dei campionamenti, il Gestore mette a disposizione di ARPA i sistemi di campionamento, secondo specifici accordi che possono prevedere indicativamente le seguenti modalità:

• sigillatura del campionatore e del punto di misura da parte di ARPA ed estrazione del campione dal S.A.P. il giorno successivo;

• obbligo del Gestore di tenere sempre a disposizione di ARPA il campionatore fino ad un’ora prestabilita e concordata.

Per gli impianti di trattamento inferiori ai 10.000 A.E. non presidiati con continuità, il Gestore mette a disposizione di ARPA l’attrezzatura per il prelievo dei campioni, previo preavviso di 24 ore.


8.1.2 Requisiti qualitativi per l’esecuzione delle analisi

Il Gestore deve avere a disposizione, anche tramite contratto, un lab

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Tabella G - Requisiti per attribuzione dell’idoneità al sistema di rilevamento e trasmissione dei dati

TIPO DI CRITICITÀ

IDONEITÀ CON RISERVA

NON IDONEITÀ

a) CAMPIONAMENTO

SAP non refrigerato

Assenza SAP

SAP non collegato a misuratore di Q (per impianti con potenzialità ≥10.000 A.E.) o non programmato (in base alla curva di portata o in modo concordato con ARPA, per impianti con potenzialità compresa tra 2.000 A.E. e 10.000 A.

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8.2 Espressione del giudizio di conformità annuale

Fatta salva l’attività di controllo del Gestore, le attività di campionamento di ARPA sono omogeneamente distribuite durante l’anno e indicate in SIRe Acque per la condivisione con le Province.

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9. VERIFICA DEI VALORI LIMITE DELLA TABELLA 3 DELL’ALLEGATO 5 ALLA PARTE TERZA DEL D.LGS. 152/2006 E S.M.I.

Fermo restando l’autonomia decisionale di ARPA, è opportuno che i campionamenti per la verifica dei valori limite della Tabella 3 dell’Allegato 5 alla parte terza del d.lgs. 152/2006 e s.m.i. siano effettuati utilizzando i sistemi di campionamento messi a disposizione dal Gestore, con mod

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10. PERCENTUALE DI ABBATTIMENTO DEL CARICO DI FOSFORO TOTALE E DI AZOTO TOTALE

Per monitorare la situazione sotto il profilo della riduzione complessiva del carico di fosforo totale e di azoto totale in ingresso agli impianti di trattamento si

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11. COSTI

I costi legati all’implementazione e alla gestione dei sistemi di controllo e di autocontrollo

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12. CONTROLLO DELLE ATTIVITÀ

ARPA elabora entro il 30 aprile di ogni anno la relazione sui controlli dell’anno precedente. E

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Allegato A

N10

Parte di provvedimento in formato grafico

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