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D. Dirig.R. Lombardia 07/11/2019, n. 15968

Approvazione del "Regolamento di attuazione tipo" per i Piani di Indirizzo Forestale di cui all'art. 47 della l.r. 31/2008.
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Testo del documento


IL DIRIGENTE DELLA STRUTTURA SVILUPPO DELLE POLITICHE FORESTALI E DELLA MONTAGNA


Vista la L.R. 5 dicembre 2008, n. 31 "Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale" e in particolare:

a) l'art. 42 c. 6, che stabilisce che i piani di indirizzo individuano e delimitano le aree qualificate bosco;

b) l'art. 43 cc. 4, 5 e 6, che stabiliscono che i piani di indirizzo forestale, in relazione alle caratteristiche dei territori oggetto di pianificazione, delimitano le aree in cui la trasformazione del bosco può essere autorizzata; definiscono modalità e limiti, anche quantitativi, per le autorizzazioni alla trasformazione del bosco; stabiliscono tipologie, caratteristiche qualitative e quantitative e localizzazione dei relativi interventi di natura compensativa;

c) l'art. 47 c. 2, che dispone che la provincia di Sondrio, le comunità montane, gli enti gestori dei parchi, per i relativi territori, e la Regione, per il restante territorio, predispongono, sentiti i comuni interessati, i piani di indirizzo forestale per la valorizzazione delle risorse silvo-pastorali;

d) l'art. 47 c. 3, che dispone che il piano di indirizzo forestale costituisce uno strumento di analisi e di indirizzo per la gestione dell'intero territorio forestale ad esso assoggettato, di raccordo tra la pianificazione forestale e la pianificazione territoriale, di supporto per la definizione delle priorità nell'erogazione di incentivi e contributi e per la individuazione delle attività selvicolturali da svolgere;

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Allegato 1 - "Regolamento di attuazione tipo" del "Piano di Indirizzo Forestale"

PARTE I - Generalità

Art. 1 - Durata e ambito di applicazione

Indicare qui la durata indefinita del PIF con decorrenza dalla data di entrata in vigore della deliberazione di approvazione.

Definire in dettaglio l'ambito di applicazione, come da punto 1) della Circolare "Indicazioni pratiche per la redazione dei Piani di Indirizzo Forestale", inviata con nota Protocollo M1.2015.0204030 del 27/05/2015.


Art. 2 - Elementi costitutivi del Piano

Indicare elaborati e tavole che costituiscono il Piano. Si riportino gli elaborati e le tavole previsti dalla Delib.G.R. n. 8/7728 del 2008, colla nomenclatura da utilizzare:

- Relazione;

- Regolamento (Norme Tecniche di attuazione)

- Deroghe alle Norme Forestali Regionali (se presenti);

- Modelli Selvicolturali (previsti dall'art. 50 c. 6 della L.R. 31/2008);

- Altri elaborati (specificare)

- Tavole di analisi:

- Carta d'uso del suolo (opzionale);

- Delimitazione del bosco (ai sensi dell'art. 42 L.R. 31/2008);

- Carta delle categorie forestali;

- Carta dei tipi forestali;

- Carta del governo dei boschi (opzionale)

- Carta delle proprietà pubbliche e collettive (opzionale)

- Carta dei vincoli;

- Carta degli alberi monumentali (quando prevista);

- Rete ecologica fondamentale;

- Carta dei dissesti e delle infrastrutture esistenti;

- Carta dell'attitudine alla formazione del suolo (opzionale);

- Carta dell'attitudine funzionale protettiva del territorio (classi da 1 a 5);

- Carta dell'attitudine funzionale produttiva del territorio (classi da 1 a 5);

- Carta dell'attitudine funzionale naturalistica del territorio (classi da 1 a 5);

- Carta dell'attitudine funzionale turistico ricreativa del territorio (classi da 1 a 5);

- Carta dell'attitudine funzionale paesaggistica del territorio (classi da 1 a 5, opzionale);

- Tavole di pianificazione:

- Carta della viabilità agro-silvo-pastorale;

- Carta delle destinazioni selvicolturali;

- Carta degli indirizzi selvicolturali (opzionale)

- Carta dei boschi suscettibili di trasformazione

- Carta dei boschi migliorabili o realizzabili con fondi pubblici;

- Carta delle superfici destinate a compensazione;

- Carta dei rapporti di compensazione (opzionale);


Art. 3 - Attuazione del Piano

Indicare qui gli Enti forestali coinvolti dal Piano (vi possono essere gli Enti gestori di Riserve regionali, non coincidenti con l'Ente che ha redatto o gestisce il PIF), nonché gli Enti gestori di Siti Natura 2000 coinvolti, specificando i rapporti che devono intercorrere fra i vari Enti, soprattutto nel caso di aggiornamenti (chi effettua sopralluoghi in bosco?).


Art. 4 - Interventi correttivi del Piano

Ricordare i provvedimenti di aggiornamento (rettifiche, modifiche e varianti), come da paragrafo 2.7, parte III, della Delib.G.R. n. 8/7728 del 2008 così come modificata dalla Delib.G.R. n° X/6089/2016, collegandoli ai restanti articoli del Regolamento. Si tenga presente che l'art. 50 c. 6 della L.R. 31/2008 ha modificato quanto riportato dalle deliberazioni, prevedendo che solo gli aggiornamenti a carattere vincolato siano approvati dall'ente che ha redatto e gestisce il PIF.

Qui vanno anche elencati in maniera il più possibile esaustiva gli interventi correttivi del Piano che possono essere attuati mediante la modalità di "Modifica", in aggiunta ai quattro casi elencati dalla Delib.G.R. sopra richiamata al paragrafo 2.7.2, che non sono esaustive, ad esempio ampliamenti o passaggi di classe di strade della VASP, indicandone chiaramente a quali condizioni tali aggiornamenti possono rientrare fra le "modifiche".


Art. 5 - Raccolta ed elaborazione dati per la gestione e la revisione del Piano

Indicare tipo di dati da raccogliere e archiviare per verificare l'andamento del piano e per predisporre l'aggiornamento dello stesso, ad esempio dati sulle autorizzazioni rilasciate, sui controlli effettuali e relativo esito, sulla percentuale di migliorie previste dal piano ed effettivamente attuate ecc.


PARTE II - Rapporti colla pianificazione territoriale

Art. 6 - Rapporti col Piano Territoriale Regionale (PTR)

Ricordare il ruolo che il Piano può svolgere a supporto del PTR (cfr L.R. 12/2005 artt. 19/22), ad esempio concorrere a caratterizzare il "Sistema Rurale Paesistico" individuato nel PTR, evidenziando i boschi di maggiore pregio, gli ambiti a prevalente valenza paesaggistica, gli ambiti agricoli, i sistemi di interesse naturalistico e gli ambiti a elevata naturalità.


Art. 7 - Rapporti col Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)

Ricordare in dettaglio il ruolo che il Piano può svolgere a completamento o a supporto del PTCP, in quanto suo piano di Settore. Il regolamento può valorizzare quanto disposto dal D.Lgs. 34/2018, art. 6, c. 3, che prevede che il PIF concorre alla redazione dei piani paesaggistici di cui agli articoli 143 e 156 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.


Art. 8 - Rapporti col Piano Territoriale di Coordinamento del Parco (se del caso)

In questo articolo serve per ricordare in dettaglio il ruolo che il Piano può svolgere a completamento o a supporto del PTC del Parco (sempre che il PIF sia redatto per un territorio all'interno di un Parco), in quanto rappresenta il "Piano di Settore Boschi". Ovviamente l'articolo sarà omesso nel caso di PIF che non riguardano parchi regionali o naturali.


Art. 9 - Rapporti colla Rete Ecologica Regionale RER

In questo articolo serve per valorizzare la Rete Ecologica Regionale e in particolare i corridoi, i varchi, gli altri punti fondamentali della Rete ecologica.


Art. 10 - Rapporti colla pianificazione comunale (PGT)

Ricordare in dettaglio il rapporto fra i Piani: il PGT recepisce il perimetro del bosco e i limiti alle aree trasformabili; il Piano però è redatto sentiti i Comuni, nell'ambito del processo di VAS. Nel caso di aggiornamenti senza VAS, è necessario specificare la modalità di coinvolgimento dei Comuni. I PGT, durante la fase di recepimento delle previsioni del PIF o in fase di nuova redazione, possono apportare "rettifiche, precisazioni e miglioramenti, derivanti da oggettive risultanze riferite alla scala comunale".

Ricordare la facoltà dei Comuni, attraverso il PGT, di regolamentare le aree

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